Pugliese: Dl Calabria, Modificare norma su forniture

Il vicepresidente e delegato sanità di Confcommercio Calabria: "Aziende calabresi penalizzate del Decreto Sanità"

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    Una radicale rivisitazione
    dell’articolo 6 del decreto Sanità Calabria emanato dal governo
    in quanto non tiene conto della realtà della situazione che
    riguarda le aziende che forniscono dispositivi medici e servizi
    connessi”. Lo scrive, in una lettera inviata ai vertici dello
    Stato e del Governo, Alfio Pugliese, vicepresidente e delegato
    sanità di Confcommercio Calabria centrale (che raggruppa le
    province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia).
       Pugliese, a nome delle aziende associate Afoc, evidenzia la
    preoccupazione per “la deriva e lo stallo che l’articolo 6
    potrebbe apportare alle loro attività lavorative. L’articolo 6
    prevede che tutte le forniture siano acquistate dalle Aziende
    sanitarie calabrese attraverso il Mepa, il mercato elettronico
    della pubblica amministrazione al quale possono partecipare
    tutte le aziende d’Italia. Una scelta che penalizza le aziende
    calabresi che, invece, non possono partecipare a gare per altre
    regioni in quanto le forniture non avvengono attraverso il Mepa.
    Le aziende che lavorano in questo settore in Calabria sono un
    centinaio ed occupano 1.000 addetti con un indotto rilevante”.
    Molte di queste aziende operano da oltre 30 anni e, come fa
    notare Pugliese, nessuna è stata mai coinvolta in indagini “per
    fatti di corruzione o collusione”.
       Il vicepresidente di Confcommercio Calabria Centrale
    sottolinea inoltre che per questo motivo le aziende si “sentono
    colpite da quanto in questi giorni si è letto ed esplicitato
    nella relazione illustrativa al decreto sanità che le accosta
    tutte, indistintamente al malaffare”. Pugliese offre un’analisi
    della situazione e sostiene che l’incidenza sulla spesa per i
    dispositivi medici in Calabria ha una incidenza del 2,5% mentre
    la media nazionale è del 5,25%.
       “Il problema per le aziende – è scritto in una nota – sono i
    pagamenti che ricevono con enorme ritardo dalle Asp. Secondo i
    dati Dso Assobiomedica di marco 2019, a fronte di una media
    nazionale di 113 giorni, le Asp della Calabria hanno una media
    di 350 giorni per pagare i fornitori. La classifica è la
    seguente: Azienda universitaria Mater Domini Catanzaro 485
    giorni, Asp Crotone 405 giorni, Asp Catanzaro 379 giorni, Asp
    Vibo Valentia 343 giorni, Ao Pugliese-Ciaccio Catanzaro 335
    giorni”.
       Pugliese annota che i dati “non corrispondono alla realtà
    regionale poiché i tempi risultano di gran lunga maggiori”.
    Tutto questo porta il delegato sanità di Confcommercio a
    chiedere “una radicale rivisitazione dell’articolo 6 del decreto
    legge 35 del 2019 conformemente alle norme del decreto
    legislativo 50 del 2016 e delle norme costituzionali a tutela
    della categoria rappresentata”. (ANSA)

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