Le politiche sociali ai tempi del coronavirus

Romano: "Non serve un economista per comprendere che la forte recessione economica si tradurrà in maggiore disoccupazione e quindi, che la fascia di persone vulnerabili, aumenterà".

“In una congiuntura negativa bisogna affidarsi alla creatività: fare della crisi un’opportunità per reinventarsi. Un’altra dote indispensabile è l’ubiquità: essere flessibili, non vincolati a vecchi schemi e a un’immagine rigida della propria persona.”
(Jacques Attali)

 

La situazione emergenziale in cui versa il Paese, impone il superamento degli schemi tradizionali, in virtù di misure di contrasto al disagio sociale, agili.

In questo momento la situazione italiana è tra le più gravi del mondo, per numero di infettati e di morti, superiore anche alla Cina.

All’emergenza sanitaria si innesta la gravissima crisi economica che al perdurare delle misure di contenimento poste in essere dal Governo, non potrà che peggiorare, tant’è.

Secondo il Centro Studi di Confindustria, il Pil Italiano viene stimato in profondo calo al – 6%, ma il calo potrebbe anche essere più accentuato.

Non serve un economista per comprendere che la forte recessione economica si tradurrà in maggiore disoccupazione e quindi, che la fascia di persone vulnerabili, aumenterà.

Di pochi giorni fa è l’allarme lanciato dal comparto Intelligence circa i rischi connessi al disagio sociale in termini di pericolo di recrudescenza della criminalità organizzata e di tenuta dello Stato democratico.

Tale stato di cose comporta un assunzione di responsabilità da parte di Istituzioni e parti sociali, nel mitigare gli effetti devastanti della pandemia.

 

“Quando è in atto una crisi, la passività non fa che accrescere l’impotenza: alla fine ci si trova costretti ad agire proprio sui problemi e nelle condizioni di gran lunga meno favorevoli.”
(Henry Kissinger)

 

Appare improcrastinabile l’utilizzo di qualsiasi tipologia di risorsa disponibile, liberandola dai vincoli di destinazione ordinari.

A titolo esemplificativo, i Comuni potrebbero usare i fondi REIC (Regione Calabria) per far fronte all’emergenza, in luogo dell’originaria destinazione all’implementazione dei servizi sociali, in un’ottica di risposta alle necessità prioritarie.

Chiaramente, terminata l’emergenza, tali risorse dovranno essere reintegrate per il loro utilizzo originario.

Nello specifico il Comune di Crotone potrebbe incrementare le risorse dei buoni spesa di oltre 900.000 euro.

Vi è più, le politiche sociali a Crotone, nello specifico, ma in tutti i Comuni in generale, si integrano tra Ente e Terzo Settore.

Il mio auspicio è il coinvolgimento fattivo delle cooperative sociali e delle associazioni che, operando sul territorio, conoscono profondamente la mappa del bisogno.

 

Alessia Romano

Componente Assemblea Nazionale Italia Viva