Sculco: “È ora che la doppia preferenza di genere diventi legge”

"Il prossimo 10 novembre, sarà discussa la proposta di legge"

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Prendo atto, con soddisfazione, che nell’ultima seduta del consiglio regionale della Calabria, il prossimo 10 novembre, sarà discussa la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere. Finalmente! Era ora! La battaglia per introdurre questa innovativa modifica legislativa è iniziata nel lontano 2015, quando l’apposita commissione consiliare discusse e approvò il testo, da me proposto e sottoscritto, sulla introduzione della doppia preferenza nel sistema elettorale regionale. Da allora, le resistenze e le barriere incontrate sono state tante, anzi direi troppe ed invalicabili, inspiegabilmente invalicabili e solo nel 2019, a quattro anni di distanza (sic!) il provvedimento approdò in Consiglio per essere poi, dopo un inconcludente e deludente dibattito, bocciato.

Un epilogo negativo che lasciò l’amaro in bocca ma che tuttavia non suscitò rassegnazione e rinuncia nelle donne e negli uomini calabresi che hanno ritenuto e ritengono ancora che il rinnovamento di cui hanno tanto bisogno le istituzioni passa anche da una maggiore e magari compiuta democrazia paritaria e che una piena cittadinanza politica alle donne rappresenta una precondizione per la crescita democratica, culturale sociale e civile della nostra regione.  Ora, dopo tutto questo tempo e dopo aver lungamente menato il can per l’aia, l’iter per l’approvazione della doppia preferenza di genere si avvia a positiva conclusione, anche grazie all’impegno diretto del presidente del Consiglio regionale, on. Mimmo Tallini.

Il 10 novembre, non approveremo soltanto una legge, necessaria, importante e significativa e tanto attesa dai calabresi, ma, soprattutto, renderemo onore al presidente Jole Santelli. Come ho già raccontato in un precedente comunicato, qualche giorno prima della sua morte, avevo avuto con Jole Santelli un cordiale colloquio, durante il quale abbiamo condiviso la stessa visione sulla modifica della legge elettorale, che non andava approvata solo per “dovere Costituzionale”, ma perché voleva cancellare l’immagine che si era data della Calabria, di una terra, cioè, che ostacola quasi con pervicacia l’accesso alle donne nelle istituzioni. Sono particolarmente felice che il 10 novembre questo comune e condiviso desiderio possa diventare realtà.

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