Contro ogni forma di violenza verbale e sessismo

Le consigliere comunali Venneri e Capparelli scrivono in merito a quanto riportato negli ultimi giorni.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Abbiamo taciuto fino ad ora, perché da questa esperienza, seppur ancora breve, che ci vede responsabili verso quelle persone che in noi hanno riposto la fiducia, vorremmo trarre il meglio e se prima le esternazioni venivano fatte pensando per sé stesse oggi così non é. Non avremmo mai pensato di scrivere per un fatto così deplorevole, come ormai si ha conoscenza: nella serata del 19 marzo, la Commissione Pari Opportunità, di cui le scriventi sono membri, pur convocata per altre finalità ha, giustamente, discusso in ordine ai fatti di violenza verbale e sessismo subiti dalla consigliera Dalila Venneri e anche dalla consigliera Chiara Capparelli, rispettivamente durante lo svolgimento dei lavori dell’ultima seduta valida della III commissione consiliare e al termine di una delle convocazioni della I commissione consiliare, avvenuta nella stessa settimana. Autore di tali incresciosi e inaccettabili episodi, ormai noti a tutti e persino alla stampa, è un consigliere comunale. Ferma restando la democraticità della dialettica tra le parti e persino dei contrasti politici che possono sorgere in merito a ogni argomento, ciascuna di noi si pone in netto contrasto e in posizione di forte condanna dei toni, delle parole e della veemenza con cui le stesse sono state pronunciate. Tanto più se tali episodi si registrano all’ interno delle istituzioni da parte di chi ricopre un ruolo istituzionale. Perché se ad ogni esternazione di pensiero o proposta contraria al soggetto debbano sistematicamente insorgere degli ammutinamenti, il senso del nostro ruolo, che ci vede nella veste di pubblici ufficiali, ci chiediamo quale possa essere? Nessuna violenza, alcun gesto o parola offensiva può passare nel silenzio di alcuno, certo non delle istituzioni che hanno onere di essere da esempio per i cittadini. Perché non accada mai più, a nessuna e ovunque.

Ma quello che è accaduto in seguito è, a nostro avviso, ancora più aberrante. La commissione pari opportunità si determina attraverso interventi, registrati e verbalizzati, con una decisione all’unanimità di prendere atto, non senza disappunto e rammarico della volontà della Presidente della commissione stessa, di non dare seguito al chiaro indirizzo fornito dall’adunanza ed anzi fornire agli organi di stampa una ricostruzione del tutto distorta e non aderente alla realtà. Quello che più ci fa specie è che, forse, non abbiamo ben capito il ruolo che stiamo svolgendo, se fatti del genere accadono non hanno nulla a che vedere con insoddisfazioni personali, forse insoddisfazioni di gestione da parte dei singoli rappresentanti di una coalizione che dovrebbero rappresentarci al meglio. Nella piena consapevolezza delle dichiarazioni, quello che vorremmo rimarcare è che sono atti particolarmente gravi e non devono in alcun modo sottacere, perché non possiamo commemorare le vittime di violenza nei giorni prestabiliti e non condannare atti di violenza verbale, specie se avvengono in un luogo dove l’esercizio democratico deve essere al primo posto. Ma, come spesso accade, notiamo una certa prevaricazione del sentimento personale in capo ai soggetti più che una condanna dell’atto in sé, omettendo, perfino distorcendo l’accaduto o ancora non rimarcandone le parole dette e subite. Concludiamo, comunque, con le nostre scuse verso tutti i cittadini che vorrebbero, come noi, che si discutesse di problemi con serietà e soprattutto sobrietà, scuse che ad oggi noi non abbiamo mai ricevuto da chi, quantomeno, uomo e padre dovrebbe fare.

LE CONSIGLIERE COMUNALI
DALILA VENNERI E CHIARA CAPPARELLI