Il gioco del Mibac e dei suoi complici

Antica Kroton, oggetto dei desideri, progetto di sviluppo per Crotone, oppure oggetto misterioso?

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    Nell’ultima riunione di Laboratorio Crotone si è analizzato nel dettaglio il progetto Antica Kroton e dall’analisi fatta si è rilevato più di qualche aspetto oscuro su cui conviene sin da subito fare chiarezza per evitare che “operatori della disinformazione” e millantatori travestiti da “giustizieri” possano ancora di più intorpidire le acque per far sì che i crotonesi non capiscano cosa stia realmente avvenendo.

    Riprendiamo i concetti chiave di questo progetto che ha un valore complessivo di 61.700.000 € ed è suddiviso in cinque linee di intervento: Area Archeologica del Quartiere Settentrionale (zona antistante le ex fabbriche); Ambito Area Archeologica urbana (quartiere centrale e meridionale di Kroton, centro storico, e sistemi di fruibilità); Il Lacinio e il collegamento con la città (parco archeologico di Capo Colonna e la strada per il promontorio); L’Area marina protetta (Realizzazione di itinerari archeologici subacquei); Le Azioni Comuni (Comunicazione e Marketing, la scuola di San Francesco e Laboratori di catalogazione, conservazione e restauro ed di imprese culturali).

    Tre i soggetti attuatori: la Regione Calabria, che finanzia il progetto, il Comune di Crotone e il Ministero dei Beni Culturali (Mibac).

    Il finanziamento è così suddiviso: 36.000.000 € sono a gestione del Comune, 20.100.000 € ad uso del Mibac, e 5.600.000 gestiti direttamente dalla Regione.

    L’accordo sottoscritto a marzo 2018 tra i tre enti prevede anche un tavolo di coordinamento (in cui i tre soggetti sono rappresentanti) per il monitoraggio del progetto.

    A fine luglio dell’anno scorso sono state firmate, e non senza fatica, le prime convenzioni, seguite a marzo di quest’anno da altre quattro.

    Fin qui potrebbe tutto essere annoverato nella classica lentezza pachidermica della burocrazia, ma come dice un vecchio detto: “a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca”.

    Entriamo nello specifico per comprendere meglio i nostri dubbi.

    Il Comune ha una serie di interventi su cui può agire in autonomia (strada per Capo Colonna e scuola San Francesco) e l’iter per le progettazioni è già cominciato, per cui da qui a breve si potrà andare a gara per la realizzazione delle due opere, ma la maggior parte degli interventi dell’ente locale dipendono dal Mibac, ed in modo particolare da segretariato regionale, qualcuno deve essere realizzato solo il controllo diretto della Sovrintendenza, altri, e non sono pochi, possono partire solo dopo l’intervento del Ministero.

    Sin qui nulla quaestio, visto che si tratta di scavi archeologici e valorizzazione.

    E allora dove nasce il problema?

    Il problema nasce nel momento in cui il Mibac non agisce, non chiede anticipazioni, non presenta schede progetto e studi di fattibilità, non fa partire l’archeologia preventiva, non procede alle progettazioni degli scavi. Cioè il Mibac non fa nulla, il segretariato latita, la sovrintendenza risulta assente come sempre.

    E chi potrebbe denunciare questo dannoso immobilismo e smuovere il ministero, punta il dito verso la città, forse proprio per confondere.

    Ad oggi il segretariato regionale ha presentato un solo studio di fattibilità, quello su Capo Colonna, quella area cioè su cui lui se la canta, lui se la suona e lui si batte le mani da solo. Su tutto quello che, invece, riguarda il parco urbano non una sola parola.

    Ed anche sulla scheda di Capo Colonna c’è qualcosa che non va. Per questa linea d’intervento sono stati stanziati 3.570.000 €, di cui 981 mila euro per migliorare l’accessibilità e la fruizione del parco, 90.228 € per opere di natura archeologica (scavi), 478.890 € per la sistemazione di aree verdi, 513.000 € per opere di allestimento multimediale e visita virtuale, 600.542 € per impianti (videosorveglianza, illuminazione e impianti a supporto).

    Cioè più che un progetto di valorizzazione del parco archeologico sembra che sia una semplice opera di manutenzione ordinaria e straordinaria.

    Su tutto il resto il Mibac è totalmente immobile, soprattutto su ciò che riguarda il parco urbano, e, giusto a mo’ di esempio, anche sull’area accanto allo stadio Ezio Scida. Un immobilismo, quest’ultimo, che non giustifica l’accanimento del segretariato nel voler a tutti i costi smantellare la nuova tribuna e i nuovi spogliatoi.

    È chiaro che il solo Comune di Crotone non ha la forza per contrastare il Mibac, così come appare troppo complice l’attuale silenzio su questi temi di chi fino al 4 marzo 2018 attaccava la sovrintendenza ed in modo particolare il segretariato regionale della Calabria, ed oggi invece tace, anzi parla di altro e di altri.

    Come accade spesso i problemi sono a Crotone ma le soluzioni si trovano a Roma, peccato che chi ci dovrebbe rappresentare nella capitale, oggi come ieri, è troppo impegnata in una continua e instancabile campagna diffamatoria del territorio per poter rappresentare le esigenze di questa nostra comunità, forse perché complice di quei poteri forti che da sempre hanno impedito qualsiasi sviluppo di Crotone e della sua provincia.

    Altro che governo del cambiamento, qui gattopardescamente “tutto cambia per non cambiare”.

    Ma che sia chiaro a tutti, questa città è stanca di subire le angherie dei “potenti”. Antica Kroton non sta solo rispolverando la nostra più che millenaria identità, ma sta rinvigorendo lo spirito crotoniate che ha portato Kroton ad essere la capitale della Magna Graecia, uno spirito indomito che sapremo riversare contro i nemici della nostra città.

     

    Segreteria politica

    Laboratorio Crotone

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