Arcuri: “Il Comune ritiri l’avviso pubblico sulla concessioni demaniali marittime”

È opportuno quindi che il comune pitagorico rivaluti immediatamente la propria posizione, ridefinendo la disposizione e quindi l'avviso in base all'esito della procedura di infrazione.

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Riceviamo e Pubblichiamo:

La messa in mora impartita dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per la disposizione che proroga le concessioni demaniali marittime fino al 2033, non sorprende, ma impone una seria ed attenta riflessione in ambito locale. Il Decreto Rilancio recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, tra le varie disposizioni, si è occupato anche del tema delle concessioni demaniali affrontando il tema dell’estensione delle stesse fino al 2033, di fatto avallando quanto era già stato deciso con la Legge Bilancio 2019. Il tema della proroga delle concessioni da un punto di vista giuridico rileva problemi di conformità con il diritto europeo. La Corte di Giustizia Europea ha più volte ribadito che “…la proroga ex lege della data di scadenza delle autorizzazioni equivale a un loro rinnovo automatico…” (CGUE, sentenza 14 luglio 2016, in causa C-458/14 c.d. Promoimpresa) ponendosi perciò in contrasto sia con il principio della libertà di stabilimento sia con la Direttiva Bolkenstein sui servizi nel mercato interno dell’Unione Europea.

In tale contesto era già intervenuto il Consiglio di Stato con la sentenza n. 7874 del 18 novembre 2019 rilevando l’illegittimità della normativa nazionale recata dalla Legge Bilancio 2019. Se da un lato l’estensione delle concessioni balneari garantisce sicuramente tutele e sicurezza a centinaia di imprenditori balneari e dipendenti del settore che lavorano sulle spiagge e che possono guardare con serenità al futuro, dall’altro lato questa salvaguardia si traduce in un possibile concentrato di privilegi in violazione del diritto sovranazionale. Come anche la Ragioneria di Stato ha fatto presente “la situazione prospettata, nel protrarre lo status quo potrebbe determinare un’ingiustificata compressione dell’assetto concorrenziale del mercato del demanio marittimo”. In assenza di un intervento del legislatore italiano per regolarizzare la questione, ci sta pensando l’Europa con la messa in mora disposta dalla Commissione Europea.

L’aver, da parte del Comune di Crotone, recepito la disposizione nazionale che proroga le concessioni con la pubblicazione dell’avviso pubblico “Estensione della durata delle concessioni demaniali marittime fino al 31/12/2033” potrebbe, invece di generare stabilità e serenità negli operatori del settore, avere l’effetto contrario: catapultarli in una revoca, modifica delle disposizioni e quindi tramutarsi in instabilità e precarietà. È opportuno quindi che il comune pitagorico rivaluti immediatamente la propria posizione, ridefinendo la disposizione e quindi l’avviso in base all’esito della procedura di infrazione.

Danilo Arcuri 

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