Veramente crediamo che a Crotone basti la sola raccolta differenziata?

Pingitore: "Siamo in grado a Crotone, una volta per sempre, di essere compatti e decisi a risolvere l’annoso problema dei rifiuti?"

Riceviamo e Pubblichiamo:

La questione ambientale a Crotone va sottoposta oggi ad un serio approfondimento e dovrà diventare un tema centrale nella discussione pubblica. Ora più che mai spetta alla politica e all’amministrazione fare il passo in avanti, sapere affrontare e fornire risposte concrete atte a migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini, iniziando proprio dalle origini della questione, quando lo sviluppo industriale di questa città ha compromesso, per certi versi, il futuro delle nuove generazioni. Non si può far finta di niente; bisogna lottare perché Crotone possa ritornare a splendere. Oggi deve essere per tutti noi il momento di assumere una certa “consapevolezza ambientale”, ossia il senso di responsabilità e di tutela dell’ambiente in cui viviamo, utilizzando in modo equilibrato e sostenibile le risorse a disposizione e cercando di ridurre l’inquinamento prodotto da tale utilizzo. La consapevolezza ambientale, in altre parole, ci permette di capire che recare danno all’ambiente significa anche recare danno all’economia. Non si potrà percepire benessere a Crotone se si persevererà su questa scia: la nostra città non avrà mai possibilità di soddisfare i bisogni della gente. A dire il vero, oggi, con la nuova Amministrazione guidata da Vincenzo Voce, il primo passo verso la raccolta differenziata è stato compiuto: infatti, in data 22 dicembre, il Consiglio Comunale ha deliberato un nuovo contratto con l’azienda municipalizzata “Akrea”, mediante il quale si prevede un aumento di circa 500.000,00 euro per l’acquisto di nuovi mezzi utili ad avviare la raccolta differenziata in città. A mio parere, però, a Crotone non è sufficiente solo questo sistema di raccolta per ridurre l’enorme quantità di rifiuti prodotti ogni giorno.

Basta guardare attorno per vedere quanti inutili imballaggi riempiono i nostri contenitori dei rifiuti dopo la spesa. Dovrebbe essere contemporaneamente avviata una campagna di sensibilizzazione volta alla produzione consapevole di quantità ridotte di rifiuti, incentivando, magari, per alcuni prodotti, il vuoto a rendere o l’erogazione alla spina (latte, detersivi, acqua) in appositi distributori da posizionare strategicamente, limitare l’acquisto di oggetti avvolti in diversi strati di involucri, fornirsi di borse in stoffa o borse riutilizzabili per fare la spesa, fare continuo uso di contenitori vuoti (bottiglie in vetro, sacchetti di carta, scatole ecc.), evitare gli usa e getta, preferire, in sostituzione di tali oggetti, ciò che è lavabile e riutilizzabile (stoviglie, posate) o ricaricabile (batterie), bere l’acqua del rubinetto, previa garanzia di controlli sistematici e periodici. Tutto ciò contribuirebbe alla formazione di buone abitudini e, ad ogni modo – occorre essere chiari e realisti – costituirebbe solo la prima fase del lavoro: affinché si arrivi a pieno regime e si possa guadagnare un’alta percentuale di R.D. passerà tantissimo tempo e la città forse rimarrà in stato di emergenza. Si continueranno a fare gli ammassi e si sommeranno a quelli stoccati all’interno degli ex stabilimenti della vecchia Pertusola, dove tutt’ora giacciono 528mila tonnellate di rifiuti metallici, e a quelli esistenti nella fascia costiera prospiciente la zona industriale, tra la foce del fiume Esaro a sud e quella del fiume Passovecchio a nord.

E allora veramente crediamo che a Crotone basti la sola raccolta differenziata? E dei rifiuti esistenti cosa facciamo? Non bisogna pensare anche allo smaltimento degli ammassi? La mia idea, previa consultazione pubblica dei cittadini, è quella sostenuta dal presidente dell’Ass. Paideia, Luigi Bitonti, con il quale abbiamo spesso contribuito alla crescita del dibattito. Sarebbe opportuno trovare una soluzione per risolvere entrambe le problematiche, cioè la rimozione dei rifiuti domestici e nello stesso tempo lo smaltimento dei rifiuti ammassati nella città. Dobbiamo esseri seri, senza strumentalizzare l’argomento: sappiamo tutti che le biomasse a Crotone sono alimentate a legna, in gran parte proveniente dalla Sila; cosa che, in parte, costituisce ad alimentare una seria preoccupazione a causa del disboscamento in atto. Inoltre, secondo alcune fonti giornalistiche, pare che le stesse siano adibite anche allo smaltimento di materiale plastico. Alla luce dei fatti, non si può far finta di niente, per questo sostengo l’idea che una di queste tre centrali a biomasse presenti sul territorio della provincia di Crotone possa essere trasformata in un Termovalorizzatore pubblico a servizio dell’ATO provinciale di Crotone, in modo da consentire uno smaltimento completo, inclusi i rifiuti giacenti in alcune discariche cittadine. Termovalorizzatore, discarica o rifiuti fuori regione (che implica un significativo aumento della TARI) rappresentano le soluzioni nel breve periodo, sulle quali intendiamo comunque consultare i cittadini. Queste soluzioni sono finalizzate a smaltire l’indifferenziato. È evidente che a regime, con la raccolta differenziata diffusa in ogni singola abitazione della città, sarà sempre inferiore l’apporto dei rifiuti nel termovalorizzatore o discarica.

Oltre a questo, studiare, magari, anche un nuovo sistema tecnologico di depurazione dei fumi, come avviene nelle principali città europee, dove gli scarti in ingresso vengono convogliati nei forni di combustione. Il calore generato dalla combustione viene recuperato per la produzione di vapore e questo, espandendosi, aziona una turbina che produce energia elettrica, immettendola direttamente in rete e ottenendone profitto. Ecco un esempio di ricchezza generata dai rifiuti. Nelle more, per realizzare le ipotesi sopradescritte, al fine di trovare un’immediata risoluzione all’attuale problematica si potrebbe ricorrere presso la società privata “Sovreco S.p.a.”, la quale gestisce  la discarica di Colubra, che è formata da due impianti, uno per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi, e l’altro per lo smaltimento di rifiuti industriali, il primo, come ben noto, è quasi saturo, il secondo si tratta di due grosse vasche vuote, una delle quali potrebbe essere concessa al comune per lo smaltimento dei rifiuti urbani di Crotone, anziché accogliere quelli provenienti da fuori regione, in modo che per dieci anni la città risolverebbe la problematica, un giusto intervento dal privato a una soluzione definitiva pubblica. Siamo in grado a Crotone, una volta per sempre, di essere compatti e decisi a risolvere l’annoso problema dei rifiuti?

IGINIO PINGITORE
Consigliere comunale, capogruppo “Stanchi dei Soliti”.