Kalòs kai agathòs … E MICA è DETTO (sic!) foto

Convegno dei Lions sul passato, il presente ed il futuro di Antica Kroton: confermato che l’argomento non può essere abbandonato a se stesso ed ad una classe “digerente” così sciatta ed elusiva attenta solo a 61,7 milioni di euro

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    *sotto la versione della Corrado arrivata il 27 giugno

     

    Crotone 23 giugno 2018, Lega Navale (e giammai Consiglio Comunale) dalle 17,00 è stata scenario di un convegno dei Lions sull’Antica Kroton che abbiamo seguito con interesse e “maggiorata” incredulità!

    Di fronte all’avvincente, didascalica,  appassionata e molto istruttiva esposizione dei relatori persino un critico per natura come l’avvocato Meo che, assieme alla presidenza dell’onorevole Sitra faceva le veci del Lions Club Crotone Host, non ha potuto esimersi dal ricordarci che per i greci “Kalòs kai agathòs“ e cioè che il buono è anche bello e che la nostra è una terra bella generosa e provvida che di opportunità ce ne concede sempre una seconda: generosità che immancabilmente noi utilizziamo generalmente, per commettere due volte lo stesso errore (a dire il vero pure tre, quattro e persino cinque). Ed il tutto già dopo che lo stesso Sitra aveva subito cercato di far comprendere con un ragionamento critico e puntuale quanto le istituzioni continuino a marcare ritardi ed assenze ben più significative del diniego dell’utilizzo della Sala Consiliare.

    E’ così che il convegno dei Lions ha subito regalato molti temi di riflessione che meriterebbero un approfondimento maggiore; e dovremmo e vorremmo avere tempo e capacità per analizzare intervento per intervento di ogni relatore!

    Ma per questa ragione vogliamo partire da ciò che ha anzi offerto qualcosa di nuovo, e iniziamo dagli ultimi due; da quello del dottor Giovanni Leucci che ha relazionato su “Kroton che verrà le prospezioni geofisiche l’aerotopografia archeologica e il telerivemento da satellite come premessa allo scavo archeologico e per la  ricostruzione antica della città”.

    Tante parole tecniche per illustrare un concetto sempre chiaro e “disponibile” quello sottoposto all’attenzione di una platea incredula: ed ovvero, la possibilità di individuare un sito archeologico e persino valutarlo nella sua consistenza, senza usare pala e piccone!

    Torneremo su questa opportunità che la scienza ci offre e che ha trovato applicazione tante volte nel mondo, e speriamo anche per mano dello stesso illustre relatore; ma ciò detto, già ci poniamo il primo interrogativo: ma tutti tali ritrovati della scienza sono stati utilizzati, nell’elaborato e tanto poco partecipato percorso che ha portato all’individuazione dei siti da scavare e riportare alla luce con i circa 62 milioni di euro dell’Antica Kroton?

    Ci spieghiamo meglio: ma quando il Comune di Crotone ci propone di scavare un buco nel parcheggio alle spalle della Posta centrale (giusto per fare un esempio), sa cosa c’è sotto?
    Tanto più che stiamo parlando di una voragine che potrebbe trasformarsi alla prima pioggia in una nuova piscina (quasi come quella della ex Coni abbandonata a se stessa ed alle zanzare) così come ha avvertito la stessa senatrice Margherita Corrado evidenziando che le tecniche costruttive degli insediamenti greci, non resisterebbero ad un simile trattamento e che, per come molte altre volte avvenuto e documentato, mancando la possibilità di mettere all’asciutto i ritrovamenti di età greca, ci ritroveremmo in un breve volgere di tempo, alle prese con la triste necessità di dovere smaltire una poltiglia di fango, perché altro non resterebbe di insediamenti archeologici.

    La successiva relazione del dott. Francesco Gabellone è stata incentrata sulla “Kroton che verrà”, come dire le inimmaginabili opportunità offerte dai linguaggi digitali per la comunicazione scientifica e culturale.

    Uno strumento ampiamente sottovalutato, sempre e soltanto nel nostro territorio (sic!).

    Dopo tanta bellezza arriviamo così all’intervento dell’avv. Fabrizio Meo che innanzitutto ha proposto un sintetico quanto vorticoso riassunto degli ultimi 38 anni, dal “ritrovamento” dell’antica Kroton che ha impedito il raddoppio dell’area industriale previsto su un’area di 850.000,00 metri quadrati,  passando per la posa della prima e persino della seconda pietra dell’antica Kroton (sempre prima però per le truppe cammellate che si portavano dietro i potenti di turno): d’altronde una tradizione tutta nostrana, ridicolizzata, dalla rassegnata considerazione della dott.ssa archeologa Corrado che ci ha fatto notare come di pietre,  l’archeologo non ne pone affatto, semmai ne toglie via per riportare alla luce e persino distruggere qualche strato archeologico a preferenza di altri.

