Rigenerazione e riabilitazione urbana. Un esempio.

Dove spostare la struttura dell'ex Piscina CONI? L'analisi di Giovanni Lentini.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Nel seguire le vicende e gli avvenimenti  che si susseguono in città con il conseguente corollario d’infiniti dibattiti e discussioni , a suon di ingiurie e di invettive quando non si arriva alle minacce e alle intimidazioni, mi convinco sempre di più che se non si è ben predisposti e attrezzati anche dal punto di vista caratteriale, ti potrebbe assalire una sensazione di scoraggiamento e di demoralizzazione che, senza volerlo,  ti potrebbe portare a fare le considerazioni e le riflessioni più sconsolate e sconsolanti.  Cosa che, per fortuna, non mi riguarda. In questo momento un argomento che sta incontrando l’interesse di molti crotonesi è l’ex Piscina Coni. La sua destinazione. Un dibattito dominato da una visione parossistica e da una logica surreale, alimentato in parte anche da dichiarazioni priva di senso e di significato. Considerato che nulla m’impressiona e niente mi scoraggia, cercherò, nei limiti delle mie capacità, di non farmi intrappolare e fagocitare dal dibattito e di dare il mio contributo, tra l’altro non richiesto e quindi libero da impicci e da impedimenti. L’ex Piscina Coni è un manufatto di modesta fattura consegnato alla città sul finire degli anni cinquanta. Una struttura minimale, nelle sue linee architettoniche, e sobria nell’insieme, come sobria era tutta la città di quegli anni con la massiccia presenza di una classe operaia che ha scritto la storia moderna della città, anche dal punto di vista urbano, e con una timida e nascente classe borghese che, grazie a quella presenza operaia, si stava caratterizzando, rafforzandosi sul piano economico e sociale. Un manufatto sobrio quindi che ha visto svolgersi in quel piccolo catino d’acqua la storia gloriosa della società sportiva Rari Nantes fondata nel 1946. Iniziata con il record nazionale di Michele Oppido sui 50 metri nel 1964, proseguita con la conquista nel 1975 della prima promozione della società in serie B e culminata con l’attribuzione dell’onorificenza della stella d’oro al merito sportivo. Una grande storia sportiva in un piccolo spazio d’acqua. Oggi l’ex Piscina Coni versa in una situazione di abbandono e di degrado assoluto che merita e necessita, a mio parere, di un intervento radicale. La demolizione e una contestuale diversa allocazione, poiché, quel luogo in cui si trova l’ex piscina, divenuto nel tempo un non luogo, è una area di particolare bellezza e di notevole pregio paesaggistico che merita una riflessione più ampia. Più coraggiosa. E più ambiziosa.

L’area in questione di cui vi sto parlando è l’area che parte da Piazzetta Rino Gaetano e arriva sino all’ex area Sensi. Senza perderci in fronzoli e infiorettature eccovi la mia idea. La mia visione. Abbattimento dell’ex Piscina Coni e nuova allocazione in Via Venezia, nell’area dietro la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, sita in Piazza Enrico Berlinguer, di proprietà dello stesso istituto di credito con il quale stipulare un accordo di programma per la gestione e la valorizzazione di quell’area del resto abbandonata e degradata. Allargamento di Piazza Marinai d’Italia che, con lo spostamento del manufatto che ospita un piccolo cantiere navale, avrebbe un affaccio sul porto turistico. Abbattimento dei manufatti da Piazza Marinai d’Italia sino al Bar Sirena del Mare. Bonifica e messa in sicurezza dell’ex Area Sensi, prevedendo l’allocazione di parte di quei manufatti precedentemente abbattuti, sfruttando le risorse del Contratto Istituzionale di Sviluppo. Apro una parentesi che non c’entra nulla con quello che sto scrivendo ma è una notizia di servizio per l’attale amministrazione comunale. I Contratti Istituzionali di Sviluppo, assieme alle Zone Economiche Speciali, sono divenuti di competenza del Ministero del Sud, ben diretto dal ministro Carfagna, al quale l’amministrazione comunale si potrebbe rivolgere per avere notizie sia del C.I.S. sia della Z.E.S.. Progetto di rigenerazione urbana, da collegare al centro storico e al porto, per realizzare spazi al servizio delle attività sportive, della vela in particolare e dell’intrattenimento. Con la pedonalizzazione dell’intera area e con la creazione di zone a traffico limitato e parcheggi a servizio dei residenti. Con la diversificazione dell’offerta e delle attività commerciali, prevedendo forme di aiuto a quegli operatori commerciali che decidessero di aprire attività innovative o legate alle arti e alle tradizioni tipiche del nostro territorio. Un grande progetto di trasformazione urbana di una parte importante della città, potremmo dire, senza enfasi alcuna, il salotto buono della città, uno dei tanti da pianificare e progettare nel prossimo futuro, per una città che punta e scommette sulla rigenerazione e riabilitazione urbana. E sulla transizione ecologica e digitale. Per davvero. E non a chiacchiere.  Per un’altra Crotone. Una città più accogliente, più vivibile, più bella e, perché no, più affascinante.

Giovanni Lentini