La politica è altra cosa da “Sculco si e Sculco no”

Da delegato della Segreteria del Pd cittadino in qualità’ di portavoce, Carmine Talarico interviene creando altri solchi nel PD

riceviamo e pubblichiamo:

Manca la nobilta’ della battaglia politica cosi’ come questa era condotta negli anni passati e quando la politica, nel dibattito del Partito -oggi Pd ma ancor prima PCI, PDS e Ds – erano strumento principale con il quale si affrontava ogni tipo i questione istituzionale, sociale ed economica. Cosa rimane di quell’effetto catalizzatore che riusciva a mettere insieme ( e mai separati) piu’ modi di intendere ( oggi si conviene a definirle  sensibilità) dentro un partito che una volta era quello di Berlinguer? A Crotone la caduta della tensione democratica ed il venir meno dello spazio del dialogo dentro il Pd hanno accelerato i due fenomeni dell’autoreferenzialita’ e della presunta ragione ad ogi costo. Si concentrano, in questo modo,abitudini che sono figlie di una incessante opera di delegittimazione della politica e dei partiti. Non piu’ tardi della fine degli anni novanta le coalizioni erano il luogo dove si consumavano le questioni istituzionali di rappresentanza.

E Dio sa quante coalizioni questo Partito ha dovuto, nel corso della sua storia, condividere con le altre formazioni politiche che spesso avevano identita’ ed appartenenze molto lontane dai valori fondanti dell’attuale Pd. Oggi il Pd cittadino, che ha una sua legittima rappresentanza e struttura, dettata dai vincoli statutari, è oggetto  di un dibattito stesso vuoto ed artatamente sollecitato dai notisti che subiscono il fascino della notizia a tutti i costi con la relativa scarsa conoscenza delle dinamiche politiche. E comunque i notisti preferiscono immaginare piuttosto che raccontare i fatti. Dicevamo del Pd cittadino e della sua struttura politica che oggi sono all’attenzione di alcuni organi di informazione.

Rappresento, e sono stato indicato in questa funzione dalla segretaria Stefanizzi, la Segreteria del Pd cittadino in qualità’ di portavoce, dunque,soggetto votato , per valori etici e di legame serio al mandato,a raccontare la verità di tutto ciò’ che accade nel Pd cittadino. Non la verità in senso universale ma quella verità, particolare, legata ai fatti. Non so quali aspettative abbiano mosso gli animi di coloro i quali hanno atteso la “visita “ di Iacucci al Pd in città come fatto messianico. Certo è che Iacucci,Commissario provinciale del Pd, fa piu’ notizia per quello che potra’ rilasciare circa il tema delle alleanze e non le modalità’ con le quali egli intenda affrontare il delicato e non piu’ rinviabile tema dell’unita’ dei dem in città’ ed in provincia.

E questo delicato, lo ripeto, tema continua a sfuggire a chi, senza alcuna argomentazione politica, preferisce offrire ancora, e per l’ennesima volta offrire un classico ormai che angoscia alcuni animi: Sculco si o Sculco no? In questo modo si sviano questioni fondamentali facendo deviare il discorso politica su una deriva personalistica di un nome senza alcuna argomentazione politica con la quale bisognera’ pure parlare con i cittadini. Credo che sarebbe, a questo punto, parlare e giudicare una lunga permanenza decennale al Comune di Crotone. Credo, ancora, che sarebbe opportuno spiegare le ragioni di una sconfitta elettorale dopo un decennio di governo del Pd a Crotone.

Credo, infine, che sarebbe giusto comprendere le vere ragioni di quella divisione che ha aperto un solco tra le due “sensibilità “ che sono state ascoltate dal Commissario Iacucci. Non scendero’ nella discussione, anche polemica, con argomenti poco edificanti. Ma mi domando se si può’ venire meno a dare una risposta a coloro che ci incontrano e ci chiedono di assunzioni, di collocazioni e di concorsi e di tutto quello che ha avvilito il Pd in questi ultimi anni. Una risposta gliela dobbiamo tutti ai cittadini di Croton e se riuscissimo, per una sola volta, ad essere sinceri con noi stessi, a chiedere scusa di quello che e’ stato consumato nelle stanze del potere istituzionale sicuramente compieremmo un passo di responsabilità politica molto importante. Ed invece no.

Si preferisce , da parte di coloro che hanno detenuto il governo istituzionale di questa città e di coloro che hanno occhieggiato ai detentori di forti discrezionalità personali in alcuni ambiti, ad indicare strade che dovrebbero delegittimare la Segretaria cittadina dem, che devono tenere conto solo del loro punto di vista, dettando – su un personalissimo registro- i voti per le altre compagne e compagni, amiche ed amici che vorrebbero, invece, avviare e stringere un aggiornamento scevro da personalismi ed agganciato ai bisogni della citta’. Bisogni che il Pd , nel corso di questi ultimi anni, ha totalmente trascurato. Franco Iacucci ha avuto modo di sentire questo ed anche altre questioni. Anche quelle che hanno una loro peculiarita’ sotto il profilo della decadenza etica e dell’opportunismo personale.

Ci sono decine di esempi che mettono in rilievo la cancellazione della stipata degli elettori nei confronti di un mondo, non molto esteso per fortuna,appartenuto ad alcuni dirigenti del Pd. Da questa constatazione dovrebbe nascere la volontà’ di rimboccarsi la maniche e lavorare unitariamente per ricostruire autonomia e prestigio del Pd in città e nel territorio. Che mesta nel torbido non può’ pensare di far pagare il proprio fallimento elettorale ad altri rifiutando dialogo e dibattito sui contenuti. La politica è altra cosa. A Iacucci ho consegnato le mie considerazioni di dirigente politico ed ho chiesto, con toni pacati, che il rispetto delle regole debba valere per tutti.

Ed ho chiesto, con responsabilità, che coloro i quali si dichiarano da tempo autosospesi dal Pd per avere voce nel Pd devono chiudere quella pagina, frutto di una scelta incomprensibile. Ma ho anche detto al mio caro amico Iacucci che tutti abbiamo titolarità in questo partito, specialmente coloro i quali hanno tenuto una militanza a si sono addossati il carico di un lavoro politico che serve alla città. Un dirigente politico non apre ed allarga ancora solchi. Egli ha il compito di lavorare per porre in pari dignità queste due anime del Pd. Ma la pari dignità e’ un viatico che presuppone lealta’ e trasparenza.

Se alla fine di questo percorso la stesso Franco Iacucci non dovesse riuscire nell’arduo compito di condurre a percorsi unitari il Pd  la legittimità del lavoro della Segreteria cittadina dovra’ continuare con il mandato pieno ed unanime dell’Assemblea. Il Pd non può perdere altro tempo e la sua azione politica si deve tradurre nella composizione di una tavolo politico che esprima una larga convergenza di centrosinistra e con la indicazine di una proposta forte alla guida della città.

Fto Carmine Talarico