Rigenerazione urbana Via Poggioreale, Via Reggio e Via Generale Tellini foto

Lentini rivolge attenzione soprattutto a quei luoghi divenuti, nel tempo, non luoghi

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riceviamo e pubblichiamo:

La rigenerazione  urbana, da non confondere con la riqualificazione urbana, che si rivela il più delle volte un semplice “ritocco” urbano, un maquillage, ha come tema centrale il rapporto tra l’urbanistica , meglio ancora le politiche urbane, e la comunità locale. La città di Crotone in questo senso, pur tra mille contraddizioni e pur avendo perso la memoria storica delle cose ideate, pensate e realizzate, ha rappresentato, nel recente passato  un esempio virtuoso per tante città calabresi e molte città italiane, anche per quelle più grandi e più importanti. Una città , con una guida amministrativa forte ed autorevole, quella del sindaco Senatore e dell’assessore all’urbanistica Rizzuto, capace di intercettare risorse nazionali e comunitarie importanti ed imponenti e di porsi all’attenzione del governo nazionale e della comunità europea per una visione della città e del territorio ambiziosa e temeraria. Si pensi al Contratto di quartiere di Fondo Gesù. Al Programma d’ Iniziatica Comunitaria Urban II . Alla Società di Trasformazione Urbana “Il Porto”.  Alla Società di Trasformazione Urbana “La Stazione” . Al Piano di Recupero Urbano del quartiere Fondo Gesù . Al Piano di Recupero Urbano del quartiere Sant’Antonio . E al Piano di Recupero Urbano del quartiere Marinella. Tutti progetti complessi, in particolare il Contratto di quartiere del quartiere Fondo Gesù , che hanno dimostrato come la partecipazione dei cittadini sia indispensabile a soluzioni condivise  “ soluzioni in grado di individuare, sostenere e sviluppare politiche di sostenibilità in cui trovino equilibrio gli interessi sociali, ambientali ed economici “. E tutti progetti che hanno dimostrato, in particolare il Programma d’ Iniziativa Comunitaria Urban II , o potevano dimostrare , se non ci fosse stato il solito zampino dei soliti ignoranti e insipienti, le due Società di Trasformazione Urbana “Il Porto” e “La Stazione” , come la rigenerazione urbana “ rappresenta l’occasione per risolvere problemi come l’assenza di identità di un quartiere, la totale mancanza di spazi pubblici e l’elevata densità edilizia che rende impossibile gli allargamenti delle sedi viarie, la realizzazione di aree verdi e perfino la messa a dimora di alberature lungo i marciapiedi “.

E sulla scorta di queste esperienze, alle quali, ho partecipato e collaborato, seppur indirettamente, è sorta in me l’esigenza di dar vita una riflessione, che mi auguro sia a più voci, in grado di alimentare un dibattito sulle politiche urbane di Crotone. Un dibattito imprescindibile per una città come Crotone che deve puntare sulla rigenerazione urbana e sulla transizione ecologica per cambiare il proprio volto e, perché no, il proprio destino. Da qui l’idea di una prima riflessione, già elaborata, su un area che ha tutte le caratteristiche su cui innestare un progetto di rigenerazione urbana. L’area di una parte del lungomare Cristoforo Colombo che va dall’ex Piscina Coni ed arriva sino all’ex area Sensi. E sviluppando quelle prime considerazioni è nata in me l’idea di coinvolgere in queste riflessioni tutto l’intero perimetro cittadino utilizzando la forma del  cammino urbano. La tappa odierna su cui accentrerò la mai attenzione è l’area urbana che interessa un pezzo del centro storico e quindi alcune delle vie  e delle piazze tra le più belle e le più suggestive oltre che tra le più ricche di testimonianze storiche ed architettoniche di pregio della nostra città.

