Recovery Plan: unico sconfitto il Partito Democratico

POpolari LIberali Socialisti analizzano le manovre di Draghi.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Il Recovery Plan ideato, pensato e portato avanti dal presidente del Consiglio Draghi è un buon lavoro, senza esagerare, un capolavoro. Da un punto di vista politico. E di politica economica. In un sol colpo supera i corporativismi. Individuati, assieme ai neocorporativismi, come freni allo sviluppo e come impedimenti al mercato libero. In questo senso il Recovery Plan ha un impostazione neoliberista, in quanto nel diluire la pervasività della mano pubblica affievolisce i poteri dei partiti e delle regioni e richiama allo Stato la regia degli interventi previsti. Di uno Stato riformato. Riorganizzato nel senso della efficienza e della rapidità e che individua i momenti decisori. Definiti. E definibili. Crediamo che, a questo riguardo, resti memorabile la strigliata al mondo della giustizia. E i primi effetti di questa rivoluzione portata avanti dal presidente Draghi sono i movimenti dei Fondi anglosassoni ed americani pronti a disinvestire in Spagna e a privilegiare l’Italia. Ci permettiamo di aggiungere che l’azione del presidente Draghi, in questo senso, nel riqualificare le scelte e gli indirizzi tentati a suo tempo da Matteo Renzi lascia sul campo un solo sconfitto. Il Partito Democratico che è stato e rimane il custode della conservazione. E delle battaglie di retroguardia. Senza dimenticare che il presidente Draghi, tra le cause della nostra arretratezza strutturale, indica la riforma del titolo V della Costituzione che è un esempio di federalismo farlocco. E specioso. E che, sotto quest’aspetto, rappresenta una doppia sconfitta per la sinistra italiana. Sia per averla fatta approvare in Parlamento con e per una manciata di voti. Sia per essersi successivamente messo di traverso per modificarla. Ed è una sconfitta che, potremmo dire, si perpetua nel tempo se è vero com’è vero che già Bettino Craxi, prima di Renzi, aveva intuito la forza di un mercato ortodosso che i falsi moralisti, ieri rappresentati dal Pds e oggi dai populisti, hanno buttato a mare. E con l’acqua sporca anche il bambino.

POpolari LIberali Socialisti