Sestito: “il consiglio comunale ha toccato un punto basso”; GD: “aspettative superate in negativo”

Pubblichiamo le dichiarazioni di Filippo Sestito (dalla sua pagina Facebook) e il comunicato stampa dei Giovani Democratici.

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Filipo Sestito

Lo show continua. Ieri è andata in onda la seconda parte del terzo consiglio comunale dell’era Voce. Mai, sottolineiamo mai, un consiglio comunale ha toccato un punto così basso, forse il più basso dell’era repubblicana. Anzi, sicuramente il più basso. Ma di quale spettacolo stiamo parlando? Della saga degli ordini del giorno perlopiù gestiti da quello che appare da queste prime battute come un vero e proprio sindaco ombra, il consigliere Meo. Un primo ordine del giorno che chiedeva interventi a favore delle attività economiche oggetto di restrizioni a seguito del Dpcm del 24 ottobre 2020, è stato approvato anche con il consenso del sindaco formale Voce,  che nella precedente seduta aveva manifestato la sua contrarietà. Un secondo ordine del giorno, proposto direttamente dal consigliere Meo e da altri sulla immediata riapertura delle strutture sportive è passato con 25 voti favorevoli e con la incredibile contrarietà del sindaco formale Voce e dell’assessore al ramo. Su questa decisione, dobbiamo dare merito al sindaco formale Voce di aver avuto il coraggio di mettersi contro tutto quel mondo sportivo che lo aveva convintamente votato solo qualche settimana fa.

Il terzo ordine del giorno presentato della consigliera Cavallo per conto dell’immarcescibile leghista Cerrelli e dal consigliere Manica, avente ad oggetto la contrarietà al disegno di legge Zan, rappresenta però un capolavoro. Si tratta del disegno di legge (che prende il nome dal relatore del Pd Alessandro Zan) approvato dalla Camera dei Deputati per contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità. Nel precedente consiglio l’ordine del giorno aveva ottenuto 12 voti a favore, 10 contrari e 8 astenuti, ma il segretario generale rigettava l’approvazione per questioni relative al quorum di approvazione. A questo punto, dopo vari interventi motivati del consigliere Meo, lo show, ovvero il consiglio comunale, veniva aggiornato al 2 dicembre. Nella riunione del 2 dicembre dopo varie schermaglie il sindaco ombra Meo otteneva di mettere ai voti una mozione che chiedeva di applicare alla votazione della consigliera cavallo e del consigliere Antonio Manica l’art. 81 del regolamento che prevede di non conteggiare i voti degli astenuti per definire il “quorum ponderato”. La mozione del sindaco ombra Meo è passata con 26 voti favorevoli e 5 contrari e quindi il consiglio comunale di Crotone approvava l’ordine del giorno della vergogna esprimendo, a nome della città, la contrarietà al disegno di legge Zan che intende contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità. Fine dello show. Vale la pena fare qualche considerazione finale.

Dei 12 voti a favore della tesi oscurantiste e da medioevo dei leghisti nostrani, 9 sono stati espressi da esponenti della maggioranza. Il sindaco formale Voce, il presidente del consiglio comunale Greco ed altri due consiglieri di maggioranza si sono astenuti. Ora, i numeri non mentono e confermano quanto affermato da noi, piuttosto isolatamente a dire il vero, e cioè che al ballottaggio Voce e Manica rappresentavano due destre. Su un atto così intimamente politico come i diritti civili si evidenziano gli orientamenti politici e culturali profondi e la maggioranza del sindaco formale Voce e buona parte del consiglio comunale tutto hanno manifestato limpidamente di essere sulle posizioni della Lega e quindi solidamente ancorati a destra. Purtroppo queste posizioni da medioevo espresse dalla maggioranza del consiglio comunale non fanno bene alla città di Crotone e lasciano prefigurare tempi bui. Per questo motivo chiediamo a chi, anche in buona fede, ha ritenuto di votare uno schieramento progressista e di sinistra di ricredersi e a chi è stato eletto o nominato di dimettersi o di passare formalmente all’opposizione operando una scelta coerente con il proprio credo politico. (FONTE)

Federazione GD Crotone

Con il dramma quotidiano della pandemia e con i danni ancora da stimare lasciati dall’ultima alluvione, il nuovo Consiglio comunale di Crotone non ha perso l’occasione per fare una pessima figura. Un Consiglio insediatosi da pochi mesi appena ma che, viste le premesse, di certo non promette bene. Il disegno di legge Zan contro l’omolesbobitransfobia la misoginia e l’abilismo, approvato dalla Camera dei deputati, rappresenta un passo avanti di gran valore e civiltà per la tutela dei diritti. Una mozione contro un disegno di legge non avrebbe nemmeno dovuto essere presentata in un consiglio comunale: qualsiasi consigliere di buon senso avrebbe capito la sua inutilità. Invece, la città di Crotone si trova iscritta di forza, dal suo stesso Consiglio comunale, ad una lotta che non si sognerebbe mai di affrontare: quella contro i diritti di alcune fasce di cittadine e cittadini. In un momento drammatico per la vita cittadina, in cui sarebbe necessario mettere da parte divisioni, personalismi e battaglie politiche miopi, la maggioranza del Consiglio comunale fa l’esatto contrario.

Le aspettative non erano alte ma, questa volta, sono state ampiamente superate: in negativo. I Giovani democratici denunciano con forza l’inutile e dannosa mozione approvata dal Consiglio comunale di Crotone e ne chiedono l’immediato ritiro. Visto che il significato di quella mozione non poteva essere che meramente simbolico, proponiamo che la maggioranza, magari spronata dal neo-eletto Sindaco, faccia approvare una mozione esattamente contraria. Una mozione che parli a nome di tutte le cittadine e i cittadini di Crotone, contro le discriminazioni di ogni specie, verso chiunque.

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