Un Polo Civico per la Calabria. Un manifesto di idee

Il Polo Civico ha individuato 6 punti di programma prioritari

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Ma cosa vuole il Polo Civico per la Calabria?

Dimostrare che la Calabria non può essere ridotta a quelle poche migliaia di ‘ndranghetisti, politici collusi in cambio di voti e non solo, imprenditori complici o prestanome. La Calabria è altro: sono gli imprenditori non solo bravi e onesti, ma legati alla propria terra e coraggiosi che non si sottomettono alla mafia, non portano le loro aziende altrove, sfidano il crimine, creano lavoro in Calabria e dimostrano che non è vero che “non si può”; sono i cittadini perbene che, pur in condizioni difficilissime, collaborano con la magistratura e le forze dell’ordine sfatando il mito dell’omertà assoluta, sono le cooperative e le startup giovanili che costruiscono sulle loro idee ed educano con il loro esempio; sono i cittadini che donano tempo e passione al volontariato sociale, che fanno bene e con coscienza il loro lavoro, qualunque esso sia; sono le ragazze e i ragazzi che studiano con impegno e hanno visioni belle del futuro che vogliono costruire con gli altri, a casa loro, in Calabria, perché sanno che è una regione bellissima, ma da ripulire. I calabresi sono un milione e 900 mila e almeno altrettanti sono fuori regione, ma le vite e le loro limpide storie spariscono appiattite dietro le luride imprese di alcune migliaia di farabutti.

 

E come traduce il Polo Civico per la Calabria questa convinzione in politica?

Ci si è proposti di aprire e coltivare un dialogo costruttivo con altri soggetti del mondo civico, rinunciando a caratteri divisivi e affermando valori condivisi. Ma alcuni princìpi cardini vanno stabiliti: aderenza alla costituzione repubblicana, antifascismo, antileghismo, legalità, collocazione progressista, meridionalismo senza secessione, lotta alla povertà e alle ingiustizie sociali, accoglienza ed integrazione. Ed inoltre ci si pone come alternativa netta ai partiti che hanno avuto responsabilità di governo e hanno ridotto la Calabria in condizioni di disastro, favorendo una pletora di clienti e complici, dilapidando risorse, distruggendo la Sanità trasformata in sistema, spesso masso-mafioso, per il controllo del territorio e del consenso, privando i calabresi dei servizi essenziali e spingendo alla ricerca di soluzioni personali in una zona grigia fra legalità e malaffare, che riduce i diritti a favori da ripagare.

 

Ma nei partiti che hanno avuto responsabilità di governo ci sono anche forze sane; non può il Polo Civico per la Calabria allearsi con quelle?

Vero, ma i “buoni” di quei partiti sono stati al tavolo e silenti con i “cattivi”. Quale che ne sia stata la ragione, un comportamento che, se non complice, non è servito a moderare o modificare le cose. Detto questo, non si può fare di tutta l’erba un fascio; chi si è inutilmente battuto in quei partiti del marcio per amor di Calabria, deve trarne ovvie conclusioni: ne escano e facciano liste realmente alternative, evitando di camuffarsi entro formazioni riconducibili ai soliti noti; sarebbe ancora più disonesto. Non ci si assolve dicendo: “ma volevano rubare 100, grazie a noi hanno rubato 70”. Il Polo Civico non intende allearsi con queste trappole per elettori disattenti. Ma è aperto a chi, pur avendo esperienze politiche in quei partiti, e sia riconoscibile come estraneo alle loro nefandezze, voglia cogliere l’occasione per abbattere quelle logiche, quei sistemi. Non pretendiamo di avere l’esclusiva su questo percorso, siamo pronti anche ad unirci ad aggregazioni civiche diverse che siano in sintonia però su un percorso volto alla ricerca dell’alternativa. E siamo pronti a farci carico delle istanze sane e valide di tante associazioni che non hanno fini politici, ma hanno trovato spesso un muro di gomma nell’amministrazione regionale; come anche a farci portatori  di buone pratiche di democrazia partecipata e di processi di garanzia nella gestione delle risorse pubbliche, a cominciare dalla programmazione che non può essere centralizzata, ma aperta concretamente alle idee espresse dalle numerose competenze presenti sul territorio.

 

Ma così “non si vince”!

