Giudici Onorari: serve parità di trattamento fra le figure dei Giudici Onorari

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Riceviamo e Pubblichiamo:

La deputata Elisabetta Barbuto comunica di avere presentato un emendamento al decreto rilancio in tema di Magistratura Onoraria riproponendo, l’adozione di un provvedimento che comporti la sostanziale parità di trattamento economico di base fra le varie figure dei Giudici Onorari.

Solo effettuando questo passaggio preliminare indispensabile alla previsione di ogni contributo economico di entità uniforme, come accaduto nel decreto Cura Italia in favore dell’intera categoria per far fronte alla situazione emergenziale derivata dalla gestione della pandemia o come si vorrebbe fare, aumentandolo, anche in questa sede, lo stesso contributo potrà essere considerato equo per tutte le figure dei Magistrati Onorari

È infatti innegabile, dichiara la parlamentare, che tra le figure del Giudici Onorari ve ne è una in particolare che risulta essere più penalizzata delle altre.

Sto parlando del GOT, ossia dei Giudici Onorari di Tribunale, la cui indennità viene parametrata esclusivamente alle udienze che celebrano, mentre tutta l’attività extra udienza non viene considerata al contrario di quanto accade per i Giudici di Pace (fin dal tempo della istituzione di tale figura) che per i VPO, ossia i Vice Procuratori Onorari (a far data dal 2008).

Sfugge, probabilmente, ai non addetti ai lavori protesi solo a rilanciare sull’entità economica del contributo che la conseguenza è stata ed è che, mentre per i Giudici di Pace e i VPO lo stesso contributo si aggiunge a delle indennità che, comunque, durante la sospensione dell’attività per la pandemia gli stessi hanno maturato per l’attività svolta fuori udienza, per i GOT non sarà lo stesso.

Per questi ultimi, infatti, tale contributo emergenziale sarà l’unica fonte di entrata del periodo perché, pur lavorando a pieno ritmo per scrivere ordinanze e sentenza relative ai processi loro assegnati, non sarà riconosciuta loro nessuna indennità di base stante la sospensione delle udienze, unico parametro cui si lega la liquidazione della stessa.

Occorre allora, per consentire una reale efficacia omnibus della misura riequilibrare una situazione di partenza sulla quale spalmare il contributo.

Ritengo, prosegue la parlamentare, che tale mossa andasse fatta già da tempo in considerazione, tra l’altro, del fatto che il provvedimento che affronta la riforma organica della Magistratura Onoraria si trova ancora al Senato ove il suo iter procede a rilento a causa della situazione contingente emergenziale e non è giusto che i GOT continuino, fino a data allo stato imprecisata, a lavorare senza il giusto riconoscimento del loro impegno, al pari di quanto accade per i loro colleghi.

Vorrei, all’uopo, sottolineare il determinante apporto che gli stessi, come tutti i Magistrati Onorari, conferiscono all’Amministrazione della Giustizia come posso testimoniare per esperienza professionale pluritrentennale.   

Nella mia carriera di Avvocato, infatti, ho avuto spesso modo di lavorare con i Magistrati Onorari ai quali ho dovuto sempre riconoscere un grandissimo impegno e fra i quali non pochi si son sempre distinti e si distinguono per la loro professionalità e la loro preparazione. Proprio per tale motivo credo che sia un atto di Giustizia prevedere, comunque e fin da subito, per tutte le figure della Magistratura Onoraria il medesimo trattamento economico di base attualmente riconosciuto ai soli Giudici di Pace e VPO in attesa della riforma organica che affronterà strutturalmente il problema creando un’unica figura di Giudice Onorario.

Utilizzare fin da subito i medesimi parametri di liquidazione equivale a dire di avere colmato una imperdonabile lacuna che di fatto ha penalizzato per anni una parte della categoria e   di avere contribuito a riconoscerle, come è giusto che sia, il giusto valore del lavoro svolto e da svolgere in attesa della riforma.

Elisabetta Barbuto (M5S Camera)

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