Approvato ODG sulle Camere di Commercio

Barbuto: La riforma non solo non risponde adeguatamente alle esigenze dei territori, ma ne pregiudica l’efficienza operativa"

Riceviamo e Pubblichiamo:

«Unitamente al decreto semplificazioni è stato approvato un ordine del giorno a mia firma relativo alle Camere di Commercio che impegna il Governo a rivedere i criteri di accorpamento tenendo conto delle osservazioni degli enti camerali coinvolti nei processi di accorpamento ancora non conclusi e a valutare la possibilità di predisporre lo sblocco delle assunzioni di personale per quelle Camere coinvolte che rischia di comprometterne il lavoro, specialmente in un momento così delicato come quello dovuto alle conseguenze dell’emergenza sanitaria in atto».

Lo comunica la deputata Elisabetta Barbuto, al termine di una settimana di intenso lavoro, la quale non ha mai fatto mistero alcuno di essere contraria agli accorpamenti camerali coatti previsti dalla riforma del 2016 che riguardano, per la Calabria, le Camere di Commercio di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia.

«La riforma – sostiene la deputata – non solo non risponde adeguatamente alle esigenze dei territori, ma ne pregiudica l’efficienza operativa poiché, oltre a non garantire una equilibrata rappresentanza delle Camere interessate, impedisce, attualmente e di fatto, le assunzioni, anche a tempo determinato, a causa della contrazione delle entrate dovute alla drastica riduzione dei contributi camerali delle imprese».

«È evidente, infatti – sostiene l’esponente del Movimento 5 Stelle – che tale soluzione appare assolutamente inopportuna per almeno due ordini di ragioni.

Il primo è quello più volte ribadito dai presidenti delle Camere di Commercio interessate, alcuni dei quali auditi in Senato nei giorni scorsi presso la Commissione Bilancio, e cioè che è importante mantenere l’autonomia di ogni singola Camera perché la riduzione degli stessi enti, in seguito all’accorpamento, non porterà alcun giovamento ai territori che necessitano come già evidenziato dalla presenza competente delle istituzioni camerali che garantiscono il massimo sostegno allo sviluppo.

Il secondo è l’assoluta necessità di rivedere i criteri di accorpamento, prescindendo dalla obbligatorietà e lasciando nella facoltà delle singole Camere di Commercio la decisione di accorparsi o meno in base alla propria situazione, alle esigenze dei propri territori e del tessuto economico produttivo degli stessi».

L’esigenza immediata, tuttavia, è ora scongiurare l’ipotesi del Commissariamento previsto nel decreto Agosto e la parola spetta al Senato ove sono stati presentati vari emendamenti in tal senso.

Ricordiamo, infatti, che diverse Camere di Commercio, fra cui quella di Crotone, hanno ottenuto, in seguito a ricorsi giurisdizionali ancora in attesa di definizione, la sospensiva dell’accorpamento con pronunce del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato per cui anche il Commissario, una volta nominato, non potrebbe procedere in ossequio alle suddette sospensive. Senza voler ipotizzare che la stessa nomina, attribuita dal decreto di agosto al Ministero, potrebbe essere contestata dai Presidenti delle Regioni interessate cui, secondo la legge, spetta la nomina dei Commissari nell’ipotesi di decadenza degli organi statutari per motivi diversi da quelli di gravi irregolarità e di ordine pubblico.