Le montagne russe dell’amministrazione Santelli

Stefania Mesoraca di Stanchi dei Soliti: "una sua scelta precisa quella di tenere la cabina di regia lontana dalla Calabria"

riceviamo e pubblichiamo:

Non si può certo dire che i primi mesi dell’era Santelli siano trascorsi senza traumi per la Calabria, complice anche l’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo l’Italia tutta. Eppure, al di là dell’appartenenza politica, si sarebbe potuto sperare in un punto di svolta anche in considerazione dell’elezione della prima presidente donna in Calabria.

La realtà invece ha messo subito in evidenza una serie di criticità dovute anche ai soliti mali che affliggono la nostra regione, quali l’incapacità di programmazione, l’approssimazione nelle scelte operative, se non addirittura il condizionamento politico – affaristico. Ed infatti, i primi atti politici della presidente Santelli sono state le nomine di personaggi già noti e sicuramente discutibili sotto l’aspetto del rinnovamento politico (si veda per tutti Tallini, giudicato dalla commissione antimafia come impresentabile, nominato nell’alta carica di Presidente del Consiglio Regionale).

Se le premesse sono state queste, l’emergenza che è subentrata poco dopo la sua elezione, ha determinato una situazione ancora più scabrosa in merito alla guida della Regione, con una serie di decisioni e controdecisioni controverse ed inopportune. È assurta a livello nazionale la vicenda relativa alla nomina a capo della Protezione Civile dell’ineffabile Domenico Pallaria – già a capo dei lavori pubblici, mobilità, infrastrutture, trasporti, responsabile degli ospedali di Vibo Valentia, Catanzaro e Gioia Tauro, e rinviato a giudizio per abuso d’ufficio -, il quale candidamente e dopo già un mese di emergenza, ammette di non essere competente in materia sanitaria, di non conoscere l’uso e lo scopo dei ventilatori polmonari, e di avere all’attivo un avviso di garanzia per i suoi precedenti incarichi. Sorprendente è risultata anche la risposta data dalla Santelli, la quale, nel commentare le dimissioni date in diretta tv ad una trasmissione locale dal Pallaria, ha commentato con un irritante << E chi dovevo nominare? >>.

Anche il nuovo capo della Protezione Civile, Fortunato Varone, prontamente nominato in sostituzione del Pallaria, non è nuovo alle pagine politiche (ha collezionato vari incarichi e ruoli di commissario – per esempio a Calabria Lavoro -) e giudiziarie (essendo finito più volte nelle maglie di inchieste per abuso d’ufficio). Ulteriori polemiche ha suscitato pochi giorni fa la richiesta della Santelli di “pieni poteri” in merito alla diffusione dei bollettini sanitari sull’andamento del covid-19 in Calabria, vietando alle varie ASP provinciali di comunicare direttamente i dati sanitari, comprimendo così il diritto di informazione dei cittadini; decisione che ha destato meraviglia e sconcerto in vari settori della vita pubblica, con immediate proteste e per questo, dopo nemmeno 24 ore, ritirata.

Qual era lo scopo di tale decisione? Forse nascondere la difficoltà a fronteggiare anche il primo step dell’emergenza, visto che sin dai primi giorni c’è stata totale discordanza tra i dati emessi dai bollettini regionali e quelli delle ASP? O forse nascondere il fatto che in Calabria mancano i tamponi (come sta gridando da giorni Cosenza)? O coprire la cronica inefficienza dell’apparato sanitario di cui è vittima la Calabria da decenni?

È ovvio che non tutte queste deficienze sono imputabili alla presidente, visto che parecchi di questi aspetti hanno origini “antiche”, ma sicuramente l’inizio della legislatura non è stato dei più positivi, infatti tra scelte e smentite continue è sembrato di trovarsi sulle montagne russe. Ciò che le viene maggiormente imputato è l’assoluta mancanza di una comunicazione puntuale ed efficace – basti pensare che l’ultima conferenza stampa risale al 9 marzo – oltre alla lontananza fisica dai punti nevralgici delle decisioni calabresi, dal momento che sin dall’inizio del suo mandato ha annunciato di voler governare da Roma, dove è residente.

Tale strategia comunicativa ha destato l’impressione che la presidente volesse privilegiare una visione quanto più lontana dal centro degli interessi della regione, quasi come a voler dimostrare una sua scelta precisa nel tenere la cabina di regia lontana dalla Calabria. In conclusione, i mesi appena trascorsi, tra amministrazione entrante ed emergenza sanitaria, sono stati convulsi e fonte di preoccupazioni,  proprio per questo sarebbe stata auspicabile la percezione da parte dei calabresi di una guida politica salda ed affidabile, che invece è sembrata mancare a causa dei tentennamenti e delle prese di posizione per lo più immotivate da parte della presidente Santelli, alla quale il popolo calabrese, al di là di divisioni e appartenenze, aveva dato ampio credito.

STANCHI DEI SOLITI Stefania Mesoraca