Nuovo collegio elettorale jonico, si guardi la sostanza non il pennacchio

Sterili commenti alla nuova geografia elettorale. Necessario un processo d'evoluzione culturale.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Nel Crotonese, in questi giorni, molti già rimpiangono  la vecchia, ed ormai definitivamente perduta, eventuale, rappresentanza politica del territorio in Parlamento. Alla perdita in termini numerici di Parlamentari, si aggiunge il lutto per la denominazione del prossimo collegio elettorale alla Camera dei Deputati, che prende la denominazione, ovviamente, della città numericamente più popolosa, composta da due ex comuni, che ha saputo aggregarsi amministrativamente per formare il comune unico di Corigliano Rossano. Vittimismo sterile ed inutile, quello Pitagorico, unito a deleterio campanilismo, che nasconde o dimentica il regresso politico, economico e sociale, che negli ultimi 50 anni , quando ancora non eravamo neppure Provincia, ha portato ad occupare l’ultimo posto per qualità della vita in Italia, e quindi in Europa, Crotone e tutta l’area Ionica circostante, che non contano nulla tuttora, non solo in ambito nazionale, ma addirittura ancora meno in ambito regionale.

Tutto questo malgrado, non molto tempo fa, questo ampio territorio abbia eletto, con un inatteso, quanto rivoluzionario, voto popolare  in Parlamento, Deputati e Senatori in numero mai avuto prima. I risultati, infrastrutturali, economici, e di crescita politica e sociale, dopo quasi tre anni di governi, giallo/verdi o giallo/rossi che siano stati, sono sotto gli occhi di tutti. Malgrado lo sbandierato impegno, finanche accordabile, degli eletti, la situazione complessiva di questo territorio, rispetto a tre anni fa, non solo non è migliorata, ma, addirittura, è peggiorata. Ed allora mi chiedo se a questo punto a Crotone, come pure Corigliano Rossano che incassa la vittoria di Pirro per antonomasia, in attesa di prossime e presumibili  proposte di politici locali, tese ad aggregazioni di comuni viciniori, in una sorta di inutile gara tesa a far valere, pateticamente, chi conta di più, ed è più virile, non sia necessario, invece, riflettere su come fare gruppo con i vicini compagni di sventura della Sibaritide, non tanto per avere effimeri quanto inutili riconoscimenti formali, quanto per ottenere concreti risultati sostanziali. Alludo a risultati in termini infrastrutturali, economici e sociali, dapprima e soprattutto, in ambito regionale e poi in ambito nazionale.

Con la definizione di questo nuovo collegio elettorale, prevalentemente Jonico e comprendente parti di territorio della Sila che si usa identificare come Greca e del Pollino di levante, non solo si legittima l’esistenza, ma va riconoscito al Comitato, un certo acume politico ed una visione territoriale. La stessa, nuova e completamente ignorata e, finora, nemmeno immaginata, oltremodo mortificata, da una classe politica, nazionale e regionale, cieca e per niente lungimirante, che solo oggi, forse, si accorge della maggiore omogeneità di quest’Area Vasta, rispetto ad altri  ipotetici rassemblamenti burocratici regionali, provando, o facendo finta di farlo, ad inseguire le istanze che provengono dai cittadini di quest’ambito; non tutti e nemmeno consapevoli, per la verità, dell’utilità di agire come un territorio unico, sia nei confronti del Governo nazionale, sia e soprattutto, di quello regionale. Per questo motivo, per le prossime elezioni regionali, credo che i partiti ed i movimenti civici che redigeranno le liste e sceglieranno i candidati, dovranno, giocoforza, tener conto delle istanze di quest’area geografica, delle esigenze dei suoi cittadini, e delle legittime necessità di rappresentanza. Non fosse altro per prepararsi un terreno fertile che dovrà designare i prossimi eletti, per i territori calabresi, in seno al Parlamento della Repubblica, piuttosto che dilettarsi in un gioco di comari patetico ed avulso dalla realtà.

Vincenzo Calzona 
Comitato per la Provincia della Magna Graecia