Crotone la città dei tre millenni

Procopio: "Il commissario straordinario non può più rinviare ed aprire le porte del palazzo comunale".

Riceviamo e Pubblichiamo:

In quest’ultimo periodo di ferie forzate sto leggendo e ascoltando molte notizie concernenti la pandemia Covid19.

E tutti gli esperti, pur tra mille distinguo, si stanno confrontando per cercare un nuovo modo di stare nella società complessa e tutti concordano con la straordinarietà dei tempi che stiamo vivendo e che potrebbe mettere in serio pericolo la nostra stessa esistenza come specie.

Tralasciando per il momento tutte queste questioni in cui l’ambiente terrestre è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana mi sono soffermato, molto più umilmente, sulle questioni che riguardano la mia città.

In ordine temporale mi ha molto impressionato l’ultima manifestazione in delle categorie produttive cittadine scese in piazza per chiedere sostegno al comune proponendo l’utilizzo delle roilatys a loro favore.

Richiesta che comprendo, dato il periodo particolarmente difficile che viviamo, ma su cui non concordo, perché io credo che queste richieste non vanno rivolte al comune, non è l’interlocutore giusto, ma vanno rivolte, casomai, all’Eni.

Alla multinazionale creata dallo stato e con la quale è arrivato il momento di aprire un tavolo Crotone.

Dopo oltre 40 anni di estrazione di metano dal sottosuolo crotonese è giunto il momento di un confronto serio e qualificato in grado di proporre al colosso a sei zampe una nostra idea progettuale complessiva del nostro territorio.

Un progetto da condividere senza il cappello in mano e senza l’arroganza parolaia che ci ha caratterizzato sino ad oggi ma sedendoci a questo tavolo con le idee chiare e considerando l’Eni un partner con cui trovare punti d’intesa e non un nemico, anche se, a dire il vero, il loro atteggiamento nei nostri confronti non è stato mai amichevole.

Su questo la deputazione crotonese a Roma, rinforzata nei giorni scorsi dalla presenza dell’onorevole Torromino, dovrebbe condurre una battaglia comune senza distinzioni ideologiche o partitiche, ricordando loro che l’Eni nei nostro confronti non ha solo un debito morale per i danni ambientali arrecatoci ma ha un debito rappresentato dalle cose da fare e mai realizzate.

Dallo studio della subsidenza passando per il gas devottariato per arrivare sino alla misconoscenza della sentenza del danno ambientale che sembra essere sparita nel nulla, e con la sentenza sparita nel nulla anche la commissaria Belli e i progetti che dovevano risarcire la città per oltre setantamilioni di euro.

Ricordando alla nostra deputazione romana che tra due anni la sentenza non avrà più valore e che sino ad oggi, e per quello che è a mia conoscenza, nessuno ha fatto nulla per dare seguito a quella sentenza.

E ricordando ancora alla nostra deputazione, ove ve ne fosse bisogno, che quelle risorse non hanno a che vedere nulla con la bonifica ma sono un ristoro alla comunità per i danni subito nel tempo.

Non credono i nostri rappresentanti istituzionali che sia giunto il momento di chiedere al ministro competente di attivarsi per nominare il nuovo commissario e procedere in modo da cantierare sul territorio quelle ingenti risorse che, assieme a tante altre risorse disponibili, ricordo antica Kroton e agenda urbana, potrebbero cambiare il volto della nostra città?

A questo riguardo, proprio ricordando il nostro atteggiamento nei confronti dell’Eni, una considerazione la voglio fare.

Una considerazione sui tanti no, a prescindere, e sui tanti si, anche in questo caso a prescindere anche se rispetto ai no questi si sono stati e sono tutti interessati, che hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra storia.

Come non ricordare che sono trent’anni che la città aspetta la svolta e ogni volta che viene proposta un’opportunità ci dividiamo in guelfi e ghibellini, senza però andare nel merito e cercare di capire quale potrebbe essere la proposta più giusta e più utile.

Mi viene in mente la base militare degli F16 e il progetto turistico Europaradiso.

E penso, notizia di questi ultimi giorni, all’HUB del gas naturale per il rifornimento delle grandi navi.

Anche in quest’ultimo caso immediatamente una levata di scudi da parte della parlamentare cinque stelle che, assumendosene tutte le responsabilità, ha subito posto e opposto il suo no.

Un no ideologico.

A prescindere.

Anche in questo caso, senza entrare nel merito, voglio ricordare che dal 2030 molte di queste ammiraglie del mare, tra le quali anche le navi da crociera, dovranno essere in grado di utilizzare il metano per almeno il 50% dei loro consumi.

Un’opportunità per la nostra città che di primo acchito mi sentirei di sposare immediatamente e che in ogni caso andrebbe valutata con serenità e senza paraocchi.

Anche se un piccolo rammarico mi sovviene.

Non avere, ancora oggi e nonostante la creazione della società Marina spa già in liquidazione, un porto turistico degno di questo nome.

E non avere un porto dove fare attività di rimessaggio.

E nonostante tante criticità trovo quella proposta, come ha già fatto l’amico Alessio Critelli, una seria opportunità che può aiutare e potrebbe dare un senso a quello che da slogan può diventare realtà e che Crotone realmente da città sul mare possa diventare, com’è giusto che sia, una città di mare .

Per ultimo, e non perché sia il meno importante, anzi il contrario, la questione Piano Strutturale Comunale.

PSC che nelle intenzioni del legislatore ha sostituito il vecchio e superato Piano Regilatore Generale.

Il PSC per la nostra città è una questione seria e complessa e trovo estremamente intrigante l’idea dell’avvocato Grillo che per la stesura del piano strutturale comunale auspica il coinvolgimento dell’architetto Renzo Piano.

Sicuramente l’avvocato Grillo è a conoscenza del fatto che il progetto Antica Kroton è un progetto che per quantità di risorse in campo è secondo solo al progetto di Pompei così come sicuramente saprà che questo progetto ancora allo stato embrionale va rivisto e va inserito organicamente nel nuovo piano strutturale comunale come congiuntura ideale tra passato presente e futuro.

E questo strumento, assieme a tanti altri strumenti che ci sono, possono cambiare il volto di Crotone.

E possono dare occupazione e benessere.

Ma tutto questo deve essere ragionato e condiviso con tutti gli attori in campo senza divisioni e senza contrapposizioni, coinvolgendo anche la commissaria straordinaria che in questo momento, pur tra tante contraddizioni che hanno caratterizzato la sua attività sino ad oggi, può, a mio avviso , svolgere un attività di mediazione neutrale in un tavolo di confronto in cui devono essere presenti istituzioni e cittadini.

E questo a una condizione.

Che il commissario straordinario non può più rinviare ed aprire le porte del palazzo comunale affinché si apri un confronto vero e positivo per i crotonesi.

Giovanni Procopio
già consigliere comunale