    Trentotto anni di disillusioni e gli ultimi dieci almeno, di campagne elettorali nel nome dell’antica Kroton; anni anche d’indagini con annesse richieste di archiviazione su decisione della Procura e poi riaperte a fronte di illiceità che gridavano vendetta a Dio e che invece l’ansia di “pacificare” un territorio ha fatto si che sulle stesse calasse un silenzio che sa di resa e di rassegnazione (non certo per noi che avremo il piacere di ripercorrere con la riproposizione di due articoli più che esaustivi: a partire da Ecco l’antica ANTICA KROTON: disfattista sarà lei e tutta la sua razza!

    e proseguendo con

    Bonifica, il giudice scrisse: fascicolo madido di illeicità (con videointervista) 

    Ma due soprattutto sono state le puntualizzazioni nell’intervento dell’avv. Meo che più delle altre abbiamo il torto che ci continuino a colpire (e pare sempre solo noi), non tanto perché ignote a qualcuno, quanto perché sulle stesse era sino ad ieri calato un silenzio più che interessato.

    Innanzitutto la delibera del Consiglio comunale di Crotone, del 13 maggio 2015, adottata a furor di popolo dopo i moti autenticamente popolari noti anche come i fatti di Capo Colonna, una delibera adottata per la prima volta nella storia dell’Assise comunale su proposta diretta di due associazioni facenti capo a due donne fiere, coraggiose ed unite all’epoca, Linda Monte e Margherita Corrado,  e che oggi quest’ultima è pure nei panni di senatrice della Repubblica e pensiamo che le due cose non siano assolutamente disgiunte… (ma questa è un’altra storia).  (e rileggiamoci anche Tutti “superpartners” di Capo Colonna ).

    Relatore in consiglio di tale proposta fu appunto l’allora consigliere Meo il quale, ieri, ci ha rammentato come la deliberazione del Consiglio adottata a spalti gremiti di una folla giacobina ed entusiasta, operava una precisa scelta di campo, in favore della destinazione degli allora 100 milioni di euro poi divenuti “soltanto” 62 nel nome del pareggio del bilancio della Sanità e che furono destinati, a preferenza di tutto, per la salvaguardia e la valorizzazione del promontorio di Capo Colonna.

    Una deliberazione che fu possibile solo per la pressione che l’altra eroica e certamente faticosa opera che un pugno di cittadini volenterosi ed incredibilmente uniti (per meno di un mese ahinoi) seppero pretendere per “l’occupazione” del promontorio lacinio di qualche mese addietro.

    Una  deliberazione che per un ovvio principio di continuità amministrativa dovrebbe assumere un preciso valore giuridico soprattutto di questi tempi nei quali, come vedremo, pur senza uno straccio di motivazione, i tre enti interessati alla cuccagna, Regione Comune e Mibact ci si spartiscono per competenza o per diritto (o per ius primae noctis?) di conquista di decine e decine di milioni di euro che pare rimangano l’unico vero interesse di tutti poi… (e questa è la storia e basta).

    Una deliberazione che pone (o dovremmo dire porrebbe) in capo al Consiglio comunale ed all’amministrazione un preciso, inderogabile, obbligo di istituire un partenariato permanente con il mondo dell’associazionismo, un cordone ombelicale cioè tra le segrete stanze del potere e la Città.

    Tutto questo dovrebbe, anzi, sarebbe dovuto accadere, ove soltanto uno degli attuali consiglieri in carica avesse idea di cosa sia la continuità tra due amministrazione succedutesi nel tempo, al pari del senso delle istituzioni e del fondamentale ruolo dell’opposizione… (ed ogni riferimento ai consiglieri Sorgiovanni e Correggia pure presenti ieri pomeriggio è puramente voluto).

    L’altra terribile constatazione fatta dall’avv. Meo, di fronte ad un uditorio interessato ed un tavolo dei relatori a tratti imbarazzato dalla piega degli eventi, ma comunque incline a riconoscere l’onestà intellettuale del nostro arringatore è stata sulla avvenuta, recentissima  rimodulazione dei 62 milioni di euro, con cui gli enti interessati si sono sulla base delle rispettive competenze e doveri istituzionali, “spartiti i soldi” dell’antica Kroton appunto.

    E scopriamo così che a fronte di una tanto gigantesca quanto referenziale attribuzione di responsabilità  gestionale, non è dato conoscere il contenuto di una soltanto delle schede tecniche descrittive, pure in possesso di tutti gli enti e dagli stessi secretati neppure si stesse custodendo qualche vergognoso segreto.

    Non un progetto ne di massima ne di “minima”, non un’idea nata in forza di un trasparente iter amministrativo che passi attraverso un bando di evidenza pubblica, nulla di tutto questo, non un singolo cronoprogramma quasi a sottolineare “mo avete aspettato 38 anni e che volete?”.

