O di qua o di là: che brutto quel paese dove la giustizia è in pasto alle dichiarazioni

Estratti delle dichiarazioni di Gratteri, di Oliverio in scipero della fame e le reaazioni del mondo politico

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    Questa volta i social sono quasi timidi…

    A 24 ore dal provvedimento bomba contro il Presidente Oliverio non sfugge il pronto intervento del fazionismo!

    Mario Oliverio, oramai è arcinoto, ha ricevuto il provvedimento di obbligo di dimora: il gip distrettuale di Catanzaro ha emesso il provvedimento per il presidente della Regione che ha deciso di iniziare lo sciopero della fame.

    L’inchiesta si chiama Lande desolate… …come questa Italia di oggi.

    Abuso d’ufficio è l’accusa contestata dentro un provvedimento che coinvolge Giorgio Barbieri, finito in carcere con l’accusa di corruzione, falso in atto pubblico e frode in pubbliche forniture nonostante fosse stata l’unica impresa a partecipare al bando per la realizzazione di tre mega-opere e che conta 134 pagine.

    L’inchiesta riguarda appunto due appalti: uno sul Tirreno Cosentino, l’altro un impianto sciistico in Sila e riguarda, in particolare verso Oliverio, la costruzione di piazza Bilotti.

    La ditta di Giorgio Barbieri, secondo Nicola Gratteri, non aveva la possibilità economica di eseguirli e nemmeno iniziarli. L’imprenditore, considerato legato al boss Franco Muto di Cetraro, meglio conosciuto come il «re del pesce», avrebbe quindi chiesto finanziamenti regionali sotto forma di opere complementari che non poteva ottenere.

    Oliverionon ha atteso a difendersi: «Di fronte ad accuse infamanti ho deciso di fare lo sciopero della fame. I polveroni sono il vero regalo alla mafia. Quanto si sta verificando è assurdo. Lotterò con tutte le mie energie perché si affermi la verità»

    Gratteri è stato chiarissimo: “Di questo intreccio di Barbieri con i clan, che abbiamo fatto condannare più volte, la politica regionale era ben cosciente, ma non ha fatto nulla per impedire che quei fondi giungessero nelle sue mani” ha spiegato il procuratore di Catanzaro.

    Le reazioni, soprattutto negative, non si sono fatte attendere. Qui vi riportiamo le dichiarazioni di Gratteri di Newz.it a latere della conferenza stampa di ieri, l’intervento di Oliverio a Rai news ed un sunto delle reazioni, tutte tese a fare il tifo da qua o di là…

     

    Newz.it

    Operazione Lande Desolate: il procuratore Nicola Gratteri

    https://www.youtube.com/watch?v=NdcoMySx5ro

     

    Rai News

    Inchiesta Calabria, Oliverio si difende “Sempre in prima fila per la legalità”

    http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Mario-Oliviero-Pres-regione-calabria-171218-bfd0d8f5-a9d0-4d80-bca4-c776bd24de65.html

     

    Occhiuto: “Giornata triste per tutti i calabresi”

    In merito all’inchiesta coordinata dalla DDA di Catanzaro e denominata “Lande desolate”, nella quale ordinanza compare un passaggio – per quanto si apprende dalle cronache giornalistiche – in cui si legge che a suo tempo i lavori pubblici di piazza Bilotti a Cosenza sarebbero stati rallentati ad arte “per pregiudicare così sul piano politico-elettorale il sindaco uscente di Cosenza Mario Occhiuto”, Occhiuto dichiara: “Sono sempre stato garantista e lo sono anche oggi. Certo, però, se venisse confermato che sono stati spesi milioni di euro per danneggiare i cittadini di Cosenza e per impedirmi di concludere i lavori di piazza Bilotti, sarebbe davvero grave anche alla luce degli altri lavori che sono in corso a Cosenza e che dipendono dalla Regione Calabria. Questa è una giornata triste per tutti i calabresi”.

     

    Legambiente: A poco serve dire “lo avevamo detto”

    Desolante il quadro che emerge dall’inchiesta “Lande Desolate” della DDA di Catanzaro per il “diffuso degrado morale”.

    Nella nostra Regione l’affermazione della legalità deve essere la bussola di ogni azione civica e politica, la legalità deve essere affermata giorno per giorno.

    Tutta la Calabria onesta deve essere “coltivatore di legalità”. È questo quello che emerge dalla dichiarazione congiunta del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, e del presidente regionale, Francesco Falcone.

