Il miracolo vero sarà governare diversamente! foto

Il miracolo di cambiare Voce ed i Voce/boys, cambiarsi e scambiarsi come una cosa sola! Quello di cambiare lo sguardo di questa città: da città sempre pronta ad attendere, a città pronta ad annaffiare anche i mattoni. Quello di cambiare i più distanti: non per avvicinarli o concupirli; piuttosto renderli fieramente convinti che anche loro hanno diritto a non arrendersi un’ora prima del Loro miracolo.

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di Procolo Guida

Non vi è alcun dubbio che molto, moltissimo, di questo risultato che ha portato Vincenzo Voce ad essere Sindaco di Crotone, ha del miracoloso, a partire dalla possibilità di poter contare di una maggioranza piena in Consiglio Comunale.

Si perché proprio partendo dall’analisi del voto del primo turno, c’è da segnalare che le 4 liste che sostenevano l’Ingegner Professor Voce hanno raccolto 7.963 voti, contro le 6.903 preferenze delle 5 liste di Arcuri/Sculco, i 1203 voti ai 5stelle e le 16.023 preferenze delle 10 liste del centro destra super large che avrebbe dovuto portare Antonio Manica a Sindaco quasi in bicicletta.

Tutto, troppo presto, passato in sordina perchè tutti concentrati sull’indubbia incredibile affermazione personale di Vincenzo Voce che prendeva, sempre al primo turno, più di 4.000 voti di voti disgiunti, e sull’incapacità di sfondare dell’avvocato Manica che, anzi, perdeva più di 2.000 voti rispetto ai propri candidati al Consiglio Comunale; ma c’era molto di più da comprendere rispetto alla vera e propria miracolosa capacità di “soli” 118 candidati, per la stragrande maggioranza sconosciuti, anche tra di loro.

Si perché ci sarà ancora molto da scoprire anche fra di loro stessi, ma ci torniamo dopo, a questo concetto, che comunque reputiamo centrale.

Il dato del primo turno aveva sancito innanzitutto che con la semplicissima, quanto determinante, capacità di tenere tantissimo riserbo sulla composizione delle 4 liste, Vincenzo Voce  era riuscito a spiazzare, in un colpo solo, il re delle preferenze Enzo/bleck/Sculco, la fame di gloria di un piccolo clan di grillini che pensava di poter “gestire” l’enorme successo delle politiche del 2018, e la corazzata arcoBALENA tenuta assieme dal neo deputato Torromino che aveva inghiottito proprio tutto, e più di tutto. E fin qui abbiamo assistito al primo “nuovo” Vincenzo Voce, rispetto all’attivista che aveva animato la poverissima scena “sociale” di questa città. Un Vincenzo Voce stratega e regista di un gruppo di cittadini pronti a dare battaglia.

Anche qua, servirebbe anche quantificare quanto si sono fatti male da soli gli altri: per esempio, e più precisamente, si potrebbe “soppesare” l’emorragia di consensi regalata ad ogni singola uscita di Maurizio Fiorino (mai stanco di limitare quelle social alle quali “caricava” smicrofonate da passeggio inbonificatrici); oppure si potrebbe andare in quegli ambienti popolari di sinistra (ce ne stanno) “colpiti” da una spocchiosa quanto feroce e vorace campagna elettorale dell’ex Presidente della Provincia Iritale che era riuscito ad imporre una doppia eredità da vero e proprio tycoon di noiautri, dimentico che, lui, in quelle fasce là, anche (se non soprattutto) non ci era mai andato, né prima né dopo i suoi molteplici incarichi istituzionali; non sarà comunque semplicissimo ma nemmeno impossibile calcolare questi e tanti altri autogoal.

Deve essere fischiata nell’orecchio di Enzo Voce e del nutrito ed eterogeneo gruppo che lo ha sostenuto, Albert Einstein che amava dire: “Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l’altro come se tutto fosse un miracolo”. Ed allora quella prima e decisiva parte di campagna elettorale è risultata decisiva, anche perché i Voce/boys (così come profeticamente apostrofati dallo stesso Antonio Manica), hanno potuto svolgere il loro ruolo naturale: gridare che un miracolo si poteva compiere, che anzi era così a portata di mano, proprio perché tutti gli altri badavano ad interessi, a mani occupate e dita unte, mentre loro potevano concentrarsi alla luna!

Inciuci, accordi, endorsment? Mentre anche qua c’è chi si era fatto distrarre pure dalla possibilità di vincere senza giocare con l’assegnazione dei seggi in prima battuta, si scopriva pure che mentre i Manica/professionist non si erano nemmeno costituiti con i propri rappresentanti presso il seggio elettorale centrale (ah Onorevole Torromino questa è stata davvero grossa), i Voce Boys continuavano a macinare carte, sentenze e tecnicismi degni di chi ha già superato la soglia di voler imparare; si era già pronti a buttare il cuore oltre l’ostacolo, che è sempre metà dell’opera!

