Abramo C.C. l’emblema della assoluta incertezza del diritto al lavoro

Riceviamo e Pubblichiamo le parole della parlamentare del M5S, Elisabetta Barbuto.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Ancora una volta sono costretta ad intervenire in Aula alla Camera per tenere alta l’attenzione del Governo su una vicenda che costituisce, a mio avviso, l’emblema della assoluta incertezza di un sacrosanto diritto garantito dalla nostra Costituzione: il diritto al lavoro; vicenda che si sta perpetrando e consumando nel territorio crotonese penalizzato dall’isolamento cui è stato confinato a causa delle carenze infrastrutturali ( che non cesserò mai di denunciare) e conseguentemente piagato da una crisi economica occupazionale che non sembra voler invertire la tendenza.

Sono, infatti, 107 i dipendenti dell’Abramo Customer Care che hanno in questi giorni ricevuto la lettera di licenziamento alla luce della cessazione dell’attività sulla commessa “Roma Capitale” in seguito alla quale la stessa società non riesce ad effettuare il ricollocamento all’interno della propria organizzazione aziendale.

Orbene, dal 1 ottobre prossimo, la commessa dovrebbe passare al nuovo aggiudicatario della gara che, secondo quanto indicato nella lettera di licenziamento, avrebbe comunque dichiarato espressamente di voler applicare le clausole sociali di cui al CCNL con ciò rappresentando la volontà di riassumere, all’atto del suo subentro nell’appalto, tutti gli addetti alla medesima commessa.

Il timore è, tuttavia, che la continuità occupazionale dei 107 addetti al contact center sia subordinata alla richiesta di trasferimento degli stessi operatori su Roma.

E’ evidente, infatti, che questa soluzione comporterebbe inevitabilmente da parte dei lavoratori, quasi tutti con contratti di lavoro part time a 20 ore settimanali, la rinuncia al posto di lavoro per evidenti ragioni che non vi è neanche bisogno di elencare e così vanificando l’applicabilità in concreto della clausola sociale.

Ci auguriamo che non sia questo il caso, che questo non accada e che venga consentito ai lavoratori di continuare ad esercitare la propria attività nel loro territorio.

A loro tutela.

A tutela delle loro famiglie. A tutela dell’economia del nostro territorio.

Altrimenti avremmo modo di constatare, ancora una volta, che nel nostro paese la tutela dei lavoratori, la tutela dei più deboli, è solo un principio formale privo di contenuto.

Non esiste, infatti, una tutela dei lavoratori quando gli stessi sono costretti in maniera legale, ma profondamente ingiusta, a rinunziare al loro lavoro.

Come parlamentare del territorio eserciterò tutte le prerogative della mia funzione per scongiurare che questo accada.

Elisabetta Barbuto (M5S Camera)