    La parte più difficile dell’intervento dell’avv. Meo è stata perciò proprio la parte conclusiva, perché se è pur vero che il bello è anche buono, oggi ci domandiamo cosa di buono possiamo aspettarci da una Città che ha lasciato fossero demoliti, proprio con i soldi dell’antica Kroton, quegli stabilimenti industriali, raro esempio di archeologia industriale, nei quali i nostri padri, senz’altro degni dei nostri illustri antenati, hanno versato il proprio sangue, nel nome delle sorti progressive di queste Nazione e per pagare scuola e benessere a noi figli.

    E proprio su questo concetto che si era speso l’intervento dell’archeologa e senatrice Corrado: del bene comune cultura non solo si mangia ma si crescono generazioni consapevoli e sempre meno barbare!

    E’ da questo concetto, che ovviamente presuppone consapevolezze di verità, la Corrado ha ottemperato ad una operazione di disambiguità certamente essenziale: l’area industriale che non è che una parte dell’Antica Kroton non è Pompei e, dunque, deve essere studiata e trattata con tecniche ed obbiettivi completamente diversi (ed ecco perché gli interventi succedutisi hanno riguardato cosa si può e si deve fare (vedi Leucci e Gabellone).

    Così come appassionato ed appassionante è stato l’esordio del dottor Dr. Alfredo Ruga, Archeologo del MiBACT che ha dettagliato con ricostruzioni puntuali (con citazioni che sono andate da Sculco ad Orsi) come Kroton, sia la città sotto la città ed i relativi problemi di conservazione. Una esposizione semplice quanto didatticamente efficace che non ha lesinato nemmeno un tratto fondamentale sullo stadio che insiste su di una area di grandissimo interesse (certo maggiore di quello della stessa area industriale) proprio perché riguarda quelle aree urbane che nascondo strati su strati che partono da quello greco, attraversano l’età romana e finiscono in quella del XIV secolo che hanno visto la polis Kroton proseguire e consolidare un ruolo centrale e primario in Calabria e nel Mediterraneo, a cui si può paragonare solo Siracusa!

    Sarebbe, anche qua, quasi indispensabile utilizzare il dottor Ruga, che ha vissuto e studiato a Crotone per più di 25 anni, per indirizzare e sostenere un ruolo “critico” di scuole ed associazionismo che troppo spesso viene “abbandonato” agli epigoni del nulla che ieri si chiamavano Scopelliti, Stasi, Zurlo e Vallone ed i cui figliocci (anche più sciattamente travestiti) oggi hanno pure l’arroganza di “aizzare” “ilpopolo” (tutt’attaccato) e tronfiamente ignorato ed ignorante.

    Un convegno dunque, questo dei Lions che se non verrà seguito da una vera e propria rivolta culturale, non potrà che significare per qualcuno, un alibi per sostenere che “io l’avevo detto” di fronte al sesto errore di una generazione ed un territorio che non se ne potrebbe permettere nemmeno uno!

    E speriamo che possa divenire finalmente chiaro che il nostro essere sempre così palesemente critici nei confronti della “minoranza” in Consiglio Comunale è puramente a salvaguardia di una piccola possibilità di cambiamento sia a breve scadenza, molto improbabile, quanto a proposito di un possibile futuro.

    Ed in soldoni traduciamo per chi vive oggi in questa città una esigenza specifica: ma se è vero ciò che andiamo denunciando da tempo e che è stato confermato ieri, cioè che le schede di applicazione della “spartizione” dei danari su Antica Kroton non sono che nella disponibilità che di pochi, che andiamo a dire a realtà come Officina Kreativa (giusto per citarne una) che non è in grado di progettare se non tramite qualche “dritta” che arrivi da via Firenze?

    E’ emerso, tra l’altro, proprio nel ricordo di un atto specifico quanto venne sprecata l’occasione data dal passato Consiglio Comunale che fu comunque costretto a creare una opportunità specifica sull’onda di un risveglio civile attorno a Capo Colonna; così come è evidente che se non si ha la capacità e/o voglia di crescere e far crescere realmente dal punto di vista amministrativo e culturale l’intero territorio, si raccolgono solo eredità pesanti se si ha invece solo capacità e/o voglia di “lucrare” elettoralmente sugli sfasci altrui.

    …e se Roma docet, Livorno non ride anche se “non olet”!

    Quello che ci chiediamo in questo momento è se tutto questo ragionamento riguarda, in qualche modo, i pensieri, le opere e gli obbiettivi di Margherita Corrado, perché non vogliamo, in alcun modo, ostinarci al peggio, all’ovvio ed al “noi lo avevamo detto e scritto”.

    Procolo GUIDA

     

    *Antica Kroton: la versione della Corrado

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