Piazza Umberto, Via Raimondi , Piazza Duomo, Corso Vittorio Emanuele, Via Silvio Messinetti , Piazza Mercato , Via Poggioreale , Via Reggio e Via General Tellini. Un cammino che inizia da Piazza Umberto. Una delle più belle piazze di Crotone che va totalmente ripensata e ridisegnata, partendo dalla trasformazione dalla piccola area verde al centro della piazza , con l’idea  d’inglobare in questo cambiamento anche il giardino del Liceo classico Pitagora. Prosegue per Via Raimondi in cui insiste una delle entrate del palazzo vescovile e arriva in Piazza Duomo, in cui si trova il Palazzo Vescovile, da ristrutturare nella sua interezza, riportando alla luce il suo impianto seicentesco, nascosto tra mille artificiosi orpelli e superfetazioni, e la Basilica Cattedrale. Continua per Corso Vittorio Emanuele  sul quale troviamo la Casa della Cultura, la chiesa dell’Immacolata, Bastione Toledo , i resti delle mura angioine , il giardino di proprietà della famiglia Lucifero, da annettere al patrimonio pubblico per renderlo  fruibile per tutta la comunità, la chiesa di San Giuseppe e alcuni palazzi nobiliari di particolare interesse architettonico. In uno di questi palazzi , di proprietà comunale, oggi occupato da famiglie senza tetto, si potrebbe pensare di allocare un museo d’arte dell’ottocento e del novecento crotonese e calabrese.

Da Corso Vittorio Emanuele, andando a ritroso,  si passa in Piazza Mercato, dall’entrata dei Portici di Via Messinetti . Piazza occupata , per la gran parte,  da box in muratura che ospitano negozi di frutta e verdura e negozi di vario genere e che andrebbe liberata dai manufatti , come avvenuto per i box di Via General Tellini , per farne una piazza, un agorà,  con funzione di mercato nelle ore mattutine e luogo d’incontro e di ritrovo nelle ore serali . E poi si prosegue per Piazzale Leo Garofalo in cui insiste l’orto botanico sotto le mura cittadine, da ripristinare e riportare alla sua antica bellezza. Si prosegue per Via Generale Tellini che, seppur liberata dai box, rimane un non luogo , anonimo e desolato , e si arriva in Piazza Messina, al centro della quale andrebbe prevista l’installazione di una fontana artistica , raccordo ideale tra la terraferma e il mare, così come raccordo ideale tra la terraferma e Capocolonna è, anzi era,  la fontana in Piazzetta Rino Gaetano , oggi ricoperta e offesa da quel “pasticciaccio brutto” di calcestruzzo colorato . Passando per il  lungomare Cristoforo Colombo , si risale  per via Reggio che, ancorché spregiata da anonimi parallelepipedi di cemento armato anni 60 , mantiene, seppur intaccato,  il suo fascino e la sua bellezza da recuperare e riprendere attraverso la messa a dimora di alberature lungo tutti i marciapiedi. Si prosegue per Via Poggioreale, in cui da una parte si trovano un anonima muratura in “mattoni pieni” , da abbellire e impreziosire con marmi , o altro materiale pregiato,  raffiguranti tutti i personaggi epici dell’antica Kroton . Alcmeone, Democede, Cilone, Faillo, Milone, Miscello da Ripe , tutti rigorosamente in ordine alfabetico . Sempre su Via Poggioreale , prima di arrivare in Piazza Pitagora , s’incontra il Teatro Comunale. Il teatro comunale della città di Crotone senza intitolazione alcuna. Un opera visionaria di chi sulla cultura , e non sulle chiacchiere intorno alla stessa, aveva accentrato le proprie energie e i propri sforzi. Teatro sul quale e per il quale andrebbe aperta una discussione vera e reale, senza chiacchiere e senza “per sentito dire” , per valutare sia l’incidenza e l’impatto economico finanziario della futura gestione , sia , ove fosse necessario, un suo diverso utilizzo. Alla fine di questo cammino si arriva in Piazza Pitagora, in cui va certamente allocata la statua del famoso epistemologo di Samo, senza dimenticare, avendone la stessa rilevanza, di riportare alla luce la vecchia pavimentazione in tufo, eliminando quello slargo senza alcun senso di fronte l’ex Hotel Jorno ,  e valutando la parziale o totale chiusura al traffico, in modo da collegarla, attraverso Via Messinetti, a Piazza Duomo.

Chiaramente, ma meglio puntualizzarlo, qualsiasi opera di rigenerazione urbana, in special modo una rigenerazione urbana che interessa i luoghi, divenuti nel tempo non luoghi, del centro storico e del centro cittadino, prevede , obbligatoriamente, la partecipazione della comunità locale che va coinvolta per concertare e condividere gli interventi da programmare e da effettuare e questo per ottenere un duplice effetto. Fare in modo che quei non luoghi ridiventino luoghi dell’anima e della vita quotidiana della comunità . E, quindi, sotto quest’aspetto, luoghi da custodire e da vivere con sobrietà e con buon gusto . Senza trascuratezze. E senza trasandatezze.

Giovanni Lentini

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