Il medico De Paoli ad ANSA, “Cadaveri galleggiavano ovunque”

Il pensiero della politica italiana ed europea sulla tragedia. La rabbia delle Ong: "frutto di precise scelte politiche".

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Quando siamo arrivati sul punto del naufragio abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque ed abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto.

A raccontarlo ad ANSA è Laura De Paoli, medico che opera per la Fondazione Cisom Cavalieri di Malta a supporto della Guardia costiera per gli interventi di soccorso in mare.

Abbiamo i due che tenevano in alto un bambino – aggiunge – e siamo riusciti a recuperarli. Erano il fratello e lo zio del bambino che, però, era senza vita. Abbiamo provato a rianimarlo ma aveva i polmoni pieni d’acqua. Aveva 7 anni.
C’era mare forza 3 o 4, era difficile avvicinarci. La barca dei migranti era già a pezzi sulla spiaggia e noi avevamo intorno tanti cadaveri galleggianti.

Intanto nelle scorse ore tanti i commenti arrivati sulla tragedia. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineando la necessità di “contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati“.
A fare eco il Senatore di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani, che ha chiesto “pene severissime per gli scafisti“.
Il Presidente Mattarella aveva espresso “dolore” per il naufragio.

Molti di loro – ha detto Mattarella – provenivano da Afghanistan e Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. E’ un’ennesima tragedia che non può lasciare indifferenti.

Anche Papa Francesco , dopo l’angelus di oggi si è soffermato sulla tragedia: “Ho appreso con dolore del naufragio sulla costa calabrese. Prego per i morti, i dispersi, i sopravvissuti“.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha twittato nel pomeriggio: “tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale“.
Intanto in queste ore (link), si sono alzate le voci delle Ong, di Emergency e Medici senza frontiere: “la tragedia di Crotone è “frutto di precise scelte politiche” perché “non soccorrere è un crimine“. Il ricordo di Unicef , va invece  al piccolo Aylan, il bambino profugo morto nell’ottobre del 2015 su una spiaggia turca le cui immagini fecero il giro del mondo: “Non ci era bastata quella terribile immagine?“.

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