Ecco l’antica ANTICA KROTON: disfattista sarà lei e tutta la sua razza! foto

Dopo ruberie, ritardi e rimodulazioni c’è pure chi PRETENDE di non essere ridisturbato

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    Mai disturbare il manovratore di soldi!

    In questa terra c’è una regola che non gode di alcuna eccezione, nemmeno di quelle  bizzarre che, come il vecchio adagio popolare insegna, fanno risultare “irregolarità” persino utili alla comprensione della bontà della regola stessa.

    La regola, che inevitabilmente è divenuta così più dittatura, riguarda le grandi questioni che hanno “sgovernato” strategici interessi politici, economici e sociali: pur di spartirsi fette di torte, quasi sempre minime, è sempre stata cancellata, ad arte, memoria certa e certificabile di altre fette di torte, sempre più grandi delle successive. Così è avvenuto per il destino degli insediamenti industriali che ha visto “vincenti” solo i 4 protagonisti sindacali che hanno nomi e cognomi (ce ne occuperemo con una inchiesta a parte).

    Così è proseguito e si sta “conclamando” con la vicenda Bonifica degli stessi siti di cui sopra, con il conseguente rapporto pecoreccio con ENI (e ce ne stiamo occupando da più di 4 anni), e con l’ancora più pericoloso sperpero di risorse pubbliche (che qualche luce, forse, potrà ricevere solo grazie al dottore Ciociola rileggi Bonifica, il giudice scrisse: fascicolo madido di illeicità (con videointervista e documento originale).

    E così sta accadendo (e pure da più tempo) su Antica Kroton che avrebbe dovuto portare 100 milioni di euro in quello che sarebbe potuto e dovuto essere il primo investimento per “riconvertire” il presente ed il futuro di una terra che non ha mai saputo volgere lo sguardo verso turismo, arte e storia dopo la parentesi, di mussoliniana memoria, dedicata appunto a fabbriche che hanno portato padroni, classe operaia(?) e veleni.

    Dopo le prime schermaglie politiche consumatisi all’indomani del brindisi di Pugliese e Sculco al calice riempito(?) da Oliverio per il recupero di 67,2 milioni (dei 100 di cui sopra) proprio di Antica Kroton, ci è rivenuto in mente chi potesse autorevolmente aiutarci a ricostruire il percorso di questo progetto “venduto” come già fatto a questo territorio almeno 4 volte in più di 10 anni.

    E chi se non Antonio Senatore, crotonese, Direttore generale di Arethusa Srl dal 2004 al 2010 (mentre oggi è Direttore del Gruppo CIVITA).

    E mentre stavamo finendo e definendo l’intervista con lo stesso professionista che da allora in poi portò occasioni ed interlocutori autorevoli per studiare ed intercettare risorse così come per fu per il Parco Scientifico e Tecnologico, ci è arrivata la controreplica della neo senatrice Corrado e, udite udite, il report di un incontro in Comune fra amministratori dirigenti imprenditori e sindacati (con l’immancabile presenza di un rappresentante degli Sculco!).

    Noi disfattisti e disturbatori dei manovratori di soldi?

    Loro crotonesi che fanno cose… ?

    Beh, visto che nemmeno ai più retrivi governi africani è mai balenato in mente di farsi scatti fotografici mentre svendono le materie prime agli occidentali, noi continueremo a cercare fonti, carteggi per informare e, soprattutto, proseguiremo a chiedere trasparenza e regole ed a sostenere chi le pretende!

    Quando si presenterà alla città, e non solo a 4 compari, il progetto rimodulato con una scaletta dei bandi? A quando un crono programma dell’impiego di soldi pubblici visto che i codici degli appalti italiani ed europei non prevedono “tavoli direttivi” di alcun tipo? Quando sarà chiaro come e quando si intersecherà il tutto con la Bonifica che era e rimane propedeutica?

    Abbiamo visto, assistito e raccontato tanti progetti, milioni di convegni su questo tema, sarebbe l’ora di crono programmi chiari e, soprattutto, verificabili.

    Oggi possiamo riprendere proprio da un convegno del 2006 alla Casa Rossa che, per la prima volta, concretizzava ad addetti ai lavori, istituzioni e media proprio Antica Kroton (qui ne riportiamo alcuni riepiloghi di oltre 70 pagine presentate proprio allora). Fu in quella occasione che proprio il dottor Senatore, che ci scuserà per la digressione di cui sopra, presentò assieme ad Arethusa ed alle più alte rappresentanze istituzionali dell’epoca, per la prima volta ANTICA KROTON!

    CROTONEINFORMA: Caro dottor Senatore, viste le perplessità (chiamiamole così per eufemismo largo) del dottor Ciociola per ciò che si è fatto e come si è fatto sulla bonifica (rilinkiamo il nostro ); viste le varie rimodulazioni di Antica Kroton e visto che, sempre sulla stessa area, dovrebbero essere impiegati altri 70 ed oltre milioni di euro da parte del Commissario Belli per la sentenza contro Eni condannata a risarcire il danno ambientale. Ci può aiutare a ricostruire cosa si sarebbe dovuto e potuto fare, visto che Arethusa, per cui lavorava nel 2006, era partner negli studi iniziali di Antica Kroton tanto che organizzò quel Convegno di presentazione alla Casa Rossa che ricordavamo?

