Cerrelli (Lega): “Comunicato della Giunta del Comune di Crotone: inopportuno e inappropriato” foto

"Il comunicato della Giunta sembra, pertanto, innescare un corto circuito pericoloso"

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Riceviamo e Pubblichiamo:

“Se non ve ne siete ancora accorti, vi avverto che il Consiglio Comunale di Crotone si è determinato contro il ddl Zan, fatevene una ragione!” È quanto evidenzia l’avv. Giancarlo Cerrelli, Coordinatore provinciale della Lega di Crotone, dopo essere venuto a conoscenza del comunicato pubblicato dalla Giunta Comunale, sul sito istituzionale del Comune di Crotone, con il quale la stessa ha preso le distanze dal Consiglio Comunale che ha votato a favore della mozione Cavallo (Lega) contro il ddl Zan. “Ritengo inopportuna e inappropriata la pubblicazione del comunicato della Giunta comunale – afferma Cerrelli – la quale si serve, tra l’altro, di uno strumento pubblico, qual è il sito dell’Ente, per finalità eminentemente propagandistiche, che esulano dalle proprie funzioni. È, peraltro, alquanto, discutibile, che la Giunta, invece di interessarsi dei numerosi problemi che incombono sulla nostra città, abbia il tempo di partorire un documento fuori luogo e irrituale per le proprie competenze, con il quale prende le distanze dal Consiglio e dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerla, senza neppure consultarla. Il comunicato della Giunta sembra, pertanto, innescare un corto circuito pericoloso; fino a prova contraria, infatti, non è la Giunta che sfiducia il Consiglio, ma è il Consiglio che può sfiduciare la Giunta.  Constato ancora una volta – insiste Cerrelli – come la sinistra, nemica della libertà e soprattutto della libertà di opinione, stia in queste ore “massacrando” sui social e personalmente, come è suo costume fare, chi non si adegua al pensiero unico politicamente corretto, e soprattutto, sta attaccando quei consiglieri, anche della maggioranza, che hanno votato a favore della mozione.

Esprimo la mia più sincera e piena vicinanza a questi consiglieri, che, in tale occasione, hanno potuto constatare sulla loro pelle, la pericolosità dei metodi usati dai sostenitori del ddl Zan, che se oggi, non possono andare al di là del vilipendio o di qualche offesa sui social, nella scongiurata ipotesi in cui fosse approvato il ddl Zan, rischierebbero di incorrere in una probabile denuncia, solo per aver espresso un’opinione. Mi sorprende, infine, il fatto che tra gli esponenti del Consiglio comunale, che, durante la votazione si sono astenuti, come anche, in special modo, tra i firmatari del maldestro comunicato della Giunta, ci sia, anche, chi ha partecipato convintamente, anche da protagonista, intervenendo dal palco, alla manifestazione del 12 dicembre 2013 contro la legge anti omofobia che il Parlamento di allora stava per approvare e che poi non è riuscito a farlo.

Tale cambiamento di rotta mi fa chiedere: cosa è accaduto in questo lasso di tempo? Avete cambiato idea? E visto che siete cattolici praticanti, mi sembra strano che non abbiate tenuto conto neppure del fatto che la Conferenza Episcopale Italiana abbia affermato il 10 giugno 2020, che: “un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”, e inoltre che “anche per questi ambiti non solo non si riscontra alcun vuoto normativo, ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni”. Ha, piuttosto, evidenziato che: “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”. La mozione non ha natura confessionale, ma la coerenza non ha limiti.

 

(Le foto rappresentano la manifestazione a Crotone del 12 dicembre 2013 contro la Legge anti omofobia)

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