Considerazioni e proposte per affrontare la crisi

Crotone, si trova a affrontare le criticità, in alcuni casi anche complesse, priva di un’amministrazione con organi democraticamente eletti.

Riceviamo e Pubblichiamo:

La profonda crisi sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo, conseguenza diretta dell’esplosione della pandemia da Covid 19, molto probabilmente nei prossimi mesi si acuirà in modo esponenziale rischiando di travolgere l’intero sistema economico italiano.

Da qualche giorno stiamo tutti sperimentando la “Fase 2”, in teoria l’inizio di un percorso di ripresa e di rilancio, un ritorno alla “normalità”; nella pratica un tentativo di ricostruzione, caratterizzato da diverse incognite e da notevoli difficoltà che si ravvisano nella programmazione degli interventi da realizzare, ancor prima che nella loro concreta attuazione.

Anche l’Unione Europea non ha finora dato prova di tutta quella coesione, solidarietà e capacità politica che noi italiani ci aspettavano, pur avendo già messo in campo alcuni degli strumenti necessari ad affrontare la crisi senza precedenti che stiamo vivendo.

In Italia il Coronavirus ha provocato danni enormi, a partire dalle numerose vittime che hanno pagato con la vita l’aggressione di un virus sconosciuto anche a causa, duole dirlo, dell’indebolimento del nostro sistema sanitario pubblico, nonostante l’eroico lavoro svolto da tutto il personale del comparto sanitario. Le ultime stime parlano di un crollo del Pil italiano che varia tra l’8 ed il 9,5%.

La crisi di liquidità ha messo in ginocchio il tessuto produttivo nazionale, il distanziamento sociale ha obbligato il Governo a rivedere il funzionamento del sistema scolastico, crescono le situazioni di indigenza in uno scenario di blocco completo aggravato da un sistema bancario riottoso a mettersi al servizio del Paese e da un apparato burocratico che frena l’impatto delle misure varate, in particolare il meccanismo dei prestiti e la cassa integrazione.

Se questo è lo scenario nazionale, è facilmente intuibile come nel Mezzogiorno, nello specifico in Calabria, la situazione sia a dir poco drammatica, tant’è che sino a poco tempo fa, si parlava addirittura del rischio della tenuta sociale di alcune aree geografiche del meridione particolarmente colpite dalla crisi.

Come accade in ogni crisi, del resto, anche in quella attuale la forbice delle diseguaglianze cresce e condanna i più deboli a pagare il prezzo più alto.

In questi giorni, tuttavia, appare sempre più chiaro che la crisi economica e sociale si sta allargando e i più colpiti in questa fase risultano essere soprattutto i commercianti, i lavoratori del comparto della ristorazione, del turismo e dell’edilizia, i piccoli artigiani e molti altri, certamente il cd ceto medio, perché quanto più tardive e parziali saranno le iniziative di sostegno adottate, tanto peggiori saranno le conseguenze per tutti i cittadini. Nessuno è al sicuro.

I primi dati economici riguardanti la città di Crotone lasciano intravedere una situazione drammatica per il 2020 e temiamo per gli anni a seguire.

Crotone, che già era agli ultimi posti su tutti gli indici che fotografano la produttività di un territorio, si trova a affrontare le criticità, in alcuni casi anche complesse, priva di un’amministrazione con organi democraticamente eletti.

Tale situazione è stata determinata dalle note vicende che hanno portato allo scioglimento anticipato dall’amministrazione in carica dal 2016 e il conseguente insediamento del commissario prefettizio con le limitate funzioni che per legge lo stesso è chiamato a svolgere.

Alla situazione, già di per se precaria e difficile, bisogna aggiungere la situazione contabile -finanziaria dell’ente, finita, già dal 2016, sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti.

L’organo contabile ha effettuato una serie di osservazioni all’amministrazione e sin dal 2016 ha formulato le relative prescrizioni. Prescrizioni rimaste a tutt’oggi in vigore dal momento che l’amministrazione non ha fornito le necessarie delucidazioni.

Malgrado ciò, lo sconforto non può essere il sentimento che sovrasta l’amministrazione di una città, ma tutti si è chiamati a concorrere per provare a suggerire soluzioni, sia pure con i vincoli e nei limiti sopra descritti.

Premesso che non si intende glissare sulla programmazione comunitaria complessiva che si trova all’interno dell’ente, in quanto fiduciosi dell’attenzione e della massima responsabilità del Commissario, finalizzata a consentire l’utilizzazione di tutti i fondi disponibili velocizzando la esecutività dei progetti con la condivisione degli ordini professionali e la cantierizzazione delle attività che avrebbe la piena condivisione delle associazioni di categoria.

