SVUOTATI

E' la sensazione che ci rimane dopo il Consiglio Comunale di oggi

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Inizia con mezz’ora di ritardo il Consiglio Comunale di questo venerdì 16 aprile e con la mozione del Consigliere Fabrizio Meo sugli inadempimenti di Dogre a proposito del tema da noi trattato proprio con Meo in una diretta streaming del giornale (clicca qua per riascoltare  servizi e tributi sono alla mercé’ di privati inadempienti). La questione delle irregolarità sui pannelli pubblicitari dati in gestione a questo privato che incassa Tosap ed altro a fronte di servizi che hanno e danno evidenza all’interno della città, viene “liquidata” con un tono di sarcasmo dal Sindaco adducendo che il Covid non permette controlli su di una attività che “nemmanco” ha valore più di tanto in questa era pandemica; Meo controreplica stizzito per la mancanza comunque di risposta sulle altre inadempienze segnalate. Ma è solo un preambolo di ciò che avverrà più tardi in due tappe che segnano un solco ancora più profondo negli equilibri(?) di questo Consiglio Comunale. Si perché dapprima c’è l’accesa e davvero incredibile disputa sulla proposta che arriva da Giada Vrenna (in Consiglio con la sigla dei renziani) che viene fatta intervenire a nome dell’intera maggioranza che vuole l’inversione dei punti relativi ai debiti di bilancio senza dare alcuna spiegazione e, dunque, sollecitando la stizza immediata del Consigliere Devona che interviene contro la proposta. Si sa, per chi ha seguito i passati Consigli, che non una sola volta vi era stata polemica per la mancata partecipazione alla votazione degli immancabili debiti fuori bilancio che, in questa tornata, sono “almeno” giustificati dalle spese effettuate in emergenza alluvione. Meo coglie l’ennesima occasione per deridere, a norma di regolamento e discussione nella conferenza dei capogruppo, il Presidente Greco che aveva “derubricato” i debiti a non indifferibili seppur qualcuno aveva (lui) fatto notare che era proprio il caso di riguardare all’odg. La questione non senza atri interventi abbastanza stucchevoli e ripetitivi si risolve con la votazione, pure contestata, di astensione di tutta la minoranza e, dunque dell’approvazione a maggioranza dei 5 punti debiti fuori bilancio in favore di per i lavori di somma urgenza per ripristino viabilità di via Argentina e disostruzione del Torrente Esposito, di quelli per ripristino viabilità Poggio Pudano e per la messa in sicurezza della viabilità cittadina transitabilità veicolare in Loc. Manca di Canee e per quelli per rimuovere il fango ed i detriti sulle vie cittadine, tutti effettuati in somma urgenza a seguito dell’evento alluvionale del 21 e 22 Novembre scorsi.