    Antonio Senatore: “Iniziamo col cercare di comprendere perchè parlammo subito di IDEA PROGETTO ANTICA KROTON, e diciamo subito che considerare le presenze archeologiche, per quanto rilevanti, un fattore a se stante per la realizzazione di forme sostanziali di sviluppo sociale ed economico si è dimostrato essere impresa ardua e spesso effimera, a Crotone. La mia amata terra, troppo spesso, ha legato questo orizzonte più a processi mediatici che ad interessi naturali dell’utenza; così come troppo spesso si è quasi preferito considerare l’area dismessa della ex Montedison solo un ingombrante fardello edilizio e storico da demolire, senza cogliere davvero le possibilità di un riuso di un patrimonio edilizio che quasi sempre altrove è stato considerarato storico e monumentale; infine come non meravigliarsi che ancora non è decollato nemmeno un piano di bonifica e di ripristino delle condizioni di vivibilità assoluta dei tre siti facendo finalmente giustizia di un passato?

    Ecco perché è necessario ed improcrastinabile riprendere L’idea progetto “Antica Kroton” che avevamo proposto come Arethusa (ben 12 anni fa); questo aspetto concettuale conteneva, al suo interno, l’obiettivo generale (e step tecnici concreti) di realizzare un sistema di sviluppo compatibile recuperando l’area archeologica di Crotone prospiciente la dismessa area industriale (sito, non dimentichiamolo, che ospita la presenza archeologica urbanistica più importante del versante ionico con caratteristiche uniche anche se con ridotte peculiarità di fruizione viste le “complesse” caratteristiche); mai disgiungendo tale assunto così rilevante dall’altra caratteristica unica: l’area  industriale stessa contiene manufatti di notevole rilevanza dimensionale ed in alcuni casi estetica comprendendo tutta l’ex Montedison con l’annesso water front, ovvero la fascia litoranea fino al mare.

    E noi come Arethusa, avevamo già intrapreso iniziative di recupero del fallimento industriale, come a Montalto di Castro ove la chiusura della centrale nucleare lasciò migliaia di lavoratori disoccupati; ed è qui che sperimentammo l’idea di una scuola cantiere (oltre cento dipendenti) che ancor oggi opera.

    Per Crotone va pure ricordato il livello dell’equipe fatta scendere in campo dalla società Arethusa. La squadra fu capitanata dal compianto professor Muratore docente universitario ed esperto di archeologia industriale, al suo fianco, solo per citare il più noto, c’era il prof Franco Sicilia, allora capo dipartimento del ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, con il quale fu siglato l’accordo quadro siglato tra la Provincia di Crotone e la Soprintendenza Archeologica della Calabria. A testimonianza dell’interesse della proposta a livello ministeriale, c’è da rammentare che furono pure stanzianti € 200.000 euro da pare dell’allora ministro Rutelli per la realizzazione di un progetto di fattibilità, a riprova proprio della  condivisione istituzionale di altissimo livello della proposta stessa. 

    Ed infatti si pensava alla bonifica come strumento di opportunità per la riqualificazione urbana dell’intera area nord della Città attraverso il recupero e la riconversione delle strutture industriali,  e, non ultimo, ad uno sviluppo occupazionale stabile e duraturo.

    E qui vi sarebbe la prima e più importante differenza con l’attuale accordo che sembrerebbe solo un vecchio modo di ripercorrere la logica di finanziamenti a pioggia senza avere una indispensabile visione di sviluppo per il territorio.

    Si dimentica inoltre che a Crotone l’area di intervento è articolata in tre fasce parallele, tre rettangoli dell’estensione di circa 60/67 ettari ciascuno, separati dall’attraversamento della SS 106 dorsale ionica che divide l’insediamento industriale a ridosso della fascia costiera dall’area propriamente archeologica posta superiormente alla strada statale. Le tre fasce, in quella idea progetto, furono comprese in un insieme sinergico ove gli interventi si correlavano verso obiettivi e finalità comuni.

    Il recupero di queste tre aree e la loro bonifica in termini di disinquinamento, opera primaria e propedeutica ai successivi interventi, offriva una opportunità unica per la restituzione al patrimonio culturale mondiale di uno dei centri urbani antichi più rilevanti dal punto di vista storico e archeologico e nel contempo, si dimostrava come si poteva e doveva definire un sistema integrato di sviluppo.

    Un processo che poneva al centro il turismo e “l’industria culturale”, da supportare e mettere a reddito, una volta a regime, tutta una serie di servizi che dovevano essere allestiti nel patrimonio edilizio del nucleo industriale,  il tutto affacciandosi su di una fascia litoranea da restituire al suo aspetto naturale. Ribadendo, prima di tutto che andava effettuata la bonifica integrale del sito.  

