Iacucci fuori dal tempo e dalla storia

Non si è fatta attendere, la risposta da parte dei Democratici Progressisti, dopo le dichiarazioni di Franco Iacucci

Riceviamo e Pubblichiamo:

Siamo rimasti sorpresi nel leggere le dichiarazioni di Franco Iacucci che appare sempre di più politico di altri tempi, ormai dimenticati e superati dalla storia e dalla cronaca, che non un dirigente illuminato che possa traghettare il PD in un nuova dimensione più moderna, partecipata, aperta e dialogante, così come auspicata tutti i giorni dal segretario nazionale, Nicola Zingaretti.

Definire Maria Grazia Vittimberga “una candidatura arrivata con poca chiarezza e nata per provare a mettere confusione nel nostro campo”, significa solamente fare un torto alla verità.

La candidatura di Maria Grazia è nata in un’assemblea degli amministratori del PD, presentata anche per iscritto, alla presenza dello stesso Iacucci, e ha suscitato condivisione da un’ampia schiera di consiglieri comunali e sindaci, condivisione espressa anche dagli interventi di qualificati dirigenti del Partito Democratico.

L’unico torto della Vittimberga può essere quello di non piacere ad una ristretta cerchia dei insoliti ignoti, “identità sconosciute”.

Non crediamo che il nuovo corso del PD possa essere quello delineato da questi personaggi.

In questa fase noi abbiamo provato di tutto per cercare unità e dialogo, ma ci siamo trovati difronte a muri invalicabili.

Le frasi non possono non toccare la nostra sensibilità: Iacucci immagina di essere il commissario di tutto il centrosinistra e non solo di quel PD che, anche in questa fase elettorale, ha avuto tante defezioni.

Tra l’altro finge di ignorare che pochi giorni fa, si sono svolte le elezioni regionali e ci siamo presentati insieme e non diversamente e non in contrapposizione, in una coalizione a sostegno di Pippo Callipo, formata dalla lista del PD, dalla lista di “Io resto in Calabria” e da quella dei Democratici Progressisti, quest’ultima formata da tante espressioni del Partito Democratico e del civismo calabrese, uomini e donne che non si sentono figli di un dio minore, come qualcuno potrebbe pensare.