Sculco: “La chiusura del Castello di Le Castella è il simbolo dell’indifferenza del Mibact”.

È insopportabile che la presenza del Mibact e dei suoi uffici regionali, nel nostro territorio, si segnali solo per veti e dinieghi e mai per un’azione costruttiva e positiva.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Incredibile ma vero! Sono due anni che un simbolo del turismo calabrese è chiuso al pubblico.

Uno scandalo che solo in Calabria, terra sempre più dimenticata e lontana da Roma, può succedere.

Vedere il castello di Le Castella abbandonato a sé stesso senza cura e soprattutto senza alcuna prospettiva fa male, ma soprattutto rende plastica l’indifferenza del Governo nazionale e di quello regionale.

Le Castella, insieme ai Bronzi di Riace, rappresentano il simbolo della Calabria turistica.

Peccato, però, che nulla si muove per far sì che questo patrimonio sia reso fruibile ai tanti turisti che da tutto il mondo ne apprezzano le immagini e le foto.

Credo sia diventata insopportabile questa situazione, che fa il paio, purtroppo, con il Castello di Carlo V di Crotone.

La nostra provincia possiede il più ricco patrimonio storico e archeologico, e questo atteggiamento di indifferenza costituisce un vero e proprio schiaffo alla miseria per un territorio che cerca in tutti i modi di rilanciare le proprie aspettative di futuro cercando di investire in un piano di sviluppo che si basa sul turismo e sull’economia del mare.

Non mi stupisce l’atteggiamento del Mibact.

Il suo disinteresse nei confronti del nostro territorio è ormai noto anche alle pietre.

Mai il Mibact ha fatto un serio investimento in questa provincia, e anche quando si è trovato a gestire cospicui investimenti per Crotone, vedi Antica Kroton, non ha fatto nulla, mettendo a rischio anche il progetto e l’investimento stesso.

È insopportabile che la presenza del Mibact e dei suoi uffici regionali, nel nostro territorio, si segnali solo per veti e dinieghi e mai per un’azione costruttiva e positiva.

Ed è anche strano ed incredibile l’atteggiamento del ministro Franceschini, visto che oltre ad essere ministro dei beni culturali è anche ministro del Turismo e dovrebbe sapere che una realtà come la nostra, in questo settore, ha delle potenzialità enormi, e dovrebbe agire e non invece ignorare e trascurare.

Se per il ministero si può parlare di fredda indifferenza, per la deputazione crotonese non si può che parlare di “fallimento politico”. “A Roma non sanno nemmeno dove sta Crotone”, mai una frase detta dalla senatrice Corrado è risultata più vera. Ma se i palazzi romani ignorano Crotone, la sua provincia e la sua storia, significa che i parlamentari di questo territorio non servono proprio a nulla.

E l’ultima dichiarazione della senatrice Corrado è lo specchio fedele di questa situazione.

La senatrice sostiene che non farà nulla per Le Castella, così come non ha fatto nulla per il Castello di Carlo V, se non produrne la chiusura, così come non ha mai aiutato Crotone nella vicenda dello stadio, così come si è messa di traverso nello sviluppo del progetto Antica Kroton.

Non fa nulla perché tutte queste situazioni non corrispondono ai suoi “desideri”, fregandosene delle aspettative del territorio e dei suoi cittadini.

Non ci rimane che appellarci al vice presidente della Regione, assessore Spirlì, che, a parole, ha sempre dimostrato la sua vicinanza a questo territorio. Ora l’assessore Spirlì passi dalle parole ai fatti e metta in campo tutta la forza istituzionale della Regione per far sì che il Mibact si risvegli da questo suo dannoso e lungo torpore.