Tali importanti e consistenti risorse non impattano sulle osservazioni della Corte dei Conti.

Anzi si è certi che gli ordini professionali, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del terzo settore, possano e debbano svolgere un ruolo di ausilio al Commissario e di pressione anche nei confronti di enti o istituzioni coinvolte in progetti comunali che frappongono difficoltà, lungaggini o ritardi immotivati.

Considerazioni diverse, riguardano le risorse comunali ordinarie, per le quali non sarebbe semplice immaginarne un utilizzo per spese straordinarie.

Al contrario le entrate straordinarie non dovrebbero essere utilizzate per spese ordinarie.

Questo è un principio al quale ispirarsi e la stessa Corte dei Conti non potrà muovere alcun rilievo.  

Riguardo a ciò, la prima considerazione riguarda le risorse provenienti dalle royalties per l’estrazione del metano.

Una prima attività riguarda l’entità delle risorse che, per quanto concerne le estrazioni a mare, non vengono interamente trasferite alla regione Calabria, significando che una parte consistente viene trattenuta dallo Stato.

Per questo motivo, sarebbe opportuno richiedere, per questi primi anni, il trasferimento delle royalties nella sua interezza alla Regione Calabria che con specifiche determinazioni e/o un accordo quadro, riverserebbe  le somme ai comuni costieri della provincia di Crotone.

Al momento nelle casse dell’ente sono presenti le somme relative alle royalties, programmate dalla passata amministrazione, ma non interamente utilizzate, alle quali si aggiungono quelle in arrivo che devono essere programmate e/o riprogrammate.

Tali risorse, devono ritenersi “straordinarie” e come tali non utilizzabili per le attività ordinarie avendo un vincolo di destinazione previsto dalla legge regionale che disciplina la materia.

Le stesse royalties, infine, non possono ritenersi aiuti di stato, neanche per le marinerie, in quanto il Ministero ha reiteratamente e anche da ultimo chiarito che non possono ritenersi tali.

Con tali risorse, prioritariamente andrebbe affrontata la problematica della categoria dei pescatori, portatori di una legittima aspettativa che da diversi anni non riescono a trovare una interlocuzione valida.

Accanto al provvedimento governativo che prevede l’esenzione del pagamento dello spazio pubblico per consentire agli operatori commerciali di poter riprendere a lavorare all’aperto e nel rispetto del cosiddetto distanziamento sociale, in aggiunta il Comune di Crotone potrebbe prevedere per l’intero periodo del “lockdown” lo stralcio della TARI per tutte le attività commerciali, artigianali e per tutti i centri culturali, i centri e le strutture sociali.

Sempre con le royalties, si potrebbe pensare alla costituzione di un Fondo di garanzia destinato alle imprese commerciali che in aggiunta alle opportunità già previste dai provvedimenti nazionali, potrebbe raggiungere e aiutare un numero importante di operatori produttivi in seria difficoltà di credito.

 In tale contesto si dovrà tenere nel debito conto lo stato di indigenza assoluta in cui sono cadute molte famiglie crotonesi nei cui confronti non si può restare indifferenti.

Discorso a parte merita il rapporto con ENI, soprattutto con la partecipata che opera nell’estrazione del gas metano nel mare di Crotone.

Allo stato, esiste una transazione tra ENI e il Comune di Crotone che ha definito alcuni vecchi contenziosi giudiziari.

Nel tempo è stata definita una convenzione a parziale definizione della transazione, saldata dall’ENI.

Con una successiva convenzione, con validità un triennio, si ipotizzava un valore di circa 12 milioni di euro, a favore della città di Crotone, definita anche dall’ENI.

A questo punto, riteniamo che, certamente il prossimo consiglio comunale, dovrà approfondire e ci auguriamo risolvere il contenzioso con l’Eni perché i cittadini crotonesi hanno il diritto di veder risarcito l’enorme contributo ambientale pagato per l’estrazione di gas metano.   

La Regione Calabria, infine, dovrebbe dedicare una particolare attenzione, anche e soprattutto economica, alla città ed alla provincia di Crotone, troppe volte trattata come la cenerentola della Calabria a favore di interventi economici e normativi quasi interamente destinati ai centri di maggior potere contrattuale come Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro.

Certamente neanche tali risposte sarebbero esaustive a soddisfare le innumerevoli esigenze determinate da questa drammatica situazione, ma sicuramente sarebbe un primo e significativo passo per andare incontro ai bisogni della nostra comunità.

Letizia Scotta
Filippo Sestito
Alessandro Milito
Fabio Riganello