Crotone è la sconfitta numero uno di queste elezioni. Come ha votato la città

L'analisi del leader di Stanchi dei Soliti, Andrea Arcuri: "La sfiducia nella politica è tangibile e rischia di essere irreversibile".

Riceviamo e Pubblichiamo:

I risultati elettorali limitatamente alla città di Crotone – fortemente influenzati dall’astensionismo – sono sconcertanti: hanno perso tutti. Non emerge né un partito dominante né un rappresentante della città eletto. La sfiducia nella politica è tangibile e – senza gli opportuni interventi ad ogni livello di governo – rischia di essere irreversibile.
𝗙𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮: 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗲 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗶𝗻𝗰𝗲
Il partito più votato in città è stato Forza Italia, che ha ottenuto solo 2.613 consensi: 800 voti in più rispetto alle elezioni regionali precedenti ma circa il 35% in meno rispetto a quelli ottenuti alle elezioni comunali di un anno fa, che ammontavano a 3.904. Un dato esplicativo della totale assenza del voto di appartenenza al partito, in luogo al voto parentale, che offre la sua massima espressione alle elezioni comunali.
𝗣𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗗𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼: 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼 𝗱’𝗮𝗻𝗴𝗼𝗹𝗼
Altro grande sconfitto è il Partito Democratico, che in città ha ricevuto 1.837 consensi, la maggior parte dei quali ottenuti dalla buona performance di Annagiulia Caiazza, che a Crotone è stata votata da 1244 persone.
𝗠𝟱𝗦: 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗼𝗿𝗶𝗿𝗲
Efficace è stato il risultato del Movimento 5 Stelle (1.743 voti) che sebbene abbia ottenuto il 30% dei voti in meno rispetto alle precedenti Regionali (2521 voti), è riuscito ad accedere in Consiglio regionale. Il costo di questa elezione è stata l’alleanza con il PD, sacrificando pertanto la sbandierata «coerenza politica» che ha invece contraddistinto Virginia Raggi a Roma, la quale ha rinunciato ad un ballottaggio certo pur di non accettare alleanze promiscue.
𝗧𝗲𝘀𝗼𝗿𝗼 𝗖𝗮𝗹𝗮𝗯𝗿𝗶𝗮: 𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗹𝗲𝗮𝗱𝗲𝗿?
Il declino regionale di Tesoro Calabria – che ha perso il 60% dei consensi rispetto alle regionali del 2020 – si è avvertito anche in città. Sebbene Crotone sia l’unico comune della Calabria in cui il partito di Tansi ha raggiungo più del 5% dei voti, le prospettive del primo partito di maggioranza del consiglio comunale erano senz’altro diverse. È comunque apprezzabile il “mea culpa” di Tansi, che ha fatto un’analisi seria e pacata del risultato elettorale e che lascia intendere un allontanamento (momentaneo?) dalla politica. Il nostro gruppo politico aveva preso le distanze da Carlo Tansi, proprio in virtù dei suoi repentini sbalzi di coalizione (indipendente – De Magistris – PD).
𝗗𝗲 𝗠𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝘀: 𝗯𝘂𝗼𝗻𝗮 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝘂𝘀 𝗾𝘂𝗼
L’intera coalizione De Magistris si afferma in città con il 17,37% dei voti coerentemente con il risultato dell’intera regione (16,17%). De Magistris conquista due seggi al primo colpo, il che rappresenta senz’altro un buon punto di partenza per una coalizione che ha avuto il consenso di 128.000 calabresi. Si poteva fare di più? Probabilmente. Ma l’espressione di voto dei calabresi è sempre stata orientata sull’alternanza ad uno dei due poli (in ordine di elezione: Chiaravalloti, centrodestra; Loiero Centrosinistra; Scopelliti, Centrodestra; Oliverio Centrosinistra). Pertanto il risultato di De Magistris è di rottura rispetto alla storia elettorale della nostra regione e ricorda la prima candidatura di Pippo Callipo, quando nel 2010 ottenne, da candidato a presidente, 106.000 voti con “Io Resto in Calabria”.
𝗜𝗹 𝗳𝗮𝗹𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗹𝗼𝗴𝗮𝗻 “𝘃𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗰𝗿𝗼𝘁𝗼𝗻𝗲𝘀𝗲”
Lo slogan «votiamo un crotonese» non ha sortito alcun effetto, come è normale che sia. Il luogo di nascita o di residenza non è un presupposto per convincere gli elettori, né è garanzia di una futura tutela del territorio di provenienza. Infatti, in merito a quest’ultimo aspetto, sono molto discutibili i risultati dei “crotonesi” che il Consiglio e la giunta regionale hanno ospitato nel corso degli anni: 𝗨𝗯𝗮𝗹𝗱𝗼 𝗦𝗰𝗵𝗶𝗳𝗶𝗻𝗼 (Assessore e consigliere regionale dal 1990 al 1995), 𝗘𝗻𝘇𝗼 𝗦𝗰𝘂𝗹𝗰𝗼 (consigliere regionale dal 2005 al 2010), 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝘁𝗮𝘀𝗶 (vicepresidente della Regione 2010 – 2014), 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗣𝗮𝗰𝗲𝗻𝘇𝗮 (consigliere regionale 2010 – 2014) e 𝗙𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗦𝗰𝘂𝗹𝗰𝗼 (2014 – 2021). È proprio Flora l’esclusa numero uno di queste elezioni che, per la prima volta dopo due competizioni regionali, non le hanno attribuito alcun seggio. Ma non è da escludere che con i suoi 6440 voti (di cui 1900 a Crotone) Flora possa fare escalation in consiglio o rivendicare un assessorato di “cortesia”, anche perché, senza uno/a Sculco alla Regione, potrebbe (finalmente) finire un’era.

Andrea Arcuri
Stanchi dei Soliti