Spazzatura, la situazione dell’impianto di Ponticelli

Corrado: "40 tonnelate su 90, non arrivano all'impianto di Ponticelli"

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    Leggo che delle circa 90 tonnellate di rifiuti prodotte giornalmente a Crotone nella stagione estiva, solo 50 raggiungono l’impianto di Ponticelli, o meglio il Polo Tecnologico di Crotone, come pomposamente lo chiama la Ekrò scarl, che lo gestisce unitamente a quello di Rossano-località Bucita. Quasi metà dei rifiuti solidi urbani (RSU) resta sul territorio, dunque, accatastato accanto ai cassonetti e nelle decine di aree abusivamente utilizzate a tale scopo dai cittadini, che spesso non hanno o non ritengono di avere alternative. Al dibattito in corso sui media aggiungo altri elementi: il 18 giugno scorso ho segnalato ai Carabinieri Forestali e del Nucleo Operativo Ecologico la gravissima situazione di Ponticelli. Gravissima non solo perché il conferimento si limita a 50 su 90 tonnellate ma perché le condizioni dell’impianto, che è ormai l’ombra del sito tecnologico dei tempi di Veolia, sono così compromesse da porre a rischio costante l’incolumità e la salute della quindicina di addetti. Ho infatti raccolto informalmente le loro lamentele, corredate da immagini inequivocabili che li mostrano esposti senza tutte le dovute precauzioni a fumi, tanfo di putrefazione oltre i limiti di tollerabilità e pericolose esalazioni di metano, caldo insopportabile, percolato diffuso su tutte le superfici (anche interne ai capannoni), oltre a documentare un contatto troppo ravvicinato e costante con i rifiuti movimentati dal ‘polpo’ meccanico, nel cui raggio pericolosamente si muovono.

    A distanza di appena qualche giorno, sono scattati i controlli del caso; ringrazio perciò tutte le forze dell’ordine e gli uffici dell’ASP coinvolti nell’operazione. Nell’attesa di conoscere l’esito ufficiale di quelle verifiche, però, ho integrato la prima nota con alcune informazioni relative alle fasi immediatamente precedenti e subito successive ai sopralluoghi effettuati. Pare, infatti, che prima che i tecnici del Servizio Igiene e Sanità arrivassero sul posto, la Ditta, già al corrente, abbia tentato di ‘correre ai ripari’ (nei limiti consentiti dalle pessime condizioni dell’impianto). Soprattutto, è stato spento il trituratore che, ormai obsoleto e da tempo malfunzionante, è fonte di gran parte dei fumi, dei rumori e in generale delle problematiche che gli addetti lamentano. Lo spegnimento è stato giustificato con presunti lavori di ammodernamento dell’impianto, in realtà appaltati ma non ancora avviati. L’episodio, molto grave e purtroppo non isolato, si commenta da sé.

    La necessità di mantenere in funzione il Polo Tecnologico di Ponticelli è indubbia ma non è possibile farlo a qualsiasi prezzo, né consentire a chicchessia di violare impunemente le stringenti norme di gestione di simili impianti, soprattutto se la salute dei lavoratori e la qualità del servizio che i cittadini pagano profumatamente ne risultano compromesse. Ho chiesto, dunque, che la Proprietà (Ekrò fa capo all’Envì Group) sia chiamata a ripristinare immediatamente condizioni di lavoro decorose e lecite, eventualmente anche mediante le sanzioni pecuniarie previste in caso di gravi violazioni, argomento di sicuro effetto… È impensabile, del resto, che un affare da milioni di euro, qual è il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti (e non apro volutamente il capitolo differenziata!), sia gestito con l’incoscienza e il pressappochismo che oggi regnano a Ponticelli.

     

    Margherita Corrado (M5S Senato)

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