Si è chiuso il Festival dell’Aurora

Serata conclusiva del festival giunto quest’anno alla sua 20^ edizione

Un Doppio appuntamento con la musica classica, che ha fatto da padrona sia al cinema teatro Sala Raimondi che al Teatro Apollo. Un edizione che, con tutte le precauzioni del caso, dovute all’emergenza covid, è riuscita a regalare emozioni sinfoniche per quasi due settimane.
La “Sala Raimondi, che come per tutto il corso del Festival, ha ospitato i grandi nomi del panorama lirico-musicale del meridione, non ha fatto eccezione nella serata finale. Protagonista della chiusura, è stato il Trio Orpheus composto da Enrica Mistretta (soprano), Daniele Augruso (corno) e Giovanni Mazzuca (pianoforte).

Un viaggio nel tempo, dove le sonorità ancestrali dello shofar si fondono con la voce, strumento musicale primo e imprescindibile. Dai fasti del barocco europeo al clima salottiero e al teatro d’opera dell’ottocento; fino al jazz, alla popular Music, questo l’ampio ventaglio di emozioni che il trio ha voluto regalare al vasto pubblico presente in platea. Da Nicolai a Massenet, da Saint-Saëns a Rimsky-Korsakow, passando per i ritmi argentini di Piazzolla e le note di Nino Rota e George Gershwin; questo il repertorio che ha tenuto compagnia per circa un’ora, agli spettatori in sala.

Il Trio cameristico Orpheus nasce dal singolare incontro di tre musicisti, uniti dall’intento di fondere le proprie esperienze musicali in campo solistico, cameristico, didattico, orchestrale, in un nuovo e originale progetto comune.

(A. Piazzolla: Los pajaros perdidos)

Da un palco all’altro, al Teatro Apollo, si è invece esibita l’Orchestra Sinfonietta Mediterranea: una compagine strumentale che nasce in seno alla stagione concertistica “Incontri musicali mediterranei”. Il suo organico è composto da musicisti calabresi, e si presenta al pubblico avendo diverse identità: orchestra da camera, orchestra sinfonica e orchestra di fiati. L’obiettivo fondamentale di questo ambizioso progetto, è quello di inserire nel contesto culturale del mezzogiorno, un’idea di sviluppo musicale, mirando alla realizzazione di produzioni operistiche, sinfoniche e da camera, e vada a colmare un vuoto che penalizza il nostro territorio da questa forma d’arte. La direzione artistica è affidata al M° Gianfranco Russo, e la direzione musicale al M° Marco Codamo.