Qui ha fatto capolino un altro Voce: quello che riusciva a far prendere iniziativa al gruppo, concedendogli anche qualche (possibile) uscita a vuoto; anche perchè veniva subito “arginata” dagli stessi avversari. Emblematica, in questo senso, è stata l’incursione di Lino Polimeni in Comune: quando c’è stato chi era pronto a dare addosso allo straniero che si faceva gli affari nostri, ci sono stati quelli pronti a far vedere la trave rappresentata non tanto e non solo dall’incauto dipendente, ma quanto tutto ciò fosse il frutto “sballato” dal sistema clientelare con cui si è sempre gestita la risorsa “personale” del Comune di Crotone, sempre e solo in funzione di chi vincesse.

E qui permetteteci di aprire una parentesi che va proprio (anche ed ancora una volta) in ossequio alle sacrosante dichiarazioni di Lino Polimeni sul palco dei festeggiamenti di ieri sera al fianco di Voce Sindaco: lui ieri rivendicava, più che autorevolmente, che in Calabria molti, troppi, giornalisti fanno finta di non vedere il clientelismo, il malaffare ed il malcostume. Ecco caro Lino, giusto per non farci mancare l’ennesima occasione, crotoneinforma racconta e circostanzia anche rispetto a fatti riportati e che chiediamo possano essere chiariti al più presto: chiediamo, nello specifico, se per puro caso ci sono state in Comune e durante la campagna elettorale, frequentazioni (certamente anomale) da parte dell’Onorevole Torromino, della professoressa Curatola e dell’uscito ed entrante consigliere comunale Mario Megna, o di altri esponenti politici; e se per lo stesso caso (o altro), il Segretario Comunale, che è anche Dirigente del personale, ha disposto cambio di mansioni e o similari interventi. Se ciò dovesse essere accaduto siamo davvero in presenza di quella tipologia di casistica che è purtroppo il vero male della pubblica amministrazione, ancor prima ed ancora peggio in presenza o meno di reati penali o amministrativi.

Ecco, anche e non solo; tutto questo disegno trovato e mai scomposto ha preparato il terreno “migliore” di gioco di Vincenzo Voce e dei suoi boys. E l’analisi dei numeri è altrettanto palese a partire da un conteggio semplice quanto lapalissiano: al primo turno Manica ha preso 13.787 preferenze come Sindaco, Voce 12.003; al ballottaggio sono andati a votare, praticamente, lo stesso numero di persone che hanno votato loro al primo turno, tanto che Voce ha preso 16.434 voti e Manica 9.265 preferenze. Se si aggiunge che in quei quartieri di periferia dove Manica aveva un vantaggio mostruoso, ora Voce recupera ed aumenta i propri consensi, il dado è tratto: nessun accordo e nessuna attenzione del mondo progressista o regredito ha contato. Ha contato la voglia di farsi governare dal nuovo, dal diverso.

Sarà per provare? Sarà per ritorsione rispetto a chi è riuscito, puntualmente, a superarsi nelle promesse impossibili? Questa componente è certamente presente in questo piccolo grande miracolo che è accaduto; ed allora per tornare, con infinito piacere questa volta autentico, al punto lasciato in sospeso rispetto a cosa e quanto c’è da scoprire dei, dai e fra i protagonisti di questo atto unico nella storia della nostra città, ci piace usare due citazioni come prologo.

  • la prima è parte di un proverbio arabo: “non arrenderti. Rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo”.
  • la seconda la estrapoliamo dal post di uno dei Voce/Boys, Roby Contarino: “la tua rabbia è stata la nostra rabbia, il tuo sogno il nostro sogno. Lo abbiamo annaffiato giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. Sembrava impossibile ma quando hai una squadra straordinaria alle spalle, una meravigliosa famiglia, anche l’impossibile diventa possibile”.

Ecco ora tocca a voi costruire ed innaffiare il sogno certo più complicato: quello di cambiare voi stessi innanzitutto; cambiarvi e scambiarvi come una cosa sola! Quello di cambiare lo sguardo di questa città: da città sempre pronta ad attendere, a città pronta ad annaffiare anche i mattoni. Quello di cambiare i più distanti: non per avvicinarli o concupirli; piuttosto renderli fieramente convinti che anche loro hanno diritto a non arrendersi un’ora prima del Loro miracolo.

Non è esercizio dialettico; piuttosto è augurare, augurarVi ed augurarci di vedere esercitare il potere con lo stesso “passo” con cui Nelson Mandela parlò prima (della sua prigionia) e trattò dopo Frederik Willem de Klerk e tutto quel Partito Nazionale che lo aveva schiavizzato in carcere per trent’anni. Occhio, fare diversamente, non converrà a nessuno di voi, a nessuno di Noi.

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