Caso Stadio e Caso Chievo: il doppio calcio delle parlamentari cinquestelle

Gli interventi di Barbuto sulle plusvalenze e della Corrado sullo stadio

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    riceviamo e pubblichiamo:

    Caso Crotone Calcio. Interviene la Deputata del M5stelle Elisabetta Barbuto

    «Il tempo – e l’esordio di Cristiano Ronaldo – non siano nemico dei valori dello sport. Giustizia per i pitagorici, si eviti che nessuno paghi. Sarebbe un episodio diseducativo per le giovani generazioni».

    Ho apprezzato la celerità con la quale la procura federale della Figc – coordinata da Giuseppe Pecoraro – abbia nuovamente deferito la società veneta e il suo presidente per il processo bis sulle presunte plusvalenze fittizie in collaborazione col Cesena. Abbiamo appreso come la società calabrese abbia anche chiesto di rinviare i primi due match dei clivensi nel campionato di Serie A per consentire alla Giustizia sportiva di pronunciarsi sul caso. Non a caso nei giorni scorsi avevo effettuato questa riflessione sull’elaborazione dei calendari perché se il Chievo – come auspicano in primis le leggi sportive – dovesse retrocedere in Serie B avrebbe anche problemi con le gare allo stadio Bentegodi visto che nella serie cadetta gioca anche il Verona e si troverebbero a giocare due gare nello stesso impianto.

    Una vicenda che al grottesco aggiunge altro grottesco. Il Cesena è fallito, era stato penalizzato di quindici punti per le combine nei bilanci in un caso dove sono state violate sono solo le norme del fair play finanziario, oggi fondamentali, ma anche quelle del fair play sostanziale e morale. E ad esserne maggiormente penalizzati, come ho già detto ma voglio sempre ribadire, sarebbero tutti coloro che credono nella giustizia e non solo a Crotone. Un sentore già nell’aria e che puntualmente s’è materializzato perché il fatto che il (primo) processo sportivo sia da rifare e che il Tribunale nazionale della Federcalcio abbia dichiarato “improcedibile” il deferimento del Chievo Verona sa molto di beffa. Si badi bene dell’atteggiamento del club clivense non si sono indignati solo i tifosi del Crotone ma tutti gli sportivi. Ancor più per l’evidente decisione di non partecipare a nessuna audizione  dapprima rinviata con l’invio del certificato medico, e quindi disertata volontariamente e senza nessuna giustificazione con un atteggiamento a dir poco irriverente nei confronti della giustizia sportiva. D’altronde quali avrebbero potuto essere le dichiarazioni del Presidente di fronte a elementi oggettivi che non lasciano spazio all’immaginazione?  Un colpo di scena che rischia di alimentare il vero nemico di questo procedimento: la mancanza di tempo in vista dell’inizio delle gare dopo la pausa estiva. Nelle ultime ore, inoltre, pare sia slittata ancora la composizione del calendario della Serie B per definire ricorsi e ripescaggi. Altro elemento che indica la direzione: far presto per evitare problemi e beffe.

    Chiudo, come già ho fatto nei giorni scorsi, auspicando che sulla vicenda si faccia piena luce perché, nei fatti, si rischia di mortificare non solo il calcio crotonese e tutta la grande tradizione sportiva della nostra città, ma soprattutto i valori di lealtà e correttezza che dovrebbero contraddistinguere le competizioni agonistiche. Abbiamo fiducia nella giustizia ma chiediamo rispetto e tempi brevi nel nuovo giudizio con la speranza che si osservino le leggi e trionfino la legalità e i valori dello sport. La città e i tifosi del Crotone rischiano di essere vittime di un’altra ingiustizia. Anche perché pare che nella prima di campionato di A Chievo Verona – Juventus possa esordire Cristiano Ronaldo. Un affare calcistico e mediatico che potrebbe subire gravi danni d’immagine e perdite economiche. Si faccia presto, vincano la giustizia e i valori dello sport. Parlo non solo nel mio ruolo istituzionale, ma anche come genitore e come docente facendo rilevare le nefaste conseguenze di una situazione che avrà delle ripercussioni estremamente negative sui giovani cui potrebbe arrivare il distorto messaggio che in Italia tutto è possibile… tanto alla fine non paga mai nessuno.

    Onorevole Elisabetta Barbuto

     

    Parliamo di stadio, per l’ennesima volta.

    Mi arriva fino a Roma l’eco delle calunnie che l’Amministrazione comunale e gli altri stipendiati e/o simpatizzanti della mala pianta che alligna in Via Firenze non cessano di mettere in circolazione sul mio conto. Per mezzo di tali calunnie, come ho spesso evidenziato, mirano a scagionare se stessi ma soprattutto a screditarmi per avere campo libero non sullo “Scida” (!) ma sul progetto “Antica Kroton” e sull’ancor più succulenta bonifica del SIN. Decine di milioni di euro in ballo, da gestire e spartire tra amici e postulanti nel primo caso, continuando a fare gli interessi di ENI invece che dei crotonesi nel secondo.

    La mia personale opinione sulla vicenda dell’ampliamento dello stadio è nota dal 2016. Altrettanto nota è la mia decisione, dichiarata ai media fin da febbraio 2018, di non intervenire in alcun modo, se eletta, a favore o contro la richiesta del Sindaco al Ministero dei Beni Culturali di prolungare lo status quo. Così ho fatto fin oltre la metà di luglio.

    Solo di recente, nei giorni successivi alla prima diffida del Soprintendente (17 luglio 2018), sono tornata ad occuparmene e solo perché sollecitata da molti crotonesi che in buona fede mi hanno chiesto di tentare una mediazione con chi, a Roma, ha facoltà di prendere decisioni al riguardo. Perciò ho accettato di parlarne con un collaboratore del Ministro dei Beni Culturali, su sua richiesta (20 luglio), poi con lo stesso Bonisoli (23-24 luglio) e in fine, di mia iniziativa, con il Sottosegretario Giorgetti, incontrato all’audizione in cui ha esposto le sue linee programmatiche sullo sport (1 agosto). Al momento della nostra conversazione, tutti costoro avevano acquisito per conto proprio informazioni sul caso, convenivano sulla correttezza dell’atto emanato dal Soprintendente ed esprimevano sconcerto per la dissennata gestione comunale della faccenda. Non ho potuto che confermare il quadro (veritiero) già acquisito e soffermarmi, in aggiunta, sugli umori e le aspirazioni dei tanti miei concittadini in buona fede, quelli mossi solo da passione sportiva.

    Respingo perciò le calunnie al mittente, deplorando ancora una volta la disonestà intellettuale di chi, esclusivo responsabile del danno fatto, nasconde la mano e non si rassegna a prendere atto che i cocci sono suoi.

    Senatrice Margherita Corrado

     

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