Passalacqua su giovani: “L’ascolto è condizione necessaria”

"Bisogna porsi degli obbiettivi affinché non compiono più azione di violenza, bisogna ascoltare questo grido, mettersi al loro fianco"

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Oggi il mio pensiero è rivolto a tutti gli adolescenti che mettono in atto comportamenti aggressivi a scuola, in famiglia, in gruppo, senza avere spesso la consapevolezza della gravità delle loro azioni.  Quelle storie di ordinaria violenza dove non si parla più esclusivamente di minori a rischio, ma anche di ragazzi “normali”, provenienti da quelle che vengono definite “buone famiglie”.  Non solo bullismo e cyberbullismo.  Quella che comunamente chiamiamo violenza può assumere tante altre forme, prendendo di volta in volta le sembianze dello stupro, dello stalking, dell’autolesionismo; sembra un paradosso ma a volte si ha paura di ascoltarli veramente.  Non è facile ascoltare un figlio quando soffre, quando non sta bene, quando racconta delle dure verità, quando magari non si sono viste tante cose che si potevano vedere. L’ascolto però è quella condizione necessaria per riuscire a dargli un solido appoggio emotivo, per fargli sentire la presenza.
Anche loro sono carichi di paure, non è vero che gli scivola tutto, anzi, spesso, più fanno i duri, più sono fragili, hanno una corazza, sono orgogliosi, non la vogliono “dare vinta” al genitore e questo braccio di ferro non è espressione di forza, ma di vulnerabilità e bisogno di riconoscimento.
Anche il problema COVID aumenta il rischio, passano molto tempo chiusi in casa e perennemente sui social. Noi tutti abbiamo il dovere di difenderli, di proporre spazi per accompagnare i giovani nella loro fase più critica, c’è bisogno di fare rete tra famiglia, scuola, chiesa, sport. Bisogna porsi degli obbiettivi affinché non compiono più azione di violenza, bisogna ascoltare questo grido, mettersi al loro fianco, ma soprattutto ricordare a noi stessi che gran parte di quello che i nostri giovani fanno, deriva da quello che noi gli mostriamo.

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