Covid-19 e terremoti fra eroi e comici

Ci sarebbe la fede non fosse altro che in un’omelia di qualche mese fa il decano degli uomini di vera ed autentica fede ci invitò a pregare per il nostro nuovo Vescovo, pregare il Signore affinché il nuovo Pastore potesse rivelarsi essere, “meno peggio del precedente”

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Quanto sta accadendo in Italia è qualcosa di certamente epocale, tragico, persino, in parte eroico. Quanto in particolare sta avvenendo a Crotone è certamente tragico, sicuramente epocale, drammaticamente comico.

Non bastasse il Coronavirus è arrivato il terremoto.

In tale circostanza assolutamente nessuno ci ha comunicato quale fosse il piano di protezione civile, nessuno ci ha detto cosa dover fare, in caso di terremoto in tempi di coronavirus, nessuno ci ha tranquillizzato sulla scarsa pericolosità della faglia interessata dal fenomeno sismico in questa occasione, lo ha dovuto fare con grande senso di responsabilità il geologo Antonio Giulio Cosentino senza che nessuno però abbia inteso confermare le sue parole, piuttosto che smentirle, e nessuno ci ha neppure allarmati, messi in guardia, rassicurati.

Tutto questo non ci ha smosso, né ci smuove. Oggi Crotone è amministrata da un Commissario prefettizio, ma amministrata non è la parola giusta.

Oggi siamo governati senza che l’attività di governo sia soggetta ad una qualsivoglia forma non vogliamo neppure dire di controllo, ma neppure di valutazione fosse pure un semplice pettegolezzo, la Commissaria non governa semplicemente senza che vi sia alcun confronto, la Commissaria ci può governare con lo stesso calore umano con il quale potrebbe occuparsi di un ufficio postale piuttosto che di un deposito di bagagli, non importa se bene o male, a mio parere malissimo, ma questo è forse il problema minore, quanto mi preme evidenziare è che la Commissaria, governa senza doversi preoccupare,  non dico di ciò che pensiamo ma neppure di ciò che proviamo, noi, suoi amministrati.

L’esperienza commissariale capitateci in un momento, appunto, tragico, ha fornito cioè, la plastica rappresentazione di quale spessore abbia la classe dirigente cittadina, le categorie professionali, l’associazionismo politico – culturale, svelandoci quale sia il nostro grado di consapevolezza civico, ideologico e persino confessionale e quindi, inconfutabilmente, le nostre prospettive future.

Come oramai appare evidente l’atrofia del senso di responsabilità individuale non consente ragionevolmente di prevedere da qui a qualche anno perlomeno, piuttosto che da qui alla prossima generazione, alcuna presa di coscienza, il che dovrebbe indurre chiunque sia arrivato a questo punto della lettura di lasciar perdere, tanto più che in casi come questi, chiunque sostenga o condivida la lettura che vuole la nostra Comunità senza guida, immediatamente verrà tacciato di volere assurgere a qualche non ben chiaro neppure per se stesso, riconoscimento di governo, ambizione che mi pare di poter sconsigliare a chiunque se non forse al peggior delinquente.

Nessun dubbio infatti che a volere ragionare per astrazioni ed in una prospettiva futura che assolutamente nulla ha a che vedere con la condizione attuale che invece come si dirà è davvero peculiare, convenga probabilmente essere governati da un delinquente, piuttosto che da un ignorante o peggio da un burocrate ignorante e pure in mala fede, e ciò per una ragione evidente, il criminale, quantomeno è selettivo.

Oggi noi stiamo raccogliendo i frutti di una specie di “riflusso” ultradecennale, di una totale deresponsabilizzazione che ci fa considerare il momento dell’impegno politico come una specie di gioco idiota e puerile da esercitarsi alla vigilia di ogni campagna elettorale, terminata la quale, la “cosa” pubblica smette di minimamente interessarci.

Una regola che non soffre una sola eccezione. Oggi nella nostra città non vi è non dico un partito, un movimento, un eletto, un “honesto”, piuttosto che un delinquente, una sola, neppure una sola persona che si sia “guadagnata” quella autorevolezza che gli consentirebbe di rivolgersi alla Città, a qualunque titolo.

Il niente. Mi si obietterà che questo è impossibile, l’uomo è un animale sociale e senza voler far sfoggio di conoscere cosa sia un sillogismo, pur sempre di uomini è popolata Crotone.

La risposta è che tutto quanto sopra descritto, tutto il patrimonio ideologico, valoriale dei nostri padri, tutta la nostra consapevolezza, si estrinseca in una sola cosa, nei like di facebook.

Vi sarebbe in più il Calcio, che però, fortunatamente, appare ben lieto di essersi ritagliata una sorta di nicchia ecologica che gli ha consentito di trasformare un bene di proprietà comunale in una zona franca, rispetto alla quale non è lecito, non è igienico, non è utile, non è il caso fare domande, circa i canoni impagati, circa i guadagni passati, circa le prospettive future “dell’ultima sacra rappresentazione” per dirla alla Pasolini maniera che appunto in quanto tale pretende solo fede cieca e gridata.

A proposito di sacro, vi è pur sempre la fede, quella in Dio, però direte. Ebbene, in un’omelia di qualche mese fa il decano degli uomini di vera ed autentica fede che pure sono tutt’altro che assenti in questa Città, invitava la platea di uomini e donne oneste che ugualmente non mancano ed anzi abbondano nella nostra Comunità a pregare per il nostro nuovo Vescovo, pregare il Signore affinché il nuovo Pastore possa rivelarsi essere, “meno peggio del precedente”, il quale a sua volta,  era pure malinconicamente osservato nel corso della Santa perorazione, era riuscito ad essere persino peggiore del suo predecessore che a sua volta…

Dati gli esiti di tale accorata invocazione pare evidente che non è più tempo di miracoli. Infine, voglio per ultimo esprimere e così liberarmi di un pensiero, un’immagine che neppure l’essere parte non certo incolpevole di questa Comunità mi impedisce di covare da giorni e che sarà certo, silenziosamente condiviso da tanti ed è l’immagine rappresentata da quei nostri concittadini che in questi giorni ci hanno lasciato e si sono avviati verso l’eterna dimora, da soli.

Invidio ed ammiro la Comunità di San Mauro Marchesato che vanta un Sindaco, primus inter pares che ha voluto presenziare ed onorare le esequie di ognuno. A noi per onorare la memoria dei nostri morti rimane soltanto da schiacciare un tasto e digitare R.I.P. sotto il post fb di rito.

Fabrizio Meo

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