Il Masterplan del porto di Crotone avrebbe meritato un approfondimento

"E' necessario costruire un masterplan per un sistema portuale che si apre al territorio e a tutta la comunità e che diventa attrattivo ed appetibile per operatori e investitori esterni"

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Il porto merita e avrebbe meritato un approfondimento che in questo masterplan non abbiamo scorto e che non abbiamo trovato anche per l’assenza di quello che noi riteniamo l’attore principale. Il comune di Crotone. Mancato coinvolgimento che non è da addebitare, ne siamo sicuri, all’Autorità Portuale di Gioia Tauro (e non aggiungiamo volutamente, e non per mero campanilismo, “e della Calabria” perché sino ad oggi la stessa autorità ha rivolto la sua attenzione e i suoi interventi solo alla parte tirrenica della Calabria) o alla camera di Commercio di Crotone ma solamente alla frettolosità, mai come in questo caso cattiva consigliera, e alla superficialità, dettata da parziale conoscenza della vicenda, dell’attuale amministrazione comunale. Senza per questo nascondere sotto il tappeto le colpe e i ritardi di altre amministrazioni comunali che hanno preceduto l’attuale compagine amministrativa. Per questo è necessario costruire un masterplan per un sistema portuale che si apre al territorio e a tutta la comunità e che diventa attrattivo ed appetibile per operatori e investitori esterni e che non può più permettersi il lusso di mantenere atavici e odiosi privilegi anche per non confermare e reiterare metodi e comportamenti dell’attuale asfittico sistema lottizzatorio. Se ci addentriamo all’interno del masterplan ci accorgiamo che in esso manca una visione organica e di sviluppo del sistema e della struttura portuale di Crotone. E più che sentire parlare del sistema e della struttura portuale di una città di mare come dovrebbe essere Crotone, e non è ancora, sentiamo risuonare parole che rimandano ad una struttura portuale di una città, solo geograficamente, e per di più casualmente, affacciata sul mare. Più che un masterplan a noi sembra un conto della grammatica e della matematica giornaliera della massaia. Un masterplan svolto come un compitino e portato a termine in maniera diligente pronto per essere consegnato al proprio committente, senza tener conto della realtà in cui il porto si trova ed è inserito. Non s’intravedono obiettivi strategici ma solo interventi strettamente e meramente funzionali e che attendono di essere eseguiti da oltre vent’anni come il dragaggio, la pavimentazione, l’adeguamento delle banchine e altre opere di riqualificazione. Non vi è certezza delle risorse, ancorché tra fase 1 e fase 2 si parla di in investimento di notevole importanza che è stimato in 278.794.400,00 euro. Tutte risorse, al momento non disponibili, “tranne i pochi spiccioli” previsti dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro, e che andranno trovate e reperite. Nella prima fase con i Fondi del Commissario Straordinario delegato per la riparazione del danno ambientale nel Sito d’interesse Nazionale di Crotone integrati, ove disponibili, con fondi Mit – Pon Infrastrutture e reti 2014-2020. E nella seconda fase con fondi propri del Mit e cofinanziamenti comunitari da reperire ad hoc.

Conseguentemente le azioni, tutte le azioni, sembrano il ripetersi di una giaculatoria, la stessa di sempre, scritta e recitata, in maniera approssimativa. Insomma per dirla tutta, e per racchiuderla in poche parole, non s’intravedono obiettivi ed azioni capaci di far uscire il porto dall’isolamento e dalla marginalità in cui si trova. Anzi, a questo riguardo, una delle poche opere degne di nota che potevano cambiare e migliorare il volto del porto e renderlo attrattivo come il Contratto Istituzionale di Sviluppo, una progettazione della precedente giunta Pugliese, sembra esser svanito nel nulla. Eppure era un progetto che riguardava un area centrale e nevralgica come l’ex area Sensi, l’area dove insiste il dismesso Deposito Costiero di Meridionale Petroli. Uno snodo tra il porto vecchio e il porto nuovo che, nelle intenzioni dei progettisti, era destinato a diventare il biglietto da visita del porto e della città per crocieristi e per natanti. E non solo per loro. E che avrebbe permesso, tra l’altro, la sistemazione e la razionalizzazione di gran parte delle attività commerciali presenti nelle aree adiacenti con un modulo che prevedeva la presenza di bar, ristoranti, hotel e negozietti tipici. Progetto che, e non è cosa d poco conto, aveva avuto financo il beneplacito e l’avvallo da parte di Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo di proprietà del Ministero dell’Economia. Per quanto riguarda la concertazione, impropriamente svolta dalla camera di commercio con l’ausilio della consulta provinciale marittima di Crotone, organismo creato ad hoc nel 2018, e in accordo con l’Autorità Portuale di Gioia Tauro, e senza la partecipazione del comune di Crotone, assente ingiustificato, su di essa nutriamo più di qualche dubbio e più di qualche perplessità atteso che l’infrastruttura portuale è di proprietà della città di Crotone e non certamente della camera di commercio, della consulta marittima provinciale, dell’autorità portuale o dei concessionari che sono una parte dell’intero sistema portuale e che, crediamo, non abbiano titolarità alcuna a svolgere un ruolo di mediazione degli interessi diffusi, il più delle volte conflittuali, attività che compete esclusivamente all’ente locale, che non può abdicare a questo ruolo se non rinunciando a se stesso e alla sua funzione istituzionale.

A questo proposito chiediamo che il comune di Crotone si faccia latore della richiesta di una revisione completa delle concessioni fatte nel passato dalla Capitaneria di Porto ed oggi dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Un master plan del porto a cui poteva e doveva essere affiancato un masterplan delle aree urbane periferiche come il Quartiere fondo Gesù, il Quartiere Marinella, il Quartiere Sant’Antonio e il Centro Storico. Tra l’altro se il sindaco, o qualche assessore della sua giunta, dovesse avere l’umiltà, in questo caso associata alla saggezza, di riprendere il Contratto Istituzionale di Sviluppo, nascosto o dimenticato tra le tante carte coperte di polvere del palazzo comunale, cosa che consigliamo vivamente, non è improbabile che tra le loro mani si trovino altri due progetti strettamente legati al porto. Uno specifico, la Società di Trasformazione Urbana “Il Porto” e un altro, connesso con il primo, la Società di Trasformazione Urbana “La Stazione”. Due progetti che, in un apposito bando emanato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e in una stessa graduatoria nazionale, si sono classificati al primo e al terzo posto. Quanto sopra esposto è stato trattato anche nella V commissione consiliare nella quale all’unanimità, ma solo dopo nostra sollecitazione, si è deciso di rimandare l’eventuale adozione del Master plan perché necessità di una attenta e accurata valutazione in considerazione delle criticità descritte. Per tutte queste ragioni chiediamo al signor Sindaco l’istituzione di un assessorato e la nomina di un assessore al porto e allo sviluppo delle attività portuali o la stessa delega ad un consigliere delegato, autorevole e competente, che possa riprendere in mano l’intero iter progettuale interloquendo con la conferenza dei capigruppo oltre che con la commissione competente per indire , nel tempo che sarà necessario , un consiglio comunale ad hoc con un solo ed unico punto all’odg “Masterplan del sistema portuale della città di Crotone“

Giuseppe Fiorino – lista Crotone Normale
Enrico Pedace – lista Consenso
Fabiola Marrelli – lista Consenso
Antonio Manica – lista Forza Italia
Fabio Manica – lista Forza Italia
Alessia Lerose – lista Forza Italia
Marisa Cavalo – lista Lega
Andrea Tesoriere- lista Fratelli d’Italia
Mario Megna – gruppo misto

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