Il malato immaginario

Gli alunni del Liceo scientifico “I. Adorisio" di Cirò hanno portato in scena la commedia di Molière

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    Riceviamo e Pubblichiamo

    Questa è l’ultima commedia scritta da Molière e tratta il tema dell’incompetenza e dell’avidità di alcuni medici, presentando una figura sociale ancora attuale: l’ipocondriaco, ovvero il malato immaginario. È una commedia-ballet divisa in due atti, che andò in scena a Parigi nel febbraio del 1673. Molière stesso interpretava la parte del protagonista ma l’autore era veramente malato ed arrivò alla fine della rappresentazione in preda alle convulsioni, che il pubblico credette previste dal copione, invece qualche ora più tardi, il drammaturgo morì.

    “Il malato immaginario” narra le vicende di Argante (Vincenzo Arcuri), il credulone beffato, un uomo ricco, che vive circondato da medici e farmacisti imbroglioni, perché si crede perennemente malato. Sua figlia Angelica (Alessia Arcuri) ama ed è riamata da un bravo giovane, Cleante (Francesco Carradori), ma il malato immaginario pensa di farle sposare un giovane imbecille e ridicolo, ma figlio di un noto medico della città, per avere così un dottore in famiglia, sempre a sua disposizione. Sua moglie Belinda (Maria Chiara Acri), matrigna di Angelica, è una donna avida e meschina, che disprezza il marito e vorrebbe mandare la figliastra in convento per impadronirsi della sua dote. Così suo fratello Beraldo (Matteo Fiore) e la cameriera Tonietta (Rebecca Romano) tentano di ricondurlo alla ragione. Lo convincono a fingersi morto per mettere alla prova l’affetto della moglie e della figlia. Argante scopre così l’ipocrisia della prima e la sincerità della seconda. La commedia si conclude con la promessa delle giuste nozze tra Angelica e Cleante, ed una buffonesca investitura di Argante a medico.

    Il cast comprende Martina Potenza (nel doppio ruolo della signora Diafoirus e della vecchia), Lorenzo Arcuri (Tommaso Daifoirus), Salvatore Crapisto (Dottor Purgòn e Arciere), Fatbjan Cobaj (signor Flaurant e Notaio), Denise Panza (Luigina), Francesca Panebianco  (Pastorella e Prima Donna), Giuseppe De Marco (Pulcinella), Adriana Paduraru e Chiara Cidone (ballerine), mentre Matteo Liotti con la chitarra si è occupato della musica.

    “Questo lavoro è stato realizzato all’interno di un progetto PTOF”, spiegano i docenti referenti del progetto, Rosa Rita Vizza, che si è occupata della regia, mentre i professori Luisa Belcastro e Nicola Laratta si sono occupati della scenografia. “Ha coinvolto 16 ragazzi appartenenti alle varie classi dalla seconda alla quinta del liceo, li ha coinvolti emotivamente, invitandoli ad un continuo confronto e alla socializzazione, al fine di far emergere anche nei ragazzi più timidi le loro capacità espressive e comunicative”.

    La dirigente scolastica, professoressa Serafina Rita Anania, invitata a salire sul palco, se è complimentata con tutti ed in particolar modo con gli alunni che hanno suonato, ballato e recitato, dimostrando una grande padronanza nei loro ruoli. Ha infine ringraziato i genitori per la collaborazione e la buona riuscita di questo lavoro teatrale.

    Una dimostrazione che il Liceo scientifico di Cirò è sempre più una scuola che fa una didattica aperta, che non si ferma alla lezione in aula, ma offre ai propri studenti nuove possibilità di imparare e di accrescere la loro cultura.

     (Erminia Principe)

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