Serve un nuovo modello di crescita

Coinvolgere i giovani utilizzando i fondi UE per l'occupazione giovanile

Riceviamo e Pubblichiamo:

Parimenti alla realizzazione di quei progetti e delle infrastrutture necessarie per rendere il territorio appetibile ad attività produttive ed imprenditoriali, vi è la necessità di avviare un nuovo modello di crescita che coinvolga le nuove generazioni.

In una terra che primeggia per tasso di emigrazione degli under 30, è quanto mai necessario riscoprire la creatività e l’energia dei giovani, coinvolgendo gli stessi in progetti che valorizzino le loro potenzialità.

Progetti da realizzare non solo per i giovani ma con i giovani che permettano loro un contatto diretto con la realtà, così da scrutarne i limiti, le contraddizioni, i problemi e per definirne nuovi orizzonti, occasioni e soluzioni.

Data la premessa, ho trovato interessante riproporre e condividere con i lettori e, perché no, con la nuova amministrazione, il progetto 2GetThere.

Il progetto 2GetThere, realizzato in Olanda e ben presto emulato in diverse realtà del nord Europa, è un programma sociale diretto da giovani che si rivolgono ai loro coetanei senza occupazione, motivazioni e fiducia in loro stessi.

Il programma si basa sulla responsabilizzazione dei giovani i quali, dopo uno specifico percorso di formazione, sono in grado di comunicare con i loro coetanei per consigli pratici, raccontare esperienze professionali e di vita, infondere nuove motivazioni e nuove energie a chi, per diversi motivi, si trova in difficoltà.

L’innovazione introdotta dal progetto è che i coaches non sono persone distanti dai processi o dalle esperienze, ma giovani capaci di entrare con più semplicità ed efficacemente in empatia con i loro coetanei, supportandoli nelle difficoltà e nelle scelte.

L’obiettivo è quello di creare una rete in cui le eterogenee esperienze ed energie, di ragazzi e ragazze, possono coesistere e arricchirsi per realizzare nuove idee e progetti innovativi, aprire la strada a nuove opportunità culturali ed occupazionali, reintrodurre nel tessuto sociale tutti coloro i quali, per mancanza di un lavoro e non solo, si sentono ai margini della comunità.

Il programma potrebbe essere finanziato attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE), il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti.

Il FSE finanzia, ogni anno, migliaia di progetti locali, regionali e nazionali in materia di occupazione in tutti i Paesi europei e individua, tra le sue priorità, l’integrazione nel mercato del lavoro dei giovani.

I risultati ottenuti in Olanda sono estremamente confortanti.

Numerosi sono i ragazzi che hanno trovato una nuova occupazione, ripreso gli studi, avviato proprie attività, ripreso in mano la propria vita e condiviso la loro esperienza.

Un progetto di questa portata non troverebbe difficoltà al suo adattamento nel nostro sistema sociale che, da sempre, può contare su una fitta rete di associazioni, istituti di beneficienza e di supporto, uffici sociali locali e comunità religiose che cooperano per un sostegno diretto e immediato alle fasce sociali più deboli.

Nell’Italia e, soprattutto, in quella del Sud, del Reddito di cittadinanza senza una finalità occupazionale o di stimolo individuale e dei “Navigator” di cui non si hanno tracce, rappresenterebbe un elemento di vivacità e visibilità delle Istituzioni in un contesto, peraltro, sofferente e desideroso di riscoprire non solo la sua appartenenza al sistema Paese ma anche a quella Europea.