“Riaprite Neonatologia a Crotone”

L'appello del collettivo femminista intersezionale FEM.IN. Cosentine in lotta: "il commissariamento, i tagli alla sanità e i piani di rientro non sono la soluzione, ma il problema".

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E di poche ore fa il post pubblicato sulla propria pagina Facebook del gruppo di collettivo femminista intersezionale FEM.IN. Cosentine in lotta, che si aggiunge ai diversi appelli apparsi negli ultimi giorni:

Fin dalla sua nascita, ci hanno propinato l’immagine di una Repubblica italiana fondata su quei valori propri della Resistenza, a garanzia dei diritti fondamentali di ogni persona, ed è proprio alla nascita della stessa che idealmente, su un piano istituzionale, vengono accostate le battaglie delle donne, delle minoranze, degli oppressi. A più riprese e su vari livelli, ogni giorno ci viene dimostrato che non è così: la politica mortifica, rinnega e minaccia i diritti inviolabili di ognuna di noi. Lo vediamo in primis con il diritto alla salute e l’accesso alle cure; proprio in questi giorni ha avuto luogo un ulteriore scempio sanitario. La cittadinanza calabrese è, sempre di più, vittima delle istituzioni che dovrebbero tutelarla: questa volta è il caso di Crotone – un territorio privato di tutto, anche dei più basilari servizi sanitari. Infatti, solo pochi giorni fa è stato chiuso, per mancanza di personale, il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale civile di San Giovanni di Dio. Per chi non lo sapesse, ma non è sicuramente difficile da immaginare, le condizioni in cui versa l’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone sono, da diverso tempo, molto gravi: il personale scarseggia, i reparti chiudono, le carenze di ogni tipo aumentano. Al contrario, mentre si bloccano le ordinarie attività pubbliche, la sanità privata diventa sempre più ricca ed efficiente in quanto è stata trasformata nell’unica alternativa sul territorio per le poche persone che se la possono permettere; per tutte le altre il diritto alla salute diventa sempre più un miraggio, giacché tendenza irreversibile di ogni partito ed amministrazione -locale e non- è stata quella di depotenziare il sistema sanitario pubblico, di anno in anno. Considerando che lo spoke crotonese rappresenta, su più larga scala, il fallimento del modello ospedaliero-territoriale nel quale gli ospedali sono in funzione delle ASP e non delle AO, questa è chiaramente una delle varie manifestazioni della preoccupante “patologia” che attacca e lascia morire l’intero sistema sanitario calabrese; questa volta, a rimetterci, sono addirittura i/le più piccolə, fin dalla nascita battezzatə dalle criticità della propria terra, la Calabria. Da più di un anno lo gridiamo nelle piazze: il commissariamento, i tagli alla sanità e i piani di rientro non sono la soluzione, ma il problema!
RIDATECI LA DIGNITÀ CHE CI SPETTA.

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