Portare subito la differenziata al 35%? Si potrebbe quasi subito! (con videodimostrazione) foto

Basterebbe autorizzare un impianto di vermicompostaggio già in uso a Petilia Policastro

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    Nei giorni scorsi ci ha particolarmente colpiti la discussione avviata (solo sui giornali ovviamente) su di una proposta di realizzazione di un centro di lombricoltura per il trattamento di rifiuti, ed in specifico dell’organico, in località Columbra.

    Cercando di informarci e spulciando casistiche e classificazioni, sempre contorte ai neofiti nella giungla che le varie p.a. hanno creato sulla materia dei rifiuti, abbiamo riscontrato che  la società Ecovalle srl che ha presentato questo progetto, ha già realizzato un impianto a Petilia Policastro. Abbiamo verificato, inoltre, che, unitamente all’impianto di lombricompostaggio gestito dalla cooperativa ecorepuro a Cotronei, trattasi dei primi due impianti in Italia. Ed ancora e di più, che serve già i Comuni di Petilia, Mesoraca, Isola Capo Rizzuto Botricello e, più recentemente, pure quello di Cutro, per un bacino di oltre 40.000 abitanti.

    Bene, ci siamo detti.

    Andiamo a verificare come è fatto e come funziona; e ci siamo recati, subito dopo avere immediatamente avuto piena disponibilità dei titolari, accompagnati da un tecnico per meglio modulare domande e curiosità.

    Ci siamo andati con già più di qualche perplessità circa l’iter di avvicinamento a quella creazione delle Ato che già il Sindaco Pugliese ed il Presidente di Akrea Gaetani auspicano e paventano (a seconda che giochino di rimessa o di rilancio) quando parlano di differenziata e, soprattutto, di conferimento dei rifiuti.

    Ma questa è un’altra storia che vedremo a fine descrizione del nostro viaggio.

    Molto più utile è invece analizzare preventivamente cosa è necessario comprendere quando si intende descrivere il ciclo della raccolta differenziata: ci si deve ricordare innanzitutto che è importante separare ciò che è “prezioso” per i sistemi di riciclaggio (Raee, vetro, carta, alluminio, plastica etc) da ciò che è (quasi sempre) un costo (organico, sfalci e potature etc). Quasi sempre si lascia volutamente al dibattito dei tecnici (tirandolo fuori solo a piacere e senza contraddittorio) che è proprio il “conferimento” dell’organico e dell’indifferenziato il costo più oneroso della raccolta dei rifiuti (anch’esso comunque sostenibile). Proprio perché indifferenziato è considerato il rifiuto contenente sia la frazione organica che quella secca.

    Questo stesso concetto, molto semplice da comprendere se si ha veramente voglia di spiegare e soprattutto affrontare il problema dei rifiuti (e farlo vedere per le opportunità che offre), ha stimolato ad effettuare le prime politiche di raccolta differenziata nel mondo.

    Il problema vero dunque è quello di dividere ciò che è produttivo da ciò che lo è meno e praticare quante politiche di ricerca maggiori per diminuire lo scarto del non recuperabile (e già la tecnologia a disposizione ci suggerisce che se vengono praticate politiche di raccolta intelligenti non vi sarebbe alcun prodotto di scarto!).

    La dimostrazione già a disposizione di questo concetto è proprio l’impianto di Vermicompostaggio di Petilia Policastro che sfrutta la lombricoltura per lo smaltimento dell’organico messo in opera da Ecovalle srl e che ha presentato autorizzazione all’allestimento di uno stabilimento gemello a Crotone in località Columbra per cui il Comune di Crotone sta cercando di rimpallare il nulla osta definitivo alla costituenda Ato 3 ed alla Regione che ne ha già autorizzato limiti e criteri.

    E così possiamo descrivere la visita effettuata la scorsa settimana: arriviamo al cancello dell’impianto e subito notiamo che non vi è alcun maleodore…

    Entriamo e l’impatto visivo è quello di una baita di montagna con annesse stalle, ed anche qua l’impatto odorigeno è davvero minore a quello del letame prodotto da mucche, cavalli e galline…

    Ci sono poi le celle dove viene rilasciato l’indifferenziato con a fianco il rullo che apre le buste della monnezza e di fronte quelle dove viene rilasciato ciò che non è organico (buste e corpi estranei selezionati a mano a garanzia della qualità del prodotto da somministrare ai lombrichi); in questa parte dell’impianto, di non più di 300 metri quadri, l’impatto odorigeno è “tale e quale” a quello dei cassonetti sotto casa di ognuno di noi…

    Arrivati alle celle rialzate dove i lombrichi secernono l’organico e lo fanno divenire preziosissimo umus per gli agricoltori, la “puzza” è simile ai campi da arare bagnati dalla pioggia recente…

    Il tutto in non più di 3000 metri quadrati recintati e “dispersi” in uno scenario presilano!

    (così come è possibile vedere nel video qui di sotto)

     

    E’ ovvio che non ci siamo lasciati coinvolgere dal solo impatto del nostro naso, ed a nostre specifiche domande i titolari ci hanno esposto  il rapporto di prova del laboratorio di analisi cliniche incaricato, come prescritto dalla legge, dall’Arpacal per l’impatto odorigeno. I dati per quanto riguarda a valle dell’impianto hanno registrato valore 45, mentre a monte, il valore è pari a 10: per comprendere questi dati basta sottolineare che il massimo consentito è 300!

    Un impianto dunque che, non a caso, ha autorizzazione ad essere costruito anche in area agricola.

    Abbiamo riscontrato che finanche i liquidi di rilascio dei rifiuti vengono recuperati ed utilizzati per favorire la fermentazione dei cumuli da dare in pasto ai lombrichi; che i letti su cui lavorano i lombrichi sono oggetto di studio e brevetto per ottimizzare la raccolta dell’umus senza danneggiare gli stessi lombrichi e che, allo stesso modo, strumenti (quali i rompisacchi) e metodologie di processo e prodotto (quali ad esempio la possibilità di trattamento di metalli pesanti) sono già oggetto di convenzione con università che dopo ampia e proficua collaborazione, ha deciso di dislocare una propria sede nello stesso stabilimento.

    Insomma siamo in grado di poter sostenere che un impianto di questo tipo a disposizione di una città delle dimensioni di Crotone dovrebbe rappresentare una opportunità per una amministrazione seria che voglia veramente effettuare ed innescare un reale cambiamento di marcia sulla raccolta differenziata.

    Si toglierebbe infatti così dalla torta dei rifiuti almeno il 35% di organico che andrebbe, da subito, nella percentuale della differenziata con effetto immediato: scongiurando così almeno tutte quelle multe che già stiamo pagando grazie agli  ultimi anni di amministrazione Vallone ed a questi due primi di Pugliese (basta guardare il grafico in figura).

    E non possono dunque più stupire i dati forniti dal Comune di Isola Capo Rizzuto…

    Oltre tutto per “rassicurare” chi si ostina a considerare pubblico il ciclo dei rifiuti della provincia di Crotone, basta rammentare che così come lo stesso Gaetani ha più volte sostenuto, il costo netto più gravoso è quello del conferimento.

    Ora per non peccare di omissioni e diplomaticismi ve la raccontiamo semplice semplice: Ponticelli, che non è certo di proprietà comunale, guadagna, con una produzione che è sempre al massimo, grazie ad una capacità di trattamento di 10.000 tonnellate. Questo impianto che Ecovalle è pronta a replicare qua a Crotone, potrebbe accogliere 3000 tonnellate su di un fabbisogno provinciale che si aggira a circa 17.000, tenuto conto che la produzione pro capite è stimata a circa 100 kg all’anno e che non sono certo mancati i periodi di crisi che hanno “giustificato” i cumuli di cassonetti stracolmi che non è di rado, ancora oggi, vedere ammassati in periferia.

    Quale sarebbe dunque il danno a chi è già sul mercato?

    Forse c’è chi invece si sta vedendo “bruciare” la possibilità di ampliamento di discariche, impianti ad alto impatto ambientale come tutti quelli che abbiamo oggi a partire da Columbra?

    In altre parole c’è solo chi ha voglia di continuare a lucrare e far lucrare sul tal quale e continuare a fregarsene dell’ambiente?

    Siamo d’altronde in una provincia che non ha metalli pesanti, inquinamenti industriali e che può tranquillamente continuare a declinare sviluppo sostenibile, turismo, enogastronomia, archeologia… …solo a parole!

    Si perché per ritornare alle determinazioni del Comune di Crotone, fra aprile e maggio il vecchio ed il nuovo dirigente competente la materia (De Martino e Cerminara giusto per non fare nomi) hanno rimpallato decisioni e richieste di autorizzazioni senza specificare quali possano realmente essere gli elementi ostativi alla dislocazione di un altro impianto di Vermicompostaggio a Crotone e proprio nelle vicinanze della discarica di Columbra.

    E ciò che a noi fa più specie e che nel rimpallo continuo delle date di inizio della raccolta differenziata a Crotone, MAI nessuno degli amministratori ha citato questa come una opportunità.

    O dobbiamo pensare che ci stiamo sbagliando noi e tutto questo sfruttato dai comuni di cui sopra è solo uno dei tanti affari che si consumano sul tema dei rifiuti?

    Sindaco Pugliese, assessore De Luca, Presidente Gaetani ci dite la vostra in merito? O dobbiamo pensare che chi ha scritto di dubbi da parte del Comune (anche su testate prestigiose) è stato imbeccato da qualcuno?

    La rabbia di fronte a tutto questo incredibile ostracismo si raddoppia se si pensa che, a maggior ragione che uno è stato già stato realizzato, il tutto, dall’autorizzazione alla realizzazione e messa a regime, si costruirebbe in meno di 4 mesi…

    Procolo GUIDA

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