Incontri “protetti” genitori-figli: non esistono spazi adeguati

La denuncia della consigliera comunale Giancotti: "ai bambini di questa Città non si applica l’art. 9 della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia".

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Una degli spettacoli più deprimenti a cui assisto ogni giorno recandomi in Comune è quella che osservo al piano terra del Palazzo Comunale, nella quale, ogni giorno, avvengono gli incontri tra genitori e figli, sotto l’occhio degli assistenti sociali che di quanto mi appresto a descrivere, sono essi stessi incolpevoli vittime. Al piano terra del Palazzo comunale, annidato tra gli uffici del settore deputato ai servizi sociali, vi è una stanza, utilizzata per il ricevimento dei bambini che i servizi sociali vengono incaricati di osservare, ad esempio, nei loro incontri con il genitore non affidatario. Un normalissimo piccolo ufficio disadorno come tutti gli uffici, con una piccola scrivania. Sino a quando a piano terra si riunivano le commissioni consiliari, quantomeno nelle ore mattutine questi incontri potevano tenersi in una stanza un poco più ampia, la sala appunto in cui si riunivano le commissioni, oggi in quella stanza sono stati ubicati gli uffici finanziari. Questi bambini, al pari del genitore “sotto esame”, spesso impauriti entrambi, intimoriti da un ambiente circostante che certo non induce intimità, di certo non ispira allegria, li vedo sfilare ogni giorno, smarriti, nei corridoi sovraffollati, quasi si recassero in un luogo di pena nel quale espiare una pena, piuttosto che per riabbracciare i propri papà, rivedere dei familiari che magari non vedono da mesi o anni. L’altro giorno ho poi assistito al gioco a palla di uno di questi bambini, nel cortile del Palazzo comunale, era stata l’assistente Sociale a consentire a padre e figlio, di prendere una boccata d’aria, in una giornata afosa, tra quattro muri in cemento, un’atmosfera da carcere di massima sicurezza, dalle finestre cento occhi indiscreti osservavano, scrutavano quei volti sfortunati e conosciuti da tutti. Mi è capitato di visitare altri luoghi, nei quali si svolgono gli incontri cosiddetti “protetti” tra genitori e figli, in essi vi sono spazi adeguati dedicati agli incontri, attrezzati con giochi, vi sono colori. Le convenzioni internazionali ci indicano come tali incontri debbano avvenire in uno “Spazio Neutro”, inteso come un “luogo neutrale al conflitto tra i genitori”, si deve quindi trattare di in un ambiente accogliente opportunamente attrezzato e organizzato per favorire l’incontro e la relazione tra minore e genitore non affidatario, “tutelando il minore nel suo diritto di visita e di relazione, in un setting tecnico professionale”.

Non mi pare affatto ciò minimamente avvenga, evidentemente ai bambini di questa Città non si applica l’art. 9 della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia. Un tale scempio a quanto pare non inorridisce l’Amministrazione comunale, tantomeno l’assessore Filly Pollinzi, tantomeno altri che pure avrebbero le competenze professionali necessarie per indignarsi, piuttosto che i dirigenti preposti. Ebbene il Comune di Crotone è proprietario di appartamenti inutilizzati e di recente costruzione che potrebbero essere utilizzati allo scopo di ospitare gli uffici dei servi sociali o quantomeno destinati allo scopo di consentire questi incontri, per non parlare degli immobili destinati alla rovina e lasciati nel più completo abbandono, di proprietà di fondazioni controllate dal Comune di Crotone, pietose istituzioni, create da mecenati nostri concittadini, di cui abbiamo dimenticato persino il nome.  Mi domando cosa possa rendere così insensibili alle sofferenze, eppure nel contempo, magari così suscettibili alla più piccola polemica fatta sui social o letta sui giornali. Non mi sono impegnata in politica per maturare un tale distacco, anche se non vi fossero soluzioni, perché così certamente mi verrà ribattuto, anche se verrò tacciata di disfattismo o mi sarà detto che tutto sarà risolto e che altrove, vi sono luoghi in cui le cose, chissà, vanno persino ancora peggio, continuerò a scandalizzarmi ed a soffrire, nell’assistere ad una tale abominio per il quale dovremmo mobilitarci, molto più che per qualunque altra cosa.

Consigliera comunale
Carmen Giancotti

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