Percorsi comuni per il rilancio di Crotone

Lentini: "Un piano fatto e costruito non sul revanscismo ma sulle cose da fare e da fare bene. Immediatamente. Con una visione e un pensiero comune".

Riceviamo e Pubblichiamo:

Sono passati oltre venti anni da quando il comune di Crotone e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone siglarono un accordo in cui fu deliberato uno scambio di beni tra i due enti.

La cessione dell’ex ospedale civile San Giovanni di Dio da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

La cessione di un terreno nel nuovo centro direzionale di Tufolo da parte del Comune di Crotone.

Dopo la firma dell’accordo il comune di Crotone avviò la costruzione di un teatro comunale inserendolo nei finanziamenti del Pic Urban II e l’azienda sanitaria provinciale presentò il progetto di un poliambulatorio con un finanziamento di 17.000.000,00 di euro da parte dell’Inail.

Un ottimo lavoro di squadra, concertato e condiviso tra i due enti nell’esclusivo interesse dei cittadini. Da una parte la riqualificazione di un fabbricato, già sede dell’ospedale civile San Giovanni di Dio, fatiscente e occupato abusivamente da famiglie senza tetto, da trasformare in teatro comunale.

Dall’altra la costruzione di un poliambulatorio in grado di soddisfare le richieste di servizi sanitari non solo della città capoluogo ma dell’intero territorio provinciale.

Oggi su quella falsariga e con quello stesso spirito di collaborazione si potrebbe pensare ad altri accordi tra i due enti.

Il primo, quello più urgente, la cessione da parte dell’Azienda Sanitaria al comune di Crotone dell’ex dispensario, un tipico e raro esempio di architettura razionalista dei primi anni del 900 nella nostra città, oggi abbandonato e in parte vandalizzato, che si trova su Corso Messina.

Struttura che il Comune di Crotone potrebbe adibire, dopo la necessaria riqualificazione, a pinacoteca comunale in cui ospitare la vasta collezione di dipinti che, dopo la chiusura di Bastione Toledo, su cui ritorneremo per avere notizie da parte del Commissario Straordinario, è dispersa, se non persa del tutto, in magazzini e capannoni ed esposta agli insulti del tempo e del disinteresse.

E ci permettiamo di suggerire la condivisione di questi percorsi comuni, non solo ai due enti in questione, in considerazione del fatto che per la costruzione del nuovo poliambulatorio, ove non fossero disponibili le risorse Inail, i due enti potrebbero fare fronte comune per reperire le risorse necessarie con i fondi previsti per l’efficientamento di tutte le reti assistenziali sanitarie inseriti nel piano sanitario nazionale del dopo pandemia.

Di questo, e di tanto altro, si sarebbero dovuti occupare gli ultimi due sindaci della città di Crotone che, invece, non hanno fatto nulla per migliorare la vivibilità della città, preferendo affossarla, e trascurando per incapacità e per volontà tutto quello che era stato programmato negli anni precedenti alle loro sindacature.

A partire dal teatro comunale. Teatro che, dopo vent’anni, è ancora li solitario e in solitudine, testimone silenzioso e implacabile del fallimento di due esperienze amministrative votate più alla ricerca e alla spartizione del potere che a governare la complessità di una città come Crotone.

I tempi sono cambiati, o meglio ancora, i tempi stanno cambiando, e una gran parte dei calabresi comincia a credere in una Calabria nuova, aperta e solidale, che non deve,e non può, lasciare indietro nessuno dei suoi territori , a partire da quelli più deboli e impoveriti , come il territorio crotonese.

Di questo argomento, e di tanti altri ancora, senza lasciarci incantare e fuorviare dalle sirene della crotonesità finta e a buon mercato, è nostra intenzione mettere al corrente gli onorevoli regionali dell’area centro e i quattro parlamentari del territorio crotonese.

Sicuramente metteremo a conoscenza di questo specifico argomento, quello sanitario, il presidente della regione Calabria e il  presidente della commissione sanità regionale.

Questo modo di affrontare le questioni che ci ha contraddistinto anche quando ci siamo occupati del pronunciamento del Tar Lazio sulla nuova sede della Soprintendenza Archeologica a Crotone, sarà il nostro modo di operare e di lavorare sul territorio, in condivisione e in sintonia con gli altri territori viciniori a quello crotonese, per riuscire a costruire un piano operativo, e soprattutto un piano attuativo, per la fascia jonica calabrese.

Un piano fatto e costruito non sul revanscismo ma sulle cose da fare e da fare bene. Immediatamente. Con una visione e un pensiero comune.

Per pianificare. Per programmare. E per realizzare una Crotone nuova. E una Calabria nuova. Per affermare un’altra Crotone. E un’altra Calabria.

Noi siamo impegnati, nonostante le mille complessità, a lottare per questo grande progetto di rinascita della nostra regione e della nostra città.

Basato sull’unità dei territori e sulla condivisione di un altro futuro per le nostre popolazioni.  Consapevoli delle difficoltà ma certi che questa sia l’unica via percorribile, per la Calabria e per Crotone, per i calabresi e per i crotonesi, per uscire dal tunnel dell’isolamento e della marginalità in cui ci troviamo dopo un lustro di regionalismo fallimentare, dimostratosi non all’altezza dei compiti per cui le regioni erano state costituite e delle difficoltà con cui si troveranno a confrontarsi nei prossimi anni.

 Il federalismo ………  per fortuna è morto; e potremmo senza danno (lo sussurro e basta) sopprimere anche le Regioni.

Giovanni Sartori, giurista e studioso delle istituzioni.

Giovanni Lentini
Progetto Crotone