    Realizzando tutto questo e, soprattutto, rispettandone i tempi e le modalità d’assieme, si poteva costruire realmente quell’ “Attrattore Culturale” unico a livello di bacino Mediterraneo.

    Da qui la necessità di iniziare un grande e complesso intervento che partendo, dalla fase di bonifica dell’area, dagli interventi di scavo e prospezione archeologica (che comunque di certo non avrebbero fatto affiorare un’altra Pompei), fino al restauro dei manufatti sia quelli industriali che i casali agricoli che con la loro rifunzionalizzazione, offrivano spazi a tanti servizi, strutture idonee a fornire  ospitalità, assistenza, ristoro e formazione per specializzare maestranze ed accogliere turisti e visitatori.

    Insomma tanto ambiente, tanti beni culturali, tanti servizi e tantissima occupazione… …non credo che siano obiettivi da poco o superati.

    E non sono certo io quello più adatto a specificare come si potesse e dovesse e si possa e si debba, con questa impostazione, riuscire a far divenire quel finanziamento un favoloso moltiplicatore economico con l’ausilio di una seria progettazione europea e la contestuale ricerca di uno e più partner privati a partire dal coinvolgimento di atenei vicini e lontani… Una delle prospettive più sconosciute, inesplorate e certamente foriere di adesioni è quella di un bando internazionale; sono certo che vi parteciperebbero fra le università più prestigiose al mondo, sapendoli scrivere e volendo “cedere” quote di gestione scientifica.”

    CROTONEINFORMA: Insomma oltre ai dubbi sull’autorevolezza degli interlocutori (diciamo tutti nostri), si possono condividere anche le perplessità tecniche della neo Sentrice Corrado circa questa ultima rimodulazione presentata? E’ dunque potremmo essere di fronte ad un accordo che può far nuovamente sperperare risorse pubbliche?

    Antonio Senatore: “…mi permetterà di non voler entrare nel merito delle”autorevolezze” eventuali o reali fatte scendere in campo ora…

    Posso dire senza alcuna possibilità di smentita, che all’epoca noi ci preoccupammo di due fattori essenziali:

    • la condivisione della proposta non solo a livello intellettuale (grazie ai contenuti tecnici);
    • ed una prospettiva generale, grazie ai connotati occupazionali previsti con lo sviluppo di attività “vocate” rispetto al territorio e quindi durature.

    Mi permetterà, inoltre, e sempre a proposito di autorevolezze, di sottolineare l’ineccepibilità scientifica dell’intervento previsto, con dei partecipanti ed una equipe prima descritta; vi è abbondante testimonianza e, per opportuno desiderio di riscoperta, accurata documentazione ancora a disposizione.

    Insomma ne cattedrali nel deserto ne sperperi inutili, ne finanziamenti a pioggia. Allora sembrava possibile che  tutto il retaggio di un passato remoto potesse essere finalmente spazzato. Oggi, a 12 anni di stanza, è ufficialmente tornato il fantasma che si voleva dimenticare, è forse ancora più triste che pericoloso, il che è dire tutto!”

    CROTONEINFORMA: Grazie Direttore, grazie davvero dottor Senatore è stato davvero particolarmente chiaro sul piano generale.

    Eravamo pronti a chiedere a Senatore di metterci a disposizione per ripercorrere più specificatamente le tappe di quel percorso del 2006 attraverso materiale scientifico, cartografico e schede progetto dell’epoca, in suo possesso, magari coinvolgendo altri interlocutori autorevoli.

    Ma qua rischia davvero di essere tutto bello che pronto!

    Anche le campagne di denigrazione all’incontrario nel nome del DIO DENARO, già pronto per essere spartito. E con la buona pace del dottore Ciociola che chiede ulteriori indagini su quello già spartito. Oppure ha visto per caso qualcuno rammenta che sono stati sperperati denari e presi in giro precari con i corsi di formazione di Durante e Zurlo?

    Ma non ci faremo intimidire certo da chi ci vorrebbe all’angolo dei DISFATTISTI.

    Al di là di chi ha veramente voglia di comprendere COM’ERA l’antica ANTICA KROTON e come vogliono farla diventare oggi, continueremo a ricordare ai manovratori non solo come stanno gestendo i beni storici più importanti così come ha opportunamente “fotografato” la neo senatrice Corrado.

    Proseguiremo a verificare i buchi e le mancanze rispetto agli annunci (che non si contano più) per la raccolta differenziata ancora al palo, le voragini sugli svariati piani di risanamento che vedono una sola certezza: più di 500 famiglie a spasso (ex Akros, Soakro, Aeroporto e Gestione Servizi). Con la viva speranza che le richieste di archiviazione in Tribunale possano diminuire, proseguiremo a raccontare con l’ausilio di carte e pareri; proseguiremo a pubblicare le vostre veline ed a farvi domande, tanto più continuerete a non rispondere perché disfattista è solo la razza di incompetenti ed arroganti che continua a sperperare risorse pubbliche!

    Procolo GUIDA

     

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