La bagarre è dietro l’angolo delle modifiche regolamentari presentate dal Presidente della Commissione Regolamento, Nicola Corigliano; punto che viene approvato all’unanimità. Si perché appena si apre il punto numero tre (che nel frattempo è divenuto 8) cioè l’adeguamento dei gruppi e commissioni consiliari permanenti, chiedono di intervenire prima la Consigliera Passalacqua (con amarissime considerazioni di scarsissima considerazione del ruolo di consigliera) e poi la Presidente della Commissione Pari Opportunità Giancotti (che è ancora più duro e circostanziato contro il primo cittadino reo di essere intervenuto, impropriamente, nell’indipendente ruolo della Commissione che presiede e non solo in quella).
Lei Sindaco perde il suo tempo in beghe ed intrighi che apparirebbero risibili se la situazione non fosse già di per sé tragica” è l’accusa rivolta dalla Consigliera che era stata “cacciata” dalla maggioranza per le vie di stampa e comunicati, da Vincenzo Voce. Le due consigliere al termine del loro rispettivo intervento preannunciano il oro abbandono dall’aula. Il Sindaco pare accusare subito il colpo fremendo e chiedendo subito la parola al dirimpettaio Presidente. Soprattutto sin dall’inizio del suo intervento, la Giancotti è derisa ed ignorata da un chiacchiericcio dai banchi della maggioranza e la Consigliera Marrelli richiama il Presidente ad imporre un comportamento consono dall’aula tutta. Ma ancora è nulla, perché già prenotato c’è l’intervento di Fabrizio Meo che parte dalle norme regolamentari che impedirebbero, a suo dire, anche il solo discutere di questo punto. L’invettiva, rivolta con toni di preghiera anche al Segretario Comunale che pure era stato interessato in mattinata dallo stesso Meo, diventa attacco politico ed istituzionale durissimo nei confronti di Presidenza e Sindaco, a cui Meo rivolge specifiche accuse di voler aggirare, tramite la composizione di nuovi gruppi consiliari, e stravolgere gli equilibri composti nelle Commissioni Consiliari. L’invettiva è durissima ma la scena che si compone attorno è prima tesissima con mezza Giunta che si alza al comando della Vice Sindaco Parise, poi indecorosa, ed infine davvero inaccettabile e grottesca: senza precedenti per chi, come chi vi scrive, segue Consigli Comunali da almeno 30 anni. C’è il Sindaco, che dopo avere ripetutamente interrotto l’intervento di Meo, si alza in piedi e batte le mani ad un pubblico composto da tre donne che rivolgono insulti a Meo; dietro alle spalle del “traditore”, alcuni consiglieri, su tutti Venneri e Mungari, urlano ed aizzano. C’è da cronometrare il caos che diventa circo, ciarpame; rissa da mercato del nulla. Ci prova Antonio Megna a richiamare tutti con fermezza ed anche emozione: si alza e se ne va anche lui, per protesta. Ci prova anche Antonio Manica che mai avevamo visto così stranito dal tutto. Mario Megna prova a decidere di rimanere cercando di stigmatizzare i fatti gravi ma aprendo al dialogo. Arriva dunque il turno del Sindaco che però rilancia subito ricordando che non era stato il primo ad applaudire e qui si riscatena la baraonda perché Andrea Devona non ci sta e perde le staffe del tutto. Mario Megna che fino a poco prima aveva cercato appunto di sedare gli animi è il primo ad invitare tutta la minoranza ad uscire. Enrico Pedace e tutti gli atri se ne vanno non senza altre urla e sceneggiate da parte di quasi tutti, davvero inaccettabili. Seguiamo con tanta amarezza la coda di questo indecoroso Consiglio Comunale che riparte da 20 minuti di intervento del Sindaco che la cosa più gentile che riesce a proferire nei confronti dei Consiglieri Comunali è che tutti contano 1 a 40 nei suoi confronti.

Si perché caro Sindaco, c’è un detto antico a Crotone: “cchiù avut è u munt, e cchiù carica è a niva”. Se di fronte a dissenso, anche il più inopportuno e/o ingiustificato, l’argomentazione è quanto poco contino i consiglieri comunali e quanto mandato popolare invece è a suo appannaggio, allora che senso aveva candidarsi a Sindaco? Nemmeno Pasquale Senatore ha potuto pensare di fare il podestà…Le sue maggioranze, seppur più larghe e legittimate da mandati larghi, soprattutto la seconda, le ha dovute gestire e per certi volti subire. E’ la democrazia rappresentativa che funziona così. Ha scacciato due consiglieri ed accompagnato alla porta la terza. Con il mal di pancia di altri due si va a casa. Poi pensa che sarà sufficiente andare a spiegare in Piazza Marinai d’Italia che c’erano i cattivoni terrorizzati? E nel frattempo, sarà riuscito a risolvere qualcuno dei problemi di questa città? E poi, al netto di tutti gli altri cattivoni e traditori, che senso aveva nell’invettiva post bellica rialzare nuovamente il tiro contro la cooperativa che gestiva l’autotrasporto scolastico? Che senso aveva riscovare gli altri cattivoni dell’associazionismo attorno al tema di Antica Kroton? Serve anche quello per compattare tutti gli altri della Giunta e del Consiglio? Per la cronaca restante tutti gli altri punti sono stati approvati all’unanimità dei 17 rimasti in aula e/o trasferitisi online… Ma a svuotarsi è stato soprattutto l’animo nel non riuscire a scorgere un solo barlume di attaccamento alla tragica realtà di pazienti e cittadini sempre più soli e pessimisti.

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