    “Non deve però emergere ed avanzare la disperazione e l’ineluttabilità dello stato delle cose. C’è la Calabria che abbiamo incontrato ieri a Scala Coeli sul basso jonio cosentino di giovani, donne e anziani che dall’onesto e duro lavoro della terra traggono i suoi frutti producendo le eccellenze del territorio: l’oro giallo della Calabria, l’olio del Nicà. Imprenditori agricoli che fanno un corretto uso dei fondi pubblici e realizzano non cattedrali nel deserto ma frantoi oleari veri e funzionanti che danno reddito, lavoro e speranza a tante famiglie. C’è la Calabria dei tanti parroci come don Pasquale Aceto che abbiamo incontrato e che a Papanice a Crotone con tanti cittadini e comitati difende il proprio territorio dalle discariche e dagli inquinamenti. C’è la Calabria che non si piega al dio denaro ed alla sua montagna di corruzione e corruttela.

    C’è anche, però, la Calabria del malaffare e di una politica che al di là dei colori e delle appartenenze ad ogni appuntamento di governo delude le speranze e le attese di cambiamento dei calabresi onesti.

    Ma siamo garantisti e confidiamo che alla fine la verità vera emerga e che ogni coinvolto in questa brutta pagina di storia calabrese faccia emergere la propria onestà. Ma non possiamo sottacere che oltre al danno all’ambiente siano state anche drenate risorse pubbliche che invece di creare sviluppo e lavoro onesto sono andate ad alimentare sacche di illegalità e di false attestazioni con la connivenza di funzionari pubblici che del pubblico e della sua tutela hanno poco a che fare”.

    Legambiente Calabria lo aveva detto già tempo fa di fare attenzione ai cosiddetti “imprenditori – prenditori” che rubano il futuro alle nuove generazioni calabresi, oltre a rubare soldi pubblici per opere mai portate a termine o mai iniziate e addirittura del tutto inutili.

    Proprio ad Oliverio tempo fa Legambiente aveva rivolto un appello contro le nuove infrastrutture nel Parco Nazionale a Lorica che si prospettavano e che ora sono nel mirino dell’attuale inchiesta. L’associazione aveva invitato il Presidente a non assecondare proposte per inutili infrastrutture a Lorica sostenendo che il turismo sarebbe dovuto andare nella direzione della sostenibilità e non del consumo di risorse naturali e per lo più a favore dei soliti “prenditori”. Per Legambiente quella dell’impianto a Lorica non era altro che una proposta anacronistica e contro la natura ed addirittura appaltata senza il prescritto parere dell’Ente Parco. Su questo alla magistratura chiediamo di fare chiarezza e di ricercare responsabili e responsabilità e che gli stessi siano chiamati a rispondere e pagare dei danni arrecati al territorio ed alle casse pubbliche.

    Stessa posizione era stata tenuta dall’associazione del Cigno per quanto riguardava l’aviosuperficie di Scalea in cui si presumeva una violazione del diritto comunitario. Anche per questi lavori eravamo intervenuti con note alla Regione Calabria, al Ministero dell’Ambiente ed alla Commissione Europea, infatti a seguito della prosecuzione dei lavori di ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea, chiedevamo la Valutazione di Impatto Ambientale e la verifica di violazione del diritto comunitario atteso che l’area ricade all’interno del SIC “Valle del fiume Lao” e situata a poca distanza dalla Zona a Protezione Speciale “Pollino e Orsomarso” ed anche a rischio idrogeologico.

     

    Mimmo Lucano sul governatore Oliverio: “Indagato? Ha mia solidarietà. Lo vorrei in una mia lista

    “È inimmaginabile che Mario Oliviero possa essere accostato a cose del genere”, commenta Lucano. “Esprimo tutta la mia solidarietà umana a una persona vicina agli ultimi e come me impegnata sulla baraccopoli di San Ferdinando“, aggiunge Lucano che è a sua volta indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

     

    Inchiesta Lande Desolate. Orrico (M5s): “La politica utilizzata non come servizio per la comunità”

