Il 20% dei calabresi si cura fuori regione

Dai dati sulla migrazione sanitaria per CamCOM emerge un danno umano, sociale ed economico

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    riceviamo e pubblichiamo:

    La nostra regione è maglia nera per la percentuale di pazienti che decidono di curarsi altrove: il 21,3% di coloro che avevano bisogno di un ricovero, nel 2016, ha deciso di partire. Di seguito l’intervento del Presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese sul tema.

     “I dati sulla migrazione sanitaria in Italia sono agghiaccianti – è il commento del Presidente dell’Ente camerale Alfio Pugliese – Oltre il 20% dei pazienti ha deciso di andare a curarsi fuori regione. Che sia a causa di lunghe liste di attesa o per la carenza dei servizi e delle strutture sanitarie, il dato di fatto è che i pazienti calabresi preferiscono fare le valigie ed affrontare lunghi viaggi per poter accedere a delle cure che, invece, dovrebbero spettar loro di diritto. Dal punto di vista umano è una situazione devastante: in un momento di particolare fragilità, quale quello della malattia, ci si trova ad essere privi dell’assistenza della propria rete familiare e, al contempo, a dover affrontare spese esose per gli spostamenti propri e di eventuali accompagnatori. La drammaticità del fenomeno è direttamente proporzionale alla gravità della patologia: l’emigrazione sanitaria è, infatti, spesso legata a stretto giro con i delicati trattamenti ed interventi oncologici. Servizi che, invece, potrebbero essere garantiti sul territorio, stante la presenza di professionalità e strutture di grande prestigio. Si aggiunga anche il deficit dei trasporti che aggrava ulteriormente il disagio degli spostamenti fuori regione dalle province calabresi, ed in particolar modo da Crotone, sempre più isolata a livello infrastrutturale”.

    Al danno umano e sociale si aggiunge quello economico – prosegue Pugliese – Infatti, la Calabria, dopo la Campania, è la regione che presenta il più alto valore di spesa per mobilità sanitaria: pari a 256,2 milioni di euro nel 2016. Una spesa che grava sulle fasce deboli, in particolare pazienti ed anziani, costretti a far ricorso alle cure mediche. La spesa pro capite dovuta alla migrazione sanitaria è pari a circa 130 euro per abitante, una sorta di ‘tassa occulta’ pagata da ogni calabrese in termini di maggiori imposte e ticket per ottenere una qualità di servizi pubblici spesso inferiore a quella garantita altrove. Perdita a cui si aggiunge anche il differente riparto, a  fine anno, del fondo sanitario nazionale, che va ad incrementare il budget di regioni con saldo di mobilità sanitaria attivo: un serpente che si morde la coda e che influisce negativamente sui servizi erogati in regione”.

    “Eppure il nostro territorio presenta delle eccellenze imprenditoriali nel settore sanitario che potrebbero invertire il saldo della  mobilità sanitaria, divenendo attrattori di pazienti e dei loro congiunti da altre parti della regione e del Paese. Ciò garantirebbe non soltanto la prestazione di servizi di eccellenza ma anche la creazione di impatti occupazionali in loco.  Invece, spesso, tali strutture non ricevono l’adeguato supporto istituzionale che consentirebbe di avere risorse importanti con cui fornire servizi di gran lunga migliori, a livello qualitativo, di quelli offerti nel resto del Paese”.

     “La Regione Calabria ed il Governo devono garantire l’adeguata priorità alla risoluzione del problema della mobilità sanitaria- sono le parole conclusive del Presidente dell’Ente camerale Pugliese – La Camera di commercio di Crotone manifesta la piena solidarietà a tutti i pazienti che intendono porre fine ad estenuanti ‘viaggi della speranza’ per godere del diritto alla salute nel proprio territorio. Al contempo intende sostenere con vigore gli sforzi di quegli imprenditori che hanno deciso di investire in provincia di Crotone, offrendo servizi di qualità alla popolazione e garantendo occupazione”.

     

    UFFICIO STAMPA

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