Il ricorso contro le cartelle esattoriali Tari 2021 del Comitato di Quartiere Tufolo-Farina

A causa dei forti disservizi i cittadini dei quartieri, appoggiandosi a norme legislative stabilite nel 2014 si oppongono alle cartelle inviate dall’ufficio tributi di Crotone.

Venerdì u.s. è stato notificato al Comune di Crotone, ed all’Agenzia di Riscossione Tributi, il  primo ricorso avverso le cartelle esattoriali Tari 2021.

Lo scorso anno, a seguito delle sospensioni del servizio d’igiene urbana del mese di Aprile e del mese di Luglio, in città, si accumularono diverse tonnellate di rifiuti ed a causa di questo disservizio, non imputabile ai cittadini, decidemmo di pagare la Tari in forma ridotta per come previsto dalla legge 147/2013 (legge di stabilità 2014).
In molti, scelsero di pagare il tributo al 40% ai sensi dell’articolo 1 comma 657 della legge che la tari l’ha istituita, ed a fronte ad un servizio svolto con scarsa qualità dal gestore, il Comune di Crotone pretendeva il pagamento dell’intero  importo della tariffa. Nonostante la legge sia dalla parte dei cittadini, l’ufficio tributi di Crotone, ha avviato in questi giorni la procedura di recupero iscrivendo a ruolo la rimanente somma mancante, cioè il 60%.
A nostro avviso, questa somma non è dovuta”, ed è per questo che abbiamo deciso di adire le vie legali, in modo da farci riconoscere un diritto negato. Il ricorso, ben strutturato in 19 pagine, è stato presentato dall’ avvocato Maria Antonietta Gaetano del foro di Crotone, e lo stesso ha lo scopo di riequilibrare la tariffazione Tari con l’ offerta del servizio svolto dal gestore, che presenta diverse criticità nelle operazione previste nel contratto di gestione, dove in alcune zone della città  il mancato spazzamento stradale, lavaggio stradale ed il mancato lavaggio dei cassoni di raccolta è diventata oramai prassi, in palese violazione delle normative di riferimento. Nel ricorso si evidenzia anche il mancato rispetto del regolamento comunale sulla gestione dei rifiuti, soprattutto per quanto riguarda le distanze minime dei punti di raccolta oltre a cassoni illegali che per la maggior parte  risultano essere senza coperchio,  mettendo a rischio la salute pubblica, visto che allo stato sono antigenici ed in difformità da quanto previsto dall’articolo 12 comma 4 del regolamento comunale che disciplina appunto la gestione degli stessi. Molte le sentenze di Cassazione e molte le decisioni di Commissioni Provinciali dei Tributi  richiamati nel ricorso, e quasi tutti con  casi analoghi alla situazione di Crotone che danno ragione ai cittadini. Si aprirà adesso una fase di mediazione obbligatoria come  previsto per legge, ed auspichiamo, che in questa fase l’Ufficio  Tributi di Crotone, il Sindaco della città e l’assessore al bilancio accolgano le decine di istanze di annullamento in autotutela che nel frattempo i cittadini stanno inoltrando al Comune, iniziativa questa che non mette al riparo gli stessi cittadini poiché  il ruolo deve essere o ritirato dall’ente o deve essere annullato dalla  Commissione Tributaria Provinciale presentando appunto il ricorso avverso.
Siamo fiduciosi di un risultato positivo, e crediamo che con questa azione si possano riequilibrare molteplici carenze sul servizio di igiene urbana, che da troppo tempo sono il tallone d’Achille  del Comune di Crotone visto che  il servizio, per molti aspetti, non risponde alle direttive ARERA, ai contratti di servizio ed ai regolamenti comunali.