Il Polo Civico nasce per vincere,  ma non a costo di dover poi sottostare alle logiche dei partiti di governo tradizionali ed essere assimilati a loro come è avvenuto con il M5S. A che serve vincere, se la vittoria non garantisce una pulizia generale dal malaffare? Crediamo che la nostra chiarezza di intenti potrebbe essere apprezzata dai calabresi, che sono stufi e disgustati dal veder calpestata la propria dignità. Nel 2015, tutto il Sud votò in blocco per il centrosinistra: le regioni meridionali avevano tutte un presidente del PD e il segretario del PD era capo del governo. Ma le speranza di vedere le istanze del Sud rispettate si infransero presto. Nel 2018, tutto il Sud votò per il M5S, ma la delusione è arrivata ancora più rapidamente.

Il Mezzogiorno è alla disperata ricerca di una rappresentanza politica vera, alternativa al sistema dei partiti di governo nazionali che, con la complicità dei loro esponenti meridionali, hanno privato il Sud dei treni, delle strade, degli asili, delle scuole, della Sanità, degli investimenti pubblici e hanno sottratto ogni anno al Mezzogiorno, oltre 60 miliardi di euro. Per questo, tanti non vanno nemmeno più a votare.

Il Polo Civico per la Calabria nasce per essere quello che gli elettori fin qui traditi si aspettano: un’alternativa  alle forze oscure che schiacciano la nostra regione con il piede sul collo. Esso vuole mettere al centro della sua azione politica le ragioni dei più deboli, la solidarietà verso gli ultimi, l’interesse dei molti in contrapposizione con i privilegi dei pochi. Una  politica in grado di conseguire risultati concreti, in grado di invertire il verso della narrazione corrente della Calabria non più incentrata sul malaffare che la pervade. ma sulla capacità di valorizzare le sue risorse naturali e culturali, di produrre ed esportare, di creare ricchezza e lavoro, sulla capacità di programmare il suo futuro e di trattenere i suoi figli, sulla capacità di attrarre, di accogliere ed integrare come da sua millenaria tradizione.  Dalle urne potrebbe prorompere “l’affermazione degli onesti” preconizzata da Gaetano Salvemini e il futuro governo della Calabria potrebbe diventare un esempio per tutto il Sud. Perché proprio la Calabria? Perché chi corre i rischi maggiori di morire cerca una soluzione decisiva e la Calabria è, tra tutte le regioni del Mezzogiorno, quella che ne ha più bisogno; non saranno gli altri a trovare la soluzione, ma potranno copiarla.
Il Polo Civico ha individuato 6 punti di programma prioritari:

  • Equità nella distribuzione delle risorse economiche, a scala territoriale e sociale; un posizionamento meridionalista, a partire dall’indirizzare le risorse del Recovery Fund prevalentemente al Sud Italia rispettando le indicazioni della Commissione Europea, porre fine all’assedio delle lobby di potere (dalla Lega al PD, a Confindustria) che caldeggiano l’autonomia differenziata a vantaggio delle regioni ricche;
  • Sanità equa e su standard europei, attraverso un riassetto generale del sistema di prevenzione, di assistenza e di cura (presidi territoriali, potenziamento strutture, personale qualificato selezionato per meriti, equipaggiamenti adeguati, stop alle cure fuori regione, competenze manageriali di primo ordine);
  • Sistemazione ambientale e salvaguardia della natura in ottica fortemente eco-sostenibile (bonifica territorio e siti inquinati, politiche di prevenzione e protezione civile);
  • Infrastrutture e servizi di trasporto equo-sostenibili (in linea con gli standard dell’Europa occidentale, no alle grandi opere inutili, si ad interventi utili e diffusi);
  • Cultura in senso esteso (dalle scuole dell’infanzia alle università pubbliche oggi fortemente discriminate al Sud, alla ricerca ed innovazione, alle arti, all’informazione libera, alle pari opportunità, ecc.);
  • Ristrutturazione integrale dell’apparato burocratico regionale, eliminando rendite di posizione, inefficienze, clientele, strutture inutili; puntando una volta per tutte alla semplificazione amministrativa, alla digitalizzazione, all’efficienza ed efficacia della programmazione e della gestione delle risorse pubbliche.

Saremo forse velleitari? No, vogliamo solo dare una risposta seria ai calabresi che sono stanchi di votare per il meno peggio, vogliono il meglio, altrimenti non se ne esce. E noi stiamo dalla loro parte.

 

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