HORA, il documentario girato nei comuni arbëreshë torna in Calabria

Le registe Maria Alba e Graziana Saccente presenteranno il cortometraggioprodotto dallo scrittore Stefano Benni nelle suggestive piazze di San Nicola dell’Alto,Carfizzi e Pallagorio

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    Il documentario HORA – Una Storia Arbëreshë, di Maria Alba e Graziana Saccente, prodotto dallo scrittore Stefano Benni, si prepara a tornare nei luoghi dove è nato, grazie alla collaborazione tra i tre comuni arbëreshë del Crotonese, San Nicola dell’Alto, Carfizzi e Pallagorio, che insieme al team di HORA hanno organizzato tre serate-evento da non perdere:
    si inizia il 12 agosto a San Nicola dell’Alto, alle ore 21.30 presso l’Anfiteatro Comunale; si prosegue il 13 agosto a Carfizzi, alle ore 21 in Largo Skanderbeg e infine il 14 agosto sarà la volta di Pallagorio, alle ore 21, in Piazza Dante.
    Alla presentazione di San Nicola dell’Alto interverrà la prof.ssa Giuseppina Turano, Docente di Lingua e Letteratura Albanese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia; le altre due serate saranno condotte rispettivamente dalla giornalista Maria Spadafora e dal prof. Leopoldo Medea, entrambi ne cureranno anche l’introduzione. A tutte e tre le proiezioni saranno presenti le registe.
    Dopo aver partecipato a importanti Festival dedicati al cinema documentario e aver proiettato in prestigiosi cinema ed eventi culturali, in varie città da Nord a Sud, ottenendo molti consensi e riconoscimenti, tra cui quello dell’Università del Salento per il valore scientifico e sociale, Maria Alba e Graziana Saccente racconteranno la loro opera per la prima volta davanti al pubblico calabrese.
    Saranno presenti, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni comunali, la protagonista Anastasia Maccarrone, che volentieri incontrerà il pubblico per curiosità e domande, e alcuni membri del team
    del film, tutti insieme per un triplo evento che si preannuncia come una vera e propria “festa del ritorno”.

    Il cortometraggio tratta la questione dell’identità italo-albanese, che è estremamente complessa e non completamente risolta e accettata. Storicamente, gli Arbëreshë sono la minoranza italo-albanese presente da più di seicento anni in Italia, discendenti dagli albanesi che soprattutto a partire dal XV secolo furono costretti a lasciare le proprie terre in seguito all’invasione ottomana.
    Fino al secolo scorso le comunità arbëreshë custodivano ancora dei tratti distintivi che le caratterizzavano rispetto ad altre realtà del Meridione, ma negli ultimi sessant’anni molto è andato perduto: le parole contaminate, la ritualità cambiata, i luoghi dimenticati. Nonostante questo, gli Arbëreshë rappresentano ancora oggi il più grande esempio di interculturalità in Italia.
    In un momento storico complesso del nostro Paese, la storia della comunità Arbëreshë offre quindi la possibilità di pensare ad un modello realizzabile di convivenza pacifica e di integrazione tra culture diverse, preservando le identità plurali.
    Attraverso l’esperienza diretta e le riflessioni della protagonista, il documentario offre un punto di vista più autentico e personale sull’evoluzione attuale di questa minoranza etnico-linguistica, tentando di andare oltre le riduzioni folkloristiche e le nostalgie arcaizzanti per indagare cosa significa “essere arbëreshë” oggi, con lo sguardo vòlto al futuro di queste comunità.

    La protagonista Anastasia è nata a San Nicola dell’Alto, dove ha trascorso la sua adolescenza, ma vive a Bologna da quindici anni. Ogni estate affronta il suo lungo viaggio in treno per tornare a casa, attraversando l’Italia da nord a sud, tra cambi, coincidenze e conversazioni, quasi come un rituale sacro verso la propria terra. Questa volta però Anastasia decide di condividere il viaggio con un’amica;
    inizia così un’avventura che la porterà ad aprire la sua interiorità e a riscoprire quel mosaico di culture che la contraddistingue.
    Ma cosa significa Hora? «“Hora” è una parola arbëreshë che ha molti significati e che in italiano non trova una traduzione univoca» – spiegano le autrici – «“Hora” significa “Paese”, ma simbolicamente rappresenta anche il legame con le proprie origini.”».
    «Siamo davvero felicissime di tornare a “casa”» – proseguono le registe – «e ringraziamo i comuni
    di San Nicola dell’Alto, Carfizzi e Pallagorio per la loro disponibilità e per aver accolto questo progetto con entusiasmo. Non vediamo l’ora di presentare il film in questi luoghi dove il nostro viaggio è iniziato».

     

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