    Questa mattina il presidente della Regione Calabria, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è stato raggiunto da una misura cautelare coercitiva della libertà personale, l’obbligo di dimora. E’ una brutta notizia per i calabresi, che a distanza di pochi anni, vedono, nuovamente, il massimo rappresentante istituzionale della regione finire nei guai con la giustizia. Oltre alla grave vicenda giudiziaria –cui penserà il lavoro degli inquirenti, pare, non terminato- emerge una quadro avvilente sulla gestione della cosa pubblica calabrese. Il Procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, racconta come, in tre appalti di grandi opere del cosentino, manager della Regione, esponenti politici di primo piano, e di vecchia data, pieghino l’interesse, e le tasche, della collettività ad interessi particolari, tornaconti elettorali, biechi calcoli politici che gravano come un macigno sulle spalle dei calabresi. Ecco perché il problema, a questo punto, diventa anche, o forse soprattutto, politico. Visto che interi pezzi di classe dirigente di questa terra decidono sistematicamente, ancora oggi, di utilizzare la politica non come un servizio da offrire alla comunità ma come una clava per favorire pochi prediletti –loro per primi- a discapito di tutti gli altri cittadini. Mi chiedo se, i calabresi, possano ancora permettersi questo stato di cose o se non sia giunto il momento di immaginare un futuro normale per una regione falcidiata da indici economici negativi, qualità della vita scadente e malaffare diffuso. Le istituzioni vanno rispettate, non vilipese. Sono il baluardo delle comunità non il luogo per ospitare conventicole disposte a depredare risorse pubbliche e ostacolare lo sviluppo dei territori.

     

    D’Ippolito, Sapia, Nesci, Parentela e Granato (M5s): “Oliverio ha tradito il suo mandato, deve dimettersi subito”

    «Il governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha tradito il suo mandato e pertanto deve dimettersi subito, a prescindere dagli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che lo coinvolge assieme a dirigenti regionali e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, secondo i magistrati riferimento della cosca Muto». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Giuseppe d’Ippolito, Francesco Sapia, Paolo Parentela, Bianca Laura Granato e Dalila Nesci, che proseguono: «Il Consiglio regionale deve sfiduciare all’istante Oliverio, a seguito delle risultanze investigative circa il suo ruolo, ben inquadrato nell’ordinanza di custodia cautelare che ne ha disposto l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, nell’agevolare Barbieri con un finanziamento integrativo di 4,2milioni per la realizzazione dei nuovi impianti di risalita presso Lorica, perfino con uno squallido tornaconto politico». «Siamo consapevoli – sottolineano i parlamentari 5stelle – che i consiglieri regionali si tireranno indietro, visto il loro silenzio assordante, cui si aggiunge quello dei vari predicatori in cerca d’autore della Cittadella. Nello specifico, l’inchiesta della Dda di Catanzaro e della Guardia di Finanza tocca il cuore del sistema della Regione e fotografa l’agire politico di Oliverio e del suo compare Nicola Adamo, non indagato. L’inchiesta mette in evidenza, tra l’altro, una tremenda consuetudine negli uffici, cioè la vicinanza di amministrativi ai piani alti del palazzo al fine di mantenere incarichi e poltrone, nonché la loro complicità, per interessi personali, nei confronti di un’imprenditoria spregiudicata che fiuta l’odore dei soldi e riceve prebende grazie a connivenze e collusioni da manuale». «Di là dai risvolti penali della vicenda, Oliverio – concludono i 5stelle – è politicamente ingiustificabile e non può restare un solo giorno in più alla guida della Regione, nella quale sta crollando tutto alla faccia del buon andamento della pubblica amministrazione. Bisogna ritornare al più presto alle elezioni e fare piazza pulita dei vecchi potenti e di quella burocrazia predatoria che hanno prodotto il sottosviluppo della Calabria e la conseguente emigrazione dei calabresi».

     

    Giovani Democratici Calabria esprimono solidarietà e vicinanza al Presidente Mario Oliverio

    “Esprimiamo pieno e convinto sostegno e solidarietà al Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Conosciamo il suo operato, teso al benessere collettivo, di contrasto al potere criminale. Per questo motivo siamo sicuri che saprà dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.” I Giovani Democratici della Calabria commentano la notizie dell’inchiesta denominata “Lande Desolate” ed aggiungono:

    “Il Movimento 5 Stelle, invece di interpretare il ruolo di sciacallo, provi a dare una risposta concreta a partire dai lavoratori LSU-LPU. Purtroppo ancora una volta notiamo la grande sete di potere che travolge le menti dei deputati 5 stelle e del presidente della commissione antimafia Nicola Morra.”

     

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