Quelle dell’approssimazione, del lassismo e dell’afasìa sono le uniche porte che non si chiudono mai in questo nostro territorio!
Dopo tre mesi di chiusura del Castello, al Comune c’è qualcuno che ha ordinato (o almeno suggerito) ai propri dipendenti che per anni lo hanno “abitato” per sevizi diretti ed indiretti di verificare il loro stato di salute?
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La chiusura di un Castello non è certo cosa da tutti i giorni…
La motiviziane circa un inquinamento è ancora più rara, “peccaminosa” e certamente complessa.
Come purtroppo accade troppo spesso in questa terra (e certo non solo per responsabilità “interne”) non si è dato da sapere quando e cosa si farà qualcosa per iniziare un processo di bonifica e di conseguente riapertura.
E’ quasi inutile sottolineare che da quando l’Arpacal ha certificato «valori anomali di radioattività ambientale derivanti dalla presenza di meta silicati contenente Tenorm» ed ha “costretto” il Sindaco a chiudere il Castello, l’unica ad occuparsi quotidianamente di questa faccenda è stata Linda Monte, rea di resistere dalla sua postazione di combattente civile.
Nessuno, a partire dalla denunciante Senatrice Corrado per proseguire con tutti gli altri livelli istituzionali ha pensato di seguire la pratica e far emergere responsabilità e tempi di risoluzione del problema. Nemmeno per “propagandare” un impegno “para concreto”.
Si sono dunque rimbalzati comunicati solo a fronte di una denuncia formale tramite lettera aperta proprio della Monte indirizzata a a tutte le istituzioni competenti a partire dal Mibact, passando per la Sovrintendenza.
Oggi su facebbook Linda Monte scrive:
Come non sottoscrivere l’ennesimo appello lanciato dalla Monte…
Ma c’è un altro aspetto direttamente connesso alle motivazioni che portarono il Sindaco Pugliese all’ordinanza di chiusura “per scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute e l’incolumità pubblica”
Ma al Comune, dopo tre mesi di chiusura, c’è qualcuno che ha ordinato (o almeno suggerito) ai propri dipendenti che per anni hanno “abitato” il Castello per sevizi diretti ed indiretti (la biblioteca ad esempio) di verificare il loro stato di salute?
Ci risulta che qualche sindacato abbia anche sollecitato, in qualche modo. Ma è accaduto qualcosa? E’ stato sentito o interessato qualche medico di famiglia se proprio quelli del lavoro fossero troppo impegnati…?
E’ stata avviata qualche procedura?
Ma c’è qualche contezza o interesse del valore anche scientifico di tali verifiche se proprio quello nei confronti della salute di donne ed uomini non è così impellente…?
Quelle dell’approssimazione, del lassismo e dell’afasìa sono le uniche porte che non si chiudono mai in questo nostro territorio!
Procolo GUIDA