Siamo al ridicolo o all’offesa del grande senso di legalità di un gruppo di giovani?

Colpisce l'esigenza del Procuratore Capoccia di rendere pubblica l'apertura di un fascicolo contro chi ha celebrato messa in spiaggia

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Ha fatto discutere (che non è mai un male), sia sui mezzi di comunicazione (anche nazionali) che sui social, la Messa celebrata in mare, su un materassino gonfiabile ed in costume da bagno, da un gruppo parrocchiale proveniente da Milano: una “manifestazione”, comunque la si voglia giudicare, dettata da amore e fede! Così, infatti, è stata (negativamente ma solo in senso liturgico) “derubricata” anche dalla Diocesi di Crotone e Santa Severina (rileggi Riscoprire la bellezza dei simboli liturgici). Oggi arriva questa nota stampa dalla Procura:

liturgia a mare

Cioè si da notizia stampa di aver aperto un fascicolo per offesa a culto religioso? Ci asteniamo da qualsiasi altro commento, così come fatto in occasione del fatto in se e della specificazione cattolica cristiana della Diocesi. Però non possiamo e non vogliamo esimerci dal chiedere al Procuratore Capo: che esigenza c’era di darne notizia alla stampa? Se di atto dovuto (o ancora peggio voluto) si tratta, che senso ha dare notizia di una indagine in corso? E poi, se di offesa alla confessione religiosa si tratta, come mai non si dice chi si è sentito eventualmente offeso, visto, tra l’altro, che la stessa Diocesi ha tenuto a specificare che “si coglie tutta la bellezza e la serietà dell’esperienza vissuta da questi giovani, che hanno scelto il nostro territorio per impegnarsi in un campo di volontariato e interrogarsi sul tema della legalità” . Procuratore non si sfiora il ridicolo e soprattutto non si ha, con questa nota stampa, la certezza di offendere un grande (forse spropositato) senso di legalità e di amore?

denuncia prete

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