Inadimplenti Non Est Adimplendum

Domenico Gattuso : "Chiediamo, ai Costituzionalisti, alle associazioni di consumatori, ai comitati di cittadini, di fare diventare Diritto Vivente la Costituzione, di difenderla realmente, difendendo i figli di questo Stato dallo scempio di vite che ne stanno facendo"

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    Per forma mentis crediamo nei Fatti che traducono Idee, Progetti, Aspirazioni, Sogni. 
    Crediamo nella Forza di un Popolo che chiede con orgoglio, senza deferenze e anacronistice riverenze, il riconoscimento dei suoi Diritti. 
    Sappiamo che la Costituzione è il Contratto sociale che tutti noi stipuliamo fin dalla nascita. E crediamo sempre in quel Contratto Sociale. Ius soli e ius sanguinis concentrato in due parole: cittadino italiano. Ed in un verbo: nascere.
    Presupposti del Contratto. 
    Ogni contratto si definisce: sinallagmatico. Un aggettivo che si ama sin da subito. Per il suono, per la dolcezza nella pronuncia, per il significato. Significa: a prestazioni corrispettive, tradotto in breve ” do ut des”. 
    Principio alla base di ogni rapporto con “obbligazioni che nascono dall’ avere sottoscritto un contratto”.
    Diritti e Doveri codificati, dai quali non si può prescindere o derogare.  Articoli che divengono Vangelo e che da 70 anni regolano il nostro vivere civile. 
    Ci giura chi nasce e nel momento stesso in cui nasce. Ci giura il Politico, il Professionista, il Lavoratore, l’Uomo in quanto Essere Umano. Ci giura lo Stato. 
    E, pur essendo in posizione preminente, essendo espressione di una Nazione, non sono clausole vessatorie, non dovrebbero esserlo anche se spesso, subdolamente, leggi ordinarie redatte da legislatori distratti o, peggio, asserviti, hanno trasformato Fulgidi Diritti in squallidi Favori.
    Esiste un brocardo mutuato dal diritto romano: ” Inadimplenti non est adimplendum” (a colui che non adempie non è dovuto alcun adempimento). Letteralmente in italiano: all’inadempiente non è dovuto l’adempimento.
    “Esprime un principio di diritto presente in vari ordinamenti: ciascuna delle parti di un contratto con prestazioni corrispettive può non adempiere la propria obbligazione ove l’altra parte si rifiuti di adempiere la propria”.
    Il principio è espresso, per l’ordinamento italiano, nell’articolo 1460 del Codice civile.
    Il medesimo principio è vigente anche nel diritto internazionale”(cfr. Wikipedia).
    Pertanto, applicando il principio che l’opinione comune e la giurisprudenza hanno elevato al rango di consuetudine vincolante, una messa in Mora dello Stato italiano e delle istituzioni intermedie sarebbe corretta, giusta, necessaria e, al punto in cui siamo: DOVEROSA laddove quello stesso Stato o quella istituzione intermedia è inadempiente nel garantire i diritti di cui al contratto sociale. 
    Al momento in cui siamo lo Stato, la Regione invece, ci prescrive un imperativo: Solve! (adempi).
    In cambio di cosa? 
    Lo Stato e/o l’istituzione intermedia si trasforma in banca e ci fa firmare vuoti schemi e formulari in posizione dominante senza farci neppure sottoscrivere a parte le c.d Clausole Vessatorie. E spadroneggia.
    E calpesta diritti scaturenti da quel Contratto che si chiama Costituzione di cui noi tutti dovremmo imporre il Rispetto e l’Adempimento. 
    Nulla Contra Legem, ma Pro Legem, la Nostra Magna Carta, vilipesa ed offesa. 
    Lo Stato vorrebbe proporci oggi la formula del Solve et Repete (prima adempi e poi, se e’il caso chiedi all’altra parte ragione del suo inadempimento). Dimentica, però, lo Stato che il principio dell’inadimplenti non est adimplemdum può essere derogato solo “di comune accordo dalle parti con la clausola solve et repete che obbliga un contraente prima ad adempiere puntualmente e poi ad agire nei confronti dell’altro eventualmente inadempiente”
    Nel caso di specie, NESSUN CITTADINO ITALIANO HA SOTTOSCRITTO QUESTA CLAUSOLA. 
    Pertanto, chiediamo, invece, ai Costituzionalisti, alle associazioni di consumatori, ai comitati di cittadini, di fare diventare Diritto Vivente la Costituzione, di difenderla realmente, difendendo i figli di questo Stato dallo scempio di vite che ne stanno facendo.

    Diritti, non Favori, con il richiamo al Giuramento fatto ed al Contratto sottoscritto alla nascita. 
    Le parole sanno essere Pietre, quelle contenute nella nostra Costituzione sono pietre miliari. Non dobbiamo inventarci nulla, solo applicarla e chiedere a muso duro che chi DEVE RENDERE QUEI SERVIGI LO FACCIA SENZA SE E SENZA MA, e senza strumentalizzazioni. 
    Non occorre essere osannanti a Piazza del Popolo in Roma.  
    Basta la Costituzione in mano. E non ci dovrebbero essere su questo punto posizioni dubbie di Destre o Sinistre. 
    Chi potrà’ farci inginocchiare contro un muro per il solo fatto di Volere Applicare la Costituzione a tutti i livelli del vivere civile e dei rapporti?

    Inadimplenti non est adimplendum (“all’inadempiente non è dovuto l’adempimento”) è il motto con cui metteremo in mora chi è debitore di Diritti nei confronti dei cittadini. Lo faremo per i beni comuni. Lo faremo per il diritto alla mobilità, ai trasporti.  Lo faremo ogni qualvolta tenteranno di chiamare Favore ciò che invece sin dalla nascita ci appartiene… per Contratto!

     

    Riceviamo e Pubblichiamo

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