Ed il Pagano si diffama da solo foto

Linda Monte, da sempre partigiana di battaglie civili, interviene a richiesta di corresponsabilità  con l’archeologa Margherita Corrado

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    Premessa di Procolo GUIDA

    La rete e la sua ineludibile memoria sa quando, quanto e come questa testata si sia schierata sulle vicende del mai fu Parco Archeologico di Capo Colonna e sul mare di “nefanditudine” che strafoga ininterrottamente l’immenso patrimonio storico, archeologico e culturale del nostro territorio. Sempre per la stessa ragione, è innegabile che la principale e più autorevole promotrice, da sempre, delle uniche battaglie contro questa voracità stupida quanto barbara, è stata l’archeologa Margherita Corrado, affiancata sempre da Linda Monte. Una delle ultime e più spocchiose vicende ha visto il soprintendente Mario Pagano indagato prima e rinviato a giudizio dopo, per come ha gestito la vicenda del costruendo Marine Park Village su Punta Scifo che sempre la Corrado e la Monte hanno fatto rimbalzare alle cronache nazionali. Pare che ora, così come riportato dal Corriere della Calabria che linkiamo qui e sul titolo, che Pagano stia reagendo in vari modi. Nel pubblicarvi il puntuale intervento di Linda Monte, ci chiediamo quanto e come le parti politiche e non che hanno speculato da più di tre anni sulle battaglie delle due coraggiose concittadine, si siano o si stiano muovendo per solidarizzare “in solido” rispetto a questa situazione, che al di là delle querele, non è certo nuova.

    Ecco la nota di Linda Monte:

    Una strabiliante e ridicola notizia quella di un “alto” funzionario della Soprintendenza cosentina, qual è il dott.Mario Pagano, che querela l’archeologa Margherita Corrado per diffamazione  –  forse l’aver dichiarato (egli) come già costruiti i bungalow di Scifo? Per tale motivo ed alla luce di carte ufficiali, la Procura di Crotone l’ha iscritto tra gli indagati. La storia la conosciamo bene e dunque inutile ripetersi. Aspettiamo solo eventuali  condanne. Ciò detto ricordo al Pagano che la sua odiata diffamatrice è da tempo in prima linea per la difesa dei beni archeologici e culturali quando ancora lui era con – si può dire? – con i calzoni corti e le ciabatte – Cioè nessuno! Purtroppo la città di Crotone in questi ultimi anni ha avuto modo di conoscere la pochezza di una classe dirigente nel campo della tutela dei beni, simile a lui, solo meno sciocchi!  Chi si è battuto per averne cura a fronte di disastri legalizzati e non – il castello/fortezza, Capo Colonna, Scifo, lo stadio e mille omissioni difficile e noioso da elencare, si è dovuto scontrare proprio con chi i beni li deve difendere e valorizzare. Facendo il paio con dei furbetti ed incapaci nelle classi dirigenti di comune, provincia, regione. Nel silenzio, va detto, anche degli ordini professionali. Il Pagano l’ho sentito con contenuti privi di costrutto – in compagnia della sottosegretaria Bianchi e dell’assessora Rizzo – esaltarsi per i fondi prossimi dell’antica Kroton, pronti ad essere spalmati a dovere, in occasione della inaugurazione di un ufficio scavi nel castello. Ridicola e di parata anche questa faccenda. Teme forse che l’archeologa Corrado disturbi qualche manovra, spalleggiato dalle persone sopra citate? Dunque a che titolo denuncia alla Procura di Torre Annunziata la dottoressa Corrado? E chi è lui per impedire a tutti gli uffici del suo “regno” di assegnare lavoro alla stessa? Di certo la Corrado non ha bisogno di difensori, non mi risulta abbia mai sollecitato incarichi o prebende. Se il lavoro salta fuori è solo perché le spetta di diritto! Termino invitando il Pagano a denunciare anche me, anzi mi offendo se non lo farà. Perché accanto alla Corrado, nelle denunce alla Procura, nella fatica a rincorrere carte, documenti ed altro, ci sono anch’io, ne sono fiera, pronta a dare al Pagano e ad altri improvvisatori della tutela del patrimonio di questa città, filo da torcere.

    Linda Monte

    è arcinoto che questa e le altre foto della denuncia di tali fatti e misfatti siano dell’altro partigiano di bellezza che risponde al nome di Roberto Carta

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