“Massimeddu e la rivoluzione” è un reading/concerto di Ettore Castagna

“Massimeddu e la rivoluzione” è un reading/concerto di Ettore Castagna tratto dal suo romanzo “Tredici gol dalla bandierina edito da Rubbettino nel 2018, inserito nel programma del Teatro della Maruca


di Simone Carozzo

 

Inserito nel programma della stagione del Teatro della Maruca, “Massimeddu e la rivoluzione” è un reading/concerto di Ettore Castagna tratto dal suo romanzo “Tredici gol dalla bandierina edito da Rubbettino nel 2018

Viene raccontata la storia di Vito Librandi, liceale durante il periodo rivoluzionario  degli anni ’70, alternato da mastro  Totò Tomaselli, classe 1899, suonatore di chitarra battente e nonno di Ettore Castagna, che canta diverse famose canzoni dei cantautori italiani “terronizzandole” cioe traducendole nel dialetto di Catanzaro. un dialetto in cui non esiste il futuro dei verbi, a dimostrazione che siamo un popolo senza futuro.

Nello sfondo di tutto le gesta atletiche di Massimo Palanca detto Massimeddu, leggendaria ala sinistra del Catanzaro tra il 1974 e 1981 (e poi ancora tra il 1986 e il 1990), famoso per aver segnato 13 volte direttamente dal calcio d’angolo.

Durante lo spettacolo, Ettore Castagna, si divide tra lettura di stralci del suo libro e  le canzoni accompagnate dalla chitarra battente ed altri originali strumenti musicali (malarruni, mundizzofono, zampogna inesistente). Il racconto principale ripercorre il periodo di lotta e ricerca di liberta e cambiamento, visti con gli occhi speranzosi e sognanti di un ragazzo, in una terra dove non succede mai nulla.

Curiosamente il libro “Tredici gol dalla bandierina” ha ottenuto diverse recensioni sulle principali testate giornalistiche sportive (TuttoSport, Gazzetta dello Sport, SportWeek) pur non parlando di calcio giocato. E’ un libro sostanzialmente autobiografico, parlando della generazione dei giovani impegnati politicamente che hanno sognato il cambiamento, vivendo al sud ma pronti ad emigrare per realizzare i propri desideri. Nel romanzo, una scena di grande impatto è quella del corteo femminista dell’8 marzo, per cui le compagne rifiutarono il supporto dei compagni di sesso maschile, volendo mostrare da sole la propria forza e il proprio coraggio.

Massimo Palanca era un giocatore con un fisico poco atletico essendo piccolo e con le spalle curve, ma capace di illuminare il campo con le sue giocate magiche. Anche lui simbolo di quella generazione che voleva sognare e lottava contro immobilismo della propria terra, cercando una rivincita sociale e un orgoglio regionale che nell’ambito sportivo il Catanzaro